Ma in che senso?Scusate, in che senso il padre di Weed voleva farmi parlare al telefono con lei?
E in che senso lui sapeva addirittura dove si trovasse?
Quell'uomo non dava il tempo di focalizzare, di capire, di accorgerti del caos che stava per scatenarsi.
Aveva tirato fuori il cellulare dalla tasca e lo aveva portato vicino all'orecchio.
Stava chiamando Weed...?
"Pronto, piccola? Si, stai tranquilla!" Sentii queste parole. Due secondi dopo, quell'uomo mi passò il telefono tra le mani.
Io con lo stupore negli occhi, un groppo alla gola e le mani che mi tremavano; lo guardai.
Scossi la testa. Gli dissi inizialmente quasi un no, non volevo quel telefono tra le mie mani.
Di cosa avremmo parlato?
Come avrei spiegato a Weed quello che stava succedendo?
Cosa le avrei detto dopo un anno? Uno Ciao?
Un come stai? Un vaffanculo?"Prendi, figliolo!" Esclamò l'uomo dinanzi a me, incitandomi a prendere il cellulare in chiamata.
Io lo feci. Presi il cellulare, contrariamente a ciò che stavo pensando.
Presi quel cellulare e lo portai verso il mio orecchio.
"Papà? Ma cosa sta succedendo?" Sentii queste parole, una volta avvicinato il telefono. Giuro che stavo sudando per la situazione e senza neanche un motivo. Quella voce che udii, non era la mia Weed.
Lo capii subito. Avrei riconosciuto la sua voce tra milioni di persone. Possibile che in un anno avesse cambiato anche quella? Possibile che avesse addirittura un rapporto con un padre che lei "odiava" da sempre?
"Pronto?" Con molto coraggio riuscii una semplice parola ad uscire dalla bocca. "Pronto? Ma chi sei?" La voce di quella ragazza, mi parlò. Ero convinto al mille per mille: quella ragazza non era Weed.
"Sono Harry." Con un filo di voce parlai. Ingoiai il groppo che mi si era fermato in gola e smisi per qualche istante di tremare. "Harry? Ma cazzo, mio padre è a New York?" Parlò quella ragazza al telefono con me.
Ero confuso. Avevo anche l'espressione sul viso di confusione. Guardai l'uomo davanti a me e lui mi mimò con le labbra un "Avanti, parla!".
"Sì! Tuo padre è a New York." Mi venne da dirle. "Porca puttana!" Imprecò lei dall'altra parte del telefono.
L'uomo dinanzi a me, chi era realmente?
Un ricercato nello stato di New York?
Perché aveva suscitato in lei questa reazione?"Senti Harry." Mi parlò quella ragazza. "Non so mio padre cosa abbia in testa, ma ripassamelo!" Urlò e sbraitò sempre lei. Io, ancora più confuso di prima, ripassai il telefono a quell'uomo. Ma lui non prese il cellulare dalle mie mani, anzi.
"Diglielo Marie!" Disse l'uomo. "Digli dov'è Venere!" Urlò, lasciando il telefono sempre tra le mie mani. Io, in quel momento, mi riportai il cellulare all'orecchio volendo fare chiarezza su tutto quello che stava succedendo.
"Marie?" Dissi io, con tono sorpreso. "La nipote di Cara? La ragazza che lavorava al Daddy's Bar un anno fa?" Chiesi sempre con lo stesso tono. Non ci stavo capendo nulla, mi sentivo preso in giro.
La ragazza al telefono sbuffò. Emanò uno sbuffo all'udir delle mie domande, una dietro l'altra.
"E cosa devi dirmi di Venere?" Con meno pazienza aggiunsi l'ultima domanda, prima di iniziare ad avere delle risposte concrete.
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Call me Daddy 3.
RomanceNon volevo ritornare. Non volevo assolutamente ritornare. Solo che ne sentivo il bisogno. Avevo un forte desiderio di lui. Ora ero io quella che tradiva, per lui e con lui. ~Continuo di Call me Daddy uno e due. Della perversa e amata storia d'amore...