capitolo ventuno-flashback

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LUCIFERO
-nanananah
Nananah
Na nah-
Sarei rimasto a guardarla giocare tra i fiori per un eternità. Che donna stupenda che è.
Amo Seraphin.
Ma lei è un angelo e tu sarai presto il re degli inferi...non puoi permetterti un simile errore..
Mi diceva il mio subconscio...ma lei era così bella così incantevole, con quei suoi ricci biondi.
-hey Lucifero vieni qui-
Il mio nome sembra dolce quando lo dice lei.
-si Seraphin arrivo-
Con un sorriso enorme mi avvicinai a lei.
È bionda con un mosso che le ricadeva sulle spalle. I suoi occhi era celesti proprio come il cielo, il suo luogo di origine.
Indossava uno splendido abito color bianco puro che le stava d'incanto. Le sue sei ali le incorniciavano il corpo dando l'idea della morbidezza.
Hey svegliati stupido demone...è un Serafino non puoi permetterti di donare il tuo cuo..
Taci subconscio del cavolo.
-hey Lucifero tutto bene?-
I suoi occhi sembrano scrutarmi l'anime e il suo sorriso mi lascia sempre senza fiato.
-s..si Seraphin sto una meraviglia-
Le sorrisi senza toglierle gli occhi di dosso.
-hey ti ho detto mille volte che puoi chiamarmi Lara e non Seraphin-
Mi prende le mani e mi fa sedere accanto a lei.
-Ser..mmhhh...Lara...perché continui a venire qui sulla terra e soprattutto perché continui a parlare con me? Lo sai che sono il re dell'inferno. -
-mio caro Lucifero lo so che appartieni all'inferno ma dal primo giorno che ti ho visto da umana mi sono subito innamorata di te e anche quando sono tornata serafino non è cambiato niente...-
-m...ma tu sei un angelo-
-anche tu lo sei stato e anche adesso lo sei per me-
Le sue guance divennero rosse -ciò che ci lega è un filo e noi siamo legati con esso l' uno all'altra anche se siamo diversi-
I suoi occhi erano pieni di amore mentre mi diceva quelle splendide parole.
Mi scappò una risata e lei facendo la finta offesa mi disse :-era un discorso serio il mio- e si voltò a guardare i peschi che incorniciavano quello splendido giardino immenso.
Le presi il mento con la mano destra e le rotai il viso con delicatezza fino a quando i nostri occhi non si incrociarono.
La avvolsi in un abbraccio con il braccio sinistro e con un sorriso le dissi :-sei ancora più bella quando arrossisci....ti amo Lara
...anche se apparteniamo a luoghi diversi....sei l'unica che mi fa provare queste emozioni. ...ti amo angioletto mio-
Lei mi appoggiò la mano alle labbra e arrossendo mi disse :-di fronte a te dichiaro il mio amore...ti amo Lucifero-
Le presi la mano la baciai, ma non fu solo un bacio....era un bacio pieno di emozioni tutto questo che provavo per lei era concentrato in quel prezioso istante.
E fu li che la feci mia. Tra quei meraviglosi fiori e sotto gli occhi del cielo infinito e di quella terra piena di vita lei divenne finalmente mia.
I giorni passarono e di lei non ebbi più notizia. Quel prezioso giorno era stata chiamata dal capo dei serafini per andare a far ritrovare la strada ad un angelo sulla terra.
Dopo tre giorni mi recai nel nostro luogo segreto e lei era li.
-Lara-
Le urlai correndole in conto. Volevo farle sapere quanto mi era mancata.
La mia felicità si interruppe quando lei alzò il suo viso completamente rigato dalle lacrime.
-cosa ti è successo-
L'abbracciai sedendomi accanto a lei.
-s...sono...stata cacciat...a dal cielo-
Le sue parole venivano interrotte dai mille singhiozzi. Il mio cuore fu sconvolto dalla rabbia. Quel dio aveva cacciato la mia principe.
-perché- le chiesi e la voce mi uscì un po dura.
-s...sono...in c..cinta...noi aspettiamo un bambino- mi sorrise dolcemente e proseguì - dio mi ha detto che non può togliermi la felicità di diventare madre anche se il padre sei tu...così mi ha cacciata dal cielo dicendomi che il bambino avrebbe dovuto avere una madre umana-
Lei aspetta un bambino...mio...
Le sorrisi di gioia e le dissi :-diventerò papà- l'abbracciai e lei arrossi.

