RINASCITA

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Le tre cugine andarono ad un bar, non a quello del Maciniere per ovvi motivi.
Il nuovo bar era molto grande aveva tanti tavoli dentro e fuori.
Era moderno, per i quadri che c'erano e perché aveva due spazi uno con i tavoli all'interno, macchinette slot nell'altra casa nella sala chiusa per privacy.

C'erano due vani. Il vano di destra e quello di sinistra.
Su quello di destra c'erano i vari frigoriferi che contenevano ghiaccio chimico, ghiaccio per cocktail o anche vari dolci.
Un altro frigorifero che in un bar non può mancare è quello per i gelati Algida o Sammontana. In fondo a destra il bagno sia per gli ospiti che per il personale.
C'era sulla sinistra il vano per baristi che avevano divise molto carine. C'erano vari fiocchi, delle coste beige  e un grembiulino sul lato posteriore. Sembravano addirittura ad un ricevimento antico. Loro avevano a disposizione anche i vari liquori da servire per i cocktail, la macchinetta del caffè e la macchinetta per il ginseng.
La giovane Aelita ne fu completamente rapita. Si sentiva affascinata da quell' ambiente. Non solo, le infondeva fiducia anche il proprietario, una persona molto a modo. Non si  conoscevano però sentiva che di lui si poteva fidare.
Era un uomo sulla cinquantina, alto, un po' robusto, aveva i capelli neri e gli occhi castani, un bell'uomo. Trasmetteva voglia di lavorare e empatia verso gli altri. Anche i ragazzi che servivano erano gentili e molto efficienti. Si vedeva che facevano bene il loro lavoro.

Aelita e Sammy si accomodarono. Parlaarono un pó del più e del meno e poi dissero a Lucia delle ultime novità romane. Le spiegarono che un uomo del luogo aveva dato loro la casa gratuitamente.
Aelita era un pó infastidita dall'argomento Maciniere, infatti tergiversava.
"Senti senti... Ci devi dire qualcosa?"
"No. Veramente no, perché?"
"E lo chiedi anche ah. Secondo me devi." Disse Sammy.
"Ragazze tutto ok?...Che mi sono persa?" Chiese Lucia un pó sconvolta.
"Io sono andata a cena con Adriano il figlio del Maciniere, lui ci ha dato casa.
Ecco... Non c'è stata solo la cena, c'è stato anche il dopocena...."
"E..... Allora?"
"Ecco. L'ho lasciato stamattina, non voglio legarmi. Non mi va. Sono un'anima libera. Mi conoscete."
"Invece hai paura e sei fragile. Altro che anima libera, lo so io e lo sai anche tu. È inutile." Disse Sammy col tono rassicurante.
"È che io non me la perdono. È questo il vero problema capite?"
".... Mi sono persa molte cose allora.... Tu la più spensierata improvvisamente cadi giù, che hai? "Disse Lucia.
"Scusate. Sono una cretina."
"Non te ne andare. Aelita dai. Spiegaci."
"Quando avevo sedici anni e ero ancora a New York mio padre non aveva lavoro quindi non sapendo cosa fare voleva che noi non facessimo nulla. Doveva provvedere lui.
Io però volevo aiutarlo."
"E quindi... Che hai fatto ohi"
"Me ne sono fregata e sono andata a lavorare.
Quello che fa scandalo è che ero una ragazza immagine, che è entrata facilmente nel giro della droga e della prostituzione, uscendone da sola, pulita, senza essere salvata da nessuno, come dicevano alcuni uomini."
"Maaa. Non lo sapevo. Mi dispiace! Perché lo hai fatto? Cioè proprio quello dovevi...?"
"È che non avevo idee ma soprattutto non avevo tempo. Volevo che mio padre potesse essere di nuovo ricco e subito. In qualche modo volevo soldi facili, volevo rendere la mia famiglia ricca come prima e poi sinceramente io sapevo cosa facevo. Ero bella, sapevo di piacere e quindi il tassello da sacrificare ero io. Ovviamente l'ho fatto per una cosa più grande." Mentre raccontava, pianse.
"Non è colpa tua. È stato per un momento. Poi basta, smettila di piangere. È passato adesso."
"Io mi vergogno e mi odio per ciò che ho fatto.
Nonostante siano passati sei anni continuo a fare incubi e Sammy lo sa." Dico tanto è per papà, tanto è per papà." Non mi sono perdonata del tutto Lucia. Tutti quelli che verranno dopo Adriano cosa penseranno di me?"
"Smettila. Devi far pace con questa storia, soprattutto con te stessa. Sei migliore di così. Non hai solo il corpo. Hai di più, non dimenticarlo."
"Scusate. Io..."
"Basta, basta."
"Pago io raga. Ok?"
"Certo vai!"
"Scusa quanto?"
"5,70 tutto cara. Grazie mille e tornate a trovarci presto."
"Grazie a te."
"Arrivederci"
Prima di uscire Aelita notò un cartello con scritto cercasi personale capace, con bella presenza e conoscenze varie. Per info venire al Bar Roma.
Prese tutto con estrema serietà, forse era il modo migliore per superare.

"Lucia Tu dove vivi?"
"Io ho preso un ostello e penso che ci rimarrò fino a quando resterò a Roma quindi per poco credo. Voi invece abitate alla casa del Maciniere giusto?"
"vuoi venire da noi?"
"No tranquilla, grazie mille avete fatto già molto.
"Magari troviamo casa insieme perché penso che andremo via da lí viste le circostanze."
"Hai ragione forse. Va beh incarico te di trovare casa."
"Io voglio lavorare al bar di stasera. Voglio mettermi in gioco, valgo di più, no?"
"Si però. Sai come funziona quel mondo?"
"No ovviamente, però imparo in fretta e poi sono una bella ragazza e anche capace."
"Io ci sarò sempre qualsiasi cosa tu faccia. Vai noi saremo con te."

Ecco che si fece pomeriggio, Aelita andò al bar Roma.
Si guardava intorno un pó spaventata e non sapeva cosa fare. Vide il proprietario e si presentò.
"E tu devi essere la ragazza di ieri sera, vero?"
"Sí, sono proprio io."
"Mi chiamo Aelita Stonz, ho ventidue e sono Americana."
"Ecco.Hai esperienza in questo settore?"
"No. Però sono qui imparare. Ho buona volontà."
"Ma noi... Non abbiamo...."
"Lo so. Le prometto che mi impegnerò al massimo."
"A meno che non ti affidi ad un tutor. Vediamo come te la cavi. Bolton vieni qui."

Appena disse Bolton Aelita realizzò che le era familiare il  cognome, però non poteva essere lui.

"Capo che succede? Mi cercava?"
"Sí ti cercavo. C'è una ragazza dall'America che ha bisogno di essere aiutata. Vuole lavorare qui."
"Va bene. Dov'é?"
"È qui."
"Aelita!!! Cosa ci fai qui?"
"Jan aahh. Che ci fai tu qui?"
"Io ci lavoro oh. Mi fa piacere vederti. Mi fa soprattutto piacere che sia venuta a lavorare qui cara!"
"Non ti deluderò."
"Quindi vi conoscete?"
"Sí. È il mio connazionale! È un gran bravo ragazzo e siamo amici da una vita."

Jan un ragazzo bello, con capelli ricci e castani e altrettanti occhi castani era un amico di vecchia data di Aelita.
Il ragazzo è sempre stato innamorato di lei ma  non ha mai preteso nulla dalla ragazza. Voleva che lei fosse felice e in ogni caso che realizzasse i suoi sogni.
Era un ragazzo d'oro molto dolce e tanto buono. Voleva bene all'amica, nonostante si siano persi di vista dopo molti anni.
Il suo amico connazionale la voleva trasformare in una barista nata.
Qualora ci fosse riuscito, lei sarebbe stata felice di poter lavorare gomito a gomito con lui e con un uomo affabile come il capo che si avevano.

Ritornò a casa ne parlo con le due cugine che erano lí ad aspettare.
"Ragazze, forse mi prendono, ma devo fare pratica per essere perfetta. Avrò un aiuto in questo. C'è il mio amico Jan, quello americano che era fidanzato con Claire, la ragazza brutta come la chiamavo io. Ricordate dai miei racconti?"
"Oh cielo. Sí. Ma scusa.... Non aveva una mezza cotta per te??"
"Sammy. Sí solo che ora credo non ce l'abbia più, mi auguro per lui. Comunque credo proprio di no. È felicemente fidanzato con Claire, quindi...
Gli fa piacere aiutarmi. Mi trasformerà in una barista provetta. Ce la faremo. Rinascerò dalle ceneri, come al solito!"
"Mi piace il tuo ottimismo. Forza!!" Disse Lucia ascoltandola.

Dopo il periodo successivo della settimana di esercitazioni e vari tentativi di essere una buona cameriera o barista, Aelita riuscí a superare i test.
Riuscí a diventare ciò a cui agognava, lavorò fianco a fianco col suo vecchio amico e  con un capo straordinario che riponeva in lei tanta fiducia. Non era da deludere e lei non aveva la minima voglia di farlo, era una ragazza onesta, leale, pulita, non voleva tradire la fiducia di nessuno.
Fu assunta nel bar Roma e portava una divisa con un fiocco marrone, delle coste beige e il grembiulino sul posteriore. Le calzava a pennello.

Era felice di essere parte di quell'ambiente l'avrebbe migliorata e salvata dalla sua vita passata.
Era pronta a ricominciare.

 AelitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora