BRUTTI INCONTRI

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Passati i giorni di prova la ragazza fu assunta al Bar Roma, era molto entusiasta di lavorare con il suo connazionale e con quel capo che tutti avrebbero voluto. Veniva incontro ad ogni problematica, ti capiva, ti aiutava e consigliava per essere sempre migliore, era un capo vecchio stampo che pretendeva il meglio dai suoi ragazzi ma voleva anche che stessero al meglio.
Aelita non poteva che essere felice e grata per questo che le era capitato.
Infatti dopo che lei e le sue cugine erano andate a vivere insieme e comprato una casetta in centro tutto sembrava andare per il meglio, cosa voleva di più?
Era in una grande città, viveva con le cugine chs nob vedeva da anni, lavorava in un bar... Cosa poteva mancarle. Effettivamente un ragazzo, ma stava bene anche da sola dopo tutto i trascorsi del passato, ma anche dopo la batosta con Adriano. A causa di questa situazione dovettero lasciare la casa del Maciniere.

Mentre pensava che la sua vita fosse un pó più serena scese e si avviò al Bar.
Appena arrivò, dissse:
"Buongiorno Capo."
"Jan!"
Poi mise la divisa e iniziò a lavorare.
"Ehi fatto le ore piccole stanotte?"
"Jan? Mannò. Quali ore piccole, sono felicemente single aah. E tu invece?"
"Io... Ovvio, però poi ho dormito come un ghiro."

"Io ho parlato con le cugine tutto il tempo, poi ci siamo addormentate."
"Ragazzi mettetevi a lavoro sú. Mi va bene la vita sociale ma ci vuole un pó di lavoro sú."
Anche se rimproverava era sempre gentile e professionale. Chi ce lo ha mandato ad uno così pensavano loro!

Dopo aver servito caffè espressi, amari, da zuccherare e con spruzzata di mandorle e cioccolata accompagnati da cornetti vari e varie brioches, accade qualcosa di sconcertante.

Un uomo alto, magro ma non troppo, fece il suo ingresso al Bar Roma.
Era un bell'uomo per quanto ma aveva una faccia molto pronunciata. Dalla fisiognomica si vedeva che  certamente non era una brava persona.
Aveva un giubbotto di pelle nero e un maglione blu.
Entrò e disse:"Salve."
"Scusi che cosa cerca? Desidera un caffè?"
"Beh la ringrazio. Lo prendo volentieri amaro."
"Vada dai ragazzi, loro lo fanno, io mi limito a prendere ordinazioni."

Aelita aveva paura di essere vista, aveva capito chi era quello.
"Jan puoi sostituirmi?"
"Oh che succede! Posso tranquillamente!"
"Quell'uomo io lo conosco, ti prego, non farmi domande e fallo."
"Ok."
"Salve mi dica cosa le occorre?"
"Un caffè bel giovane."
"Non c'era una ragazza qui con te o sbaglio?"
"Ma cosa le interessa? Non le va bene un fusto come me?"
"Ma certo. Ovviamente. Però sa preferisco le donne, mi piacciono molto di più."
"Si è chiaro ahhh, ecco il caffè."
"La ringrazio."
"Tornerò finché non sarò soddisfatto."
"Come vuole. Noi siamo qui."
Il capo intervení.
"Ragazzi che succede? Aelita dov'è?"
"Sono qui. Scusi."
"Perché ti sei nascosta e perché piangi!?"
"Quell'uomo che è appena andato via cercava me. Ecco perché è qui, ecco perché mi sono nascosta."
"Ma chi è? Perché ti cerca?"
"Si chiama Edin Cats."
"Che fa questo Cats?"
"È un protettore. Ha capito di cosa sto parlando, vero?"
"Mah.... Cosa stai dicendo cara!"
"Se non vuole che lavori con lei una puttana basta dirlo. Me ne vado e torno a lavorare da loro o comunque vado a trovare un altro impiego."
"Cosa stai dicendo. Zitta e resta qui. Devi lavorare con me e Jan. Hai trovato una dimensione giusta per te. Che mi frega del tuo passato. Ora dobbiamo denunciarlo."
"Non sarà semplice. È un osso duro, ha anche un fratello piccolo con cui stavo agli inizi, si chiama Niccolò Trivago. Ha anche Matthieu il suo braccio destro. Lui era più buono di Cats. Mi voleva bene. Ricordo che era dolce con me. Chiedeva spesso se stavo bene, se avevo bisogno di altro, se volevo mangiare. "
"Noi siamo più duri. Ti aiuteremo. Niente di più semplice."
"Grazie mille a tutti e due."
"Ti accompagnamo noi. È pericoloso, non vorrei ti braccassero."
"Grazie!!"

Si misero in auto. Una Opel blu, piccola, ma molto confortevole e capiente.
Giunsero sotto casa di Aelita e lei li ringraziò.
"Ci vediamo domani mattina!"
"Sí. E sta attenta!!"
"Notte."

Rientrata a casa, versò fiumi di lacrime. Le cugine capirono che c'era qualcosa che non quadrava, le andarono vicino per capire.
"Tutto bene. Che piangi?"
"È venuto il mio protettore al bar. Vuole che torni da lui, ne sono sicura. Mi sono nascosta sennò mi avrebbe trovata."
"Mahhh non è possibile, cosa stai dicendo???" disse Lucia
"Come ti ha trovata? Come sa che sei qui? Perché stanno a Roma innanzitutto?" Chiese Sammy.
"Non ti so dire nulla. Vuoi vedere che conoscono qualcuno qui?"
"Probabilmente sí. Chi però?"
"Devo scoprire chi e perché. Chi mi vuole male in una città dove nessuno mi conosce?"
"Effettivamente... Chi?"
Ora andiamo a dormire. Domani devo alzarmi presto. Non mi accompagnerà più il capo a casa se non mi verrà poi in soccorso quando avrò bisogno quindi è meglio che ora vada a dormire. Invito anche voi a fare la stessa cosa. Buonanotte ragazze"
"Va bene, va bene. Notte."
Arrivò un messaggio improvvisamente. 
Sconosciuto.
"Non hai bisogno nasconderti. Non hai bisogno di essere  scortata a casa. Non hai  bisogno di questi trattamenti gentili.  Ricordati che io ti trovo sempre.
Non mi scappi più. Tornerai da dove sei venuta.
È inutile firmare, tanto sai  benissimo chi sono."

"Non è possibile... Basta, liberatemi. Basta, basta, basta." diceva piangendo.
"Che è successo?"
"Leggete... Io ho paura."
"Fottilo. Vai a lavorare e vediamo cosa succede. Vediamo cosa fa."
"Grazie. Domani ci andrò."
"Grazie ragazze."

All'indomani si svegliò piena di paura, non calma, tranquilla e serena come il giorno anteriore.

 AelitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora