«Vuoi danzare con me in questa festa della solitudine?»
Un gruppo di amici, ognuno con il loro passato e il loro presente, ma con in comune la sensazione di essere soli al mondo.
Il mondo di questi ragazzi verrà sconvolto e le carte verranno rimesco...
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Se ci sarà mai un giorno in cui non possiamo stare insieme, tienimi nel tuo cuore, e sarò con te per sempre. -Winnie the Pooh
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Sono agli allenamenti di basket eppure non sono concentrato.
Continuo a pensare ad Elizabeth che mi masturba e i sentimenti dentro di me si spartiscono tra senso di colpa, estasi e confusione: senso di colpa per Edwin, estasi al ricordo della sua mano e confusione poiché non mi spiego il perché di tale gesto.
Ho provato a pensare che magari volesse vendicarsi per quando ho provato a sedurla per farla aprire riguardante i suoi sentimenti, cosa che comunque non escludo come ipotesi.
In testa mi rimbombano le parole che ha detto come un fottutissimo loop, non è così innocente come sembra la ragazza.
Vengo risvegliato dai miei pensieri erotici quando Alexander mi lancia una palla in testa.
«Capitano, sei stato un po' distratto oggi»
Alzo gli occhi al cielo e mi trattengo dal mandarcelo a fare in culo, d'altronde l'allenamento è appena finito.
Mi chiederei come faccia ad essere il fratello di Edwin se non fosse che hanno molti atteggiamenti simili.
All'inizio non sapevo che fosse il fratello, l'ho scoperto poco prima il compleanno di Elizabeth.
Ci dirigiamo tutti verso lo spogliatoio, come al solito nessuno mi rivolge la parola se non per cose che riguardano il basket.
Mentre mi dirigo verso gli spogliatoi cerco un aggettivo per descrivere Elizabeth che non sia "stronza" o "insolente", non me ne viene in mente nessuno.
Quello di ieri è stato un brutto colpo e ho intenzione di chiederle spiegazioni.
Arrivo negli spogliatoi e mi faccio la doccia, quando esco rimangono solo Nikolas e Alexander.