I mesi passarono e scoprimmo che era una bambina.
-come vuoi chiamarla-
E sorridendo lei mi disse :-Celeste...così si chiamerà-
-la mia piccola Celeste-
-ti amo Lucifero-
-ti amo Lara- le diedi un piccolo bacio sulla fronte.

Era una notte fredda quando Lara diede alla luce la mia bambina in un ospedale umano.
Celeste aveva gli occhi bianchi e brillanti come le stelle ed era splendida proprio come la madre.
La portammo nella casa che avevo fatto costruire per Lara in centro al nostro giardino segreto.
L' unico che veniva a trovarci in quell'abitazione era Angel.
Era il migliore amico di Lara anche se era un demone.
A dir la verità non mi stava tanto simpatico e mi fidavo poco di lui.
Passò il primo anno.
Io rientravo la sera a causa del mio "lavoro" all' inferno e la prima cosa che vedevo erano i sorrisi delle mie principesse che mi accoglievano.
Celeste diventava sempre più bella. I suoi occhi erano argentati come la luna piena di notte e neri come il buio di giorno.

Passò il secondo anno.
La mia bambina iniziò a camminare e l'amore che provavo per lei e per Lara aumentava di momento in momento.
Erano diventate il mio tutto.
La prima parola di Celeste fu "vita" nè io nè Lara sapevamo ancora il vero significato di quella parola pronunciata dalla nostra piccola ed eravamo convinti che l'avesse sentita da uno dei due, di conseguenza non ci soffermammo molto.
Era una bambina davvero molto turbolenta.
Ne combinava di tutti i colori anche se aveva solo due anni.
Poi iniziò a pronunciare anche le parole "mamma" "papà" e "zio", così chiamava Angel quando lo vedeva.

Passò anche il terzo anno
-m..mamy papyyy voglio andare fuori-
-si amore ora ti porto a giocare- erano entrambe di fronte a me e con dei sorrisi davvero dolci.
-amore porto la bambina a giocare sulla neve-
-va bene-
Erano entrambe pronte ad uscire. Erano buffe con il cappellino.
-non fate troppo tardi-
Mi risposero insieme
-si papy-
-si amore mio, non preoccuparti...staremo poco...ti amo Lucifero-
Si avvicinò a me e mi diede un bacio
-ti amo Lara-
Uscirono dalla porta dopo avermi mostrato un altro dei loro soliti sorrisi.
Non mi resi conto che sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto quel suo sorriso che mi scaldava sempre il cuore. Non avrei più visto i suoi occhi pieni di vita e non avrei mai più sentito la sua voce angelica.
Era passata ormai un'ora e ancora non erano rientrate. Mi mancavano.
Poi sentii un urlo.
Il cuore mi si riempì di terrore.
Uscì di corsa dalla casa.
Silenzio, c'era solo silenzio intorno a me.
Poi vidi Celeste e preso dal panico le corsi in contro, mi inginocchiai e l'abbracciai.
Stava piangendo e tremava.
-amore cos...- fu in quel preciso secondo che il meraviglioso mondo che mi ero creato crollò.
La neve era macchiata da quel rosso scarlatto che continuava ad avanzare lentamente verso di me. Il suo corpo era senza vita.
Non appena capii che non avrei mai più rivisto il suo viso pieno di dolcezza le lacrime iniziarono a solcarmi il volto.

Lui, il demone del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora