Capitolo 7

777 90 8
                                    

È proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto comincia.

-Daniel Pennac

Una settimana. Una lunga settimana segnata da messaggi dolci e consolatori, una settimana di incontri finiti troppo presto, una settimana di domande e sentimenti non espressi, era passata una settimana dall'incontro al parco.

Ogni mattina Rose immaginava quegli occhi azzurri guardarla con compassione, così profondi e luminosi, così trasparenti da poterci vedere l'anima solo con uno sguardo.

Quel giorno Rose aprì gli occhi a causa di un abbassamento della temperatura, aveva davvero freddo e tremava come una foglia, andò a chiudere la finestra e quando si voltò per tornare a letto, si trovò davanti un ragazzo incredibilmente alto e familiare.

Era il ragazzo.
Era lui.

Lo capì perché il freddo non andò via neanche con la finestra chiusa e rabbrividì congelandosi sul posto.

"Ciao Rose, tutto bene?" Sorrise sfacciatamente .
Lei ancora sconvolta non riusciva nemmeno a far funzionare le corde vocali "Tu..tutto bene, tu?"
Lui con un ghigno sulle labbra spostò una ciocca di capelli dal viso stanco di Rose "Oggi sto bene, averti vista mi ha migliorato la giornata" continuò sfiorandole una guancia e le labbra carnose.

Lei si allontanò dal ragazzo e andò contro la finestra chiusa, "Cosa vuoi da me? Come hai fatto ad entrare in casa mia? Ti prego lasciami in pace!" gli urlò lei stanca dei sui giochetti.

Il biondo si avvicinò e sussurrò all'orecchio di Rose "Di me non devi avere paura, io ti proteggo da questo mondo crudele, non allontanarti da me."

Lei studiando l'espressione del ragazzo proferì parola, ma sembrava più un lieve sibilo, "Non mi hai detto come sei entrato in casa mia."

Lui rise e si sedette sul letto ancora disfatto della ragazza, "Semplice, sono entrato dalla finestra, per questo era aperta quando ti sei svegliata." prese il piercing tra le labbra e aspettò la reazione di Rose.

"Come hai fatto? Cioè era chiusa e non ci sono scale per arrivare alla finestra di camera mia." disse velocemente lei, ma prima che potesse continuare venne fermata dal ragazzo, che indicò un albero accanto alla casa.

Lei rise, ma era una risata isterica, scioccata da tutti gli avvenimenti che le stavano cambiando la vita, "Almeno dimmi come ti chiami." chiese speranzosa.
Lui porse la mano alla ragazza e le disse con un sorriso furbo sulle labbra, "Mi chiamo Luke, Luke Hemmings."

Con la bocca spalancata e le gambe come gelatina, strinse con riluttanza la mano del ragazzo.
"Io sono Rose, ma tanto sai già tutto di me." lui sorrise soddisfatto facendo spuntare delle dolci fossette sulle guance.

In quel momento Rose finì di completare il puzzle, lui e il ragazzo dei messaggi erano la stessa persona, tuttavia non capì ancora il perché quel ragazzo spariva e ricompariva senza lasciare alcuna traccia sul suo cammino.

Forse il suo intento era proprio quello, cercare di non lasciare la propria impronta su quel mondo così ingiusto.

------------------------

Hoooola sono tornata, ok è passato un po di tempo e mi dispiace, ma sono stata davvero impegnata.
Stellinate se vi piace e commentate cosa ne pensate.
Va beh come ho detto alla fine ho aggiornato, ora Rose sa per certo che il ragazzo del parco e dei messaggi sono la stessa persona, però vorrà andare a fondo su questa questione a lei nuova, chissà cosa scoprirà su quel ragazzo lalala
Anyway ci vediamo al prossimo aggiornamento, ve se ama.
-Marts

Otherside || ʟʀʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora