SORPRESE

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Dopo la confessione di Aelita che era finalmente libera, più leggera e senza un ulteriore macigno sulla coscienza, le due si preparavano ad affrontare un'ulteriore giornata piena di viaggi per il centro e di spedizioni a Lyoko.
Come da copione le due ragazze andarono a fare colazione dal Maciniere. In quel bar tirava un'aria un pó particolare, dunque si percepí un' accoglienza strana e diversa dal solito.
Forse forse era così poiché il giovane Adriano continuava a guardare Aelita in modo insistente. Non riusciva a togliere gli occhi di dosso alla ragazza, erano talmente su quella figura che quasi gli si erano scavati.
A quella vista che  sembrava parecchio sgradevole fu un colpo per lei. Un po' gli piaceva ma il sentimento non era così forte da provare un qualcosa di potente che andasse a braccetto con l'amore vero.
A causa dei suoi errori Aelita non sapeva più cosa fosse l'amore vero, quello che ti faceva battere il cuore, mancare il respiro e darti completamente ad una persona, sacrificando una parte di te.
Lei non sapeva più cosa fosse. Sapeva di essere bella e sfruttava la sua bellezza per i propri scopi.

La giovane che certamente non voleva che il padre di lui scoprisse cos'è era successo tra loro la sera prima, ordinò con disinvoltura e distacco il solito cornetto alla cioccolata e cercò di evitarlo o fare come al solito.

Dopo avere rivolto qualche sguardo al ragazzo decise poi di prenderlo in disparte per parlargli lontano dagli occhi indiscreti di tutti.
Gli disse:"Adriano io e te non possiamo stare insieme. È stato un errore."
"Ma no. Non è vero. Non puoi dirlo. Ma perché fai così?"
"Senti smettila di fare domande. Ti ho detto che non era una cosa voluta, è capitata, basta. Non accadrà più. Lasciami stare, fingiamo che non sia successo niente e andiamo avanti."
"Aelita senti. Non puoi trattarmi così."
"Sai che sono una donna libera, poco mi va di legarmi. Poi sai mi sei sembrato poco affidabile, il classico uomo che vede la straniera come donna trofeo. Magari gli fa vedere la città e spera in qualcos'altro... Questa vicenda era stravolta, ma in parte la stessa, tra noi è successo. Però basta. È stata soltanto una notte."
"Va bene. Ok. Io non sono inaffidabile, sono una persona molto responsabile a differenza di ciò che credi, facciamo come vuoi, però."
"In giro se ne sentono su di te. Sono stata una stupida a fidarmi."
"Seee. Ho pessima fama, é vero. Con te sarei stato pronto ad un eventuale cambiamento, se solo me l'avessi concesso."
"Tanto so che andrai a sparlare della scopata che ci siamo fatti con i tuoi amici avanti a una bella birra. Se non lo hai già addirittura fatto, questo non lo posso sapere. È un classico che ti vada a vantare con i tuoi amici su quanto successo tra di noi. Lasciamo stare.
È colpa mia."
"Non è colpa tua. Ci siamo capiti male. Va beh."
"Addio e senza rancore."
"Senza rancore, buona vita."

Dopo la conversazione la ragazza era nervosa, più che essere serena. Pensava che magari qualcuno potesse riconoscerla, non era calma, le mancava l'aria. Pensava di essersi salvata da New York e da tutte quelle abitudini sbagliate. Le era caduto il mondo addosso solo al pensiero.

Per fortuna andò a Lyoko, là non c'erano clienti che potessero riconoscerla. C'erano mostri che non conoscevano nulla di lei.
O forse conoscevano l'immensa potenza che aveva, ma certamente non il suo corpo.
Giunsero alla fabbrica dove c'erano Odd e Jeremie. Lí tutto era diverso, l'universo Lyoko faceva trasformare tutti. Infatti i due avevano acquisito una versione cartoon e in più c'era un qualcosa che le due giovani conoscevano bene.
Appena entrate sentirono un profumo e una voce alquanto familiare, si chiedevano perché fosse là.
La ragazza era alta il giusto, aveva dei capelli lunghi rossi molto lisci, degli occhi verdi molto penetranti. Era abbigliata in modo casual. Tale abbigliamento mostrava come era lei del resto caratterialmente, una ragazza comoda nel vestire abiti semplici. Aveva un profumo di violetta, infatti quella fragranza inondò tutta la stanza nella quale tutte si trovavano.
In coro dissero:"Luciaaaa"
"Oddio, ma che ci fate qui?"
"Veramente cosa ci fai tu, in una fabbrica, con loro?"
"È un master per l'università. Mi han detto di scegliere un posto europeo in cui esercitare tirocinio di informatica. Eccomi qui."
"Ci fa piacere tu sia qui. Fi preciso che devi fare?"
"Siete in un mondo virtuale, io non posso venire a con voi. Posso gestirvi da fuori con Jeremie. Vi mando Odd a protezione."
"Grande. Si inizia salite."
Andarono agli scanner.
"Trasferimento Aelita, trasferimento Sammy, Trasferimento Odd.
Scanner Aelita, scanner Sammy, Scanner Odd, VIRTUALIZZAZIONE."
Eccoli al settore Montagna. Un settore tutto viola, pieno di montagne alte e basse.
Un settore affascinante su cui Aelita voleva fare una casetta, girava poca ombra lí. Lei diceva sempre scherzando questa cosa.

 AelitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora