DENUNCIA

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Aelita, Sammy e Lucia subito si recano alla polizia.
Entrarono all'ingresso, videro molti uffici e tante persone che accorrevano all'interno della caserma.
Erano guardate da tutti, poiché erano sicuramente belle ragazze, ma anche perché certamente non sembravano romane.
Al gabbiotto chiesero:"Perché siete qui, chi state cercando?"
"Io devo sporgere denuncia." Disse Aelita. "D'accordo, venga con me." disse l'agente in modo formale.

Aelita fu ospitata in un grande ufficio, pieno di fotografie del presidente della Repubblica, di distintivi e medaglie varie.
Una donna sulla trentina accorse da lei dicendole che il maresciallo Gaudetti sarebbe arrivato da lei.
L'uomo finalmente arrivò. Era alto, magro, la divisa gli disegnava perfettamente le forme del corpo.
Gli chiese:"Che succede, perché è qui signorina?"
"Devo sporgere denuncia. Sono stata violentata."
"Ok. Sa chi è?"
"Certo che lo so. Lo conosco benissimo."
"Va bene. Inizi a parlarmi dello stupro e poi dell'uomo."
"Ero sulla strada del ritorno a casa, improvvisamente sento una mano molto forte sulla mia gamba, scoperta dalla gonna, capisco che è lui perché ha tentato di farlo anche la mattina stessa."
"Continui. Stia calma tanto è tranquilla qui con noi. Dica tutto quello che sa."
"Poi mi ha intimato di allontanarmi dalla strada e ha fatto ciò che doveva."
Faceva pause, su pause perché era distrutta dall'accaduto e dal ricordo. "Mi ha fatto aprire le gambe, distrutto gli slip, ha slacciato i jeans e ha fatto quello che voleva. Era soddisfatto di tutto. Io contrariamente piangevo e pregavo che finisse."
"Ma è terribile. Io non avevo idea. Mi dispiace. Lo inchiodiamo a questo bastardo."
"Non è semplice. Lui è inattaccabile, se si salva una volta, si salverà sempre. È già successo."
"Cioè ha già violentato un'altra e, l'ha fatta franca?"
"No. In realtà è un uomo potente. È Edin Cats. Non un uomo qualsiasi."
"Edin Cats?"
"Sí. Lui. Perché? Lo conoscete?"
"Diciamo di sì. Lo seguiamo da qualche tempo. Grazie a lei forse lo prendiamo. Ma ci sfugge un particolare. Signorina lei come lo conosce?"
"Io in America ho lavorato per lui. La prego non mi faccia andare oltre."
"Ok. Va bene così. Ha i nomi di altri complici?"
"Certo. Matthew, Niccolò Trivago, il fratello di Cats. Poi altre mie "colleghe" Geromina e Cody Cody di Carota, veri nomi di Dora e Maria. Poi non so altro.
Sicuramente ce n'erano altre, ma non credo di conoscere nessuno.
Mi dispiace, non posso più esserle d'aiuto."
"Per caso rischio qualcosa anche io. Tipo qualche denuncia per prostituzione?"
"Assolutamente no, stia tranquilla. La ringrazio, metto tutto a verbale e vediamo. Lei stia serena, vada a lavorare tranquillamente e si rimetta a noi."
"La ringrazio per le belle parole. Lei faccia il suo lavoro."
"Certamente"

Finirono e andarono a casa.
"E allora?" Chiesero le due cugine come era andata.
"È andata bene, il poliziotto è stato gentile e tanto accomodante. Mi sembrava un pó austero e sulle sue all'inizio. Sapete la posizione di potere, non è sempre bella come sensazione. Grazie per avermi accompagnata!"
"Di nulla tesoro! È stato bello. Ora riposati, pensa a te."

Fu una lunga notte quella da passare, fu un supplizio per la giovane poiché doveva digerire la violenza.
Si girava nel letto e ripensava alle sue mani orride sulle gambe e al resto. Piangeva e di scatto si alzò.
Andò nel bagno a lavare il viso tutto rigato dalle lacrime e non contenta andò a fare una doccia. Era sporca di lui. Era sporca di sperma e tracce organiche riconducibili a quella persona, più si lavava e più non si toglieva nulla. Era un'impressione. Si sentiva sporca lei per lo stupro subito, di cui ovviamente non era colpevole.

Lucia e Sammy si  accorsero che qualcosa non andava, si precipitarono in bagno da lei, poiché videro la luce accesa.
La trovarono sotto la doccia, nuda, completamente fuori di sé, sotto l'acqua, senza stimoli. Non sembrava cosciente minimamente, si sentiva in colpa per tutto.
La trascinarono fuori, la avvolsero nell'accappatoio e la trattarono come una bambola. Era incazzata, triste, senza speranza. Sembrava stare in un'altra dimensione, povera Aelita!
Si sentiva colpevole.
Le due la misero a letto e la aiutarono a tornare in sé.
Dormí per il resto della mattinata, non aveva voglia di fare niente e non voleva rendere conto ai suo capo e al suo amico.

Disertò le battaglie a Lyoko e Jeremie ne fu preoccupato, chiese spesso di lei e con sorpresa e addirittura andò a farle visita a casa.
"Ciao Aelita!"
"Ciao. Scusa ho avuto un incidente ecco perché non sto venendo, scusa."
"Mi dispiace. Basta che stai bene! Quando ritorni?"
"Non lo so con precisione. Spero presto."
"Sei una tosta ti riprenderai sicuramente!! Ti aspetto!"
"Sí. Verrò! Tornerò più forte di prima..."
"Poi magari ci vediamo a cena, anche con Sammy e Odd."
"Ma ok. Sì ci può stare, daiii!"
"Ciaoooo."
"Ciaoo!!"

Aelita era pensierosa, felice per la visita di Jeremie, ma non voleva assolutamente che il ragazzo sapesse la verità sul suo passato.
Le piaceva e non voleva essere scoperta per ciò che era stata, voleva scappare dal passato. Sapeva che dal passato non si scappa mai, infatti a sue spese lo stava iniziando a capire.
Voleva proteggere Jeremie e tutti quelli che le stavano intorno.

 AelitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora