Chapter sixteen.

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10 Settembre 1984


Louis



"Devi trovare qualcosa da fare, razza di scansafatiche!"

Mi stravaccai sul divano, osservando le guance arrossate di mia madre ed il suo sguardo incupito e serio.

Quella storia andava avanti da circa una settimana, ovvero da quando ero tornato dalla Sardegna. Alla richiesta dei miei genitori di andare all'università, avevo bellamente rifiutato, mandandoli su tutte le furie. Poi però si erano calmati e mi avevano chiesto se avessi avuto voglia di andare ad aiutare mio zio con il suo negozio di animali.

Avevo accantonato anche quella proposta, passando le giornate a non far nulla e, purtroppo, i miei genitori non erano grandi fan dell'ozio.

"Mamma, dovresti essere più affettuosa con il tuo povero figlio tornato a casa da appena una settimana"

Prese un respiro profondo prima di "Povero, un corno! Vivi sotto il mio tetto, ragazzino, devi darti da fare!" rimproverarmi.

Ero consapevole che, dopo la scuola, quel momento sarebbe arrivato. Dopo essere uscito dall'edificio scolastico con un misero sessantotto, i miei genitori si erano impuntati sul mio futuro, e non gli davo torto. Mia madre stava per avere un mancamento quando gli avevo comunicato la notizia della rottura tra me e Hannah. Avevano già intenzione di trascinarmi da un orafo per scegliere l'anello da offrirle come proposta di matrimonio.

Peccato però che, subito dopo quella chiamata, fossi corso dalla mia fidanzata e "È finita" gli avevo detto, prima di prendere la mia roba ed andarmene in camera di Oli. Lei, dal canto suo, mi aveva perseguitato per i giorni successivi, chiedendomi cosa non andasse, dove avesse sbagliato, se c'era qualcun altro. Ma io non le avevo mai dato una risposta. E tornato a casa, i miei erano andati su tutte le furie, ma poi gli avevo spiegato il mio immenso disappunto nello sposare qualcuno che non amavo più, e loro avevano concordato nel pensare prima alla mia felicità che alla loro. 

Tuttavia, il lavoro rimaneva un punto cruciale che si sarebbe dovuto discutere. Respirò profondamente, prima di sedersi accanto a me.

"Amore, io e papà non siamo stupidi"

"Mh?"

"Lo abbiamo capito che c'è qualcun'altra che non ti permette di ragionare, in questo momento. Essere innamorati è la cosa più bella del mondo, soprattutto quando si tratta di nuovi amori, ma non devi perdere di vista il tuo futuro, per favore pensaci"

Sapevo perfettamente quanto i miei genitori, o in quel caso mia madre, avessero ragione. Dovevo darmi una smossa, alzare il culo dal divano e cercare lavoro se non volevo accontentarmi del negozio di animali di mio zio. Ma non riuscivo, non potevo non pensare alle sue mani strette da altre mani sconosciute, ai suoi ricci toccati da qualcun altro, ai suoi sorrisi ed i suoi racconti rivolti verso qualcuno che magari nemmeno si accorgeva di ciò che aveva davanti.

Come non me ne sono accorto io.

Ma quello era il passato, ora la situazione era completamente differente.

E percepii il messaggio di mia madre: muovermi, fare qualcosa. Non solo in campo lavorativo.

Se volevo Harry avrei solo dovuto andarlo a prendere, senza ulteriori pensieri. E se fosse fidanzato?In quel caso sarebbe stato difficile portarlo dalla mia parte. Tuttavia, non avevo voglia di rinunciare.

Mi alzai dal divano e "Hai ragione, mamma. Non posso starmene inerme a vedere il mio bel futuro trascinato via da qualcun altro" annunciai. Lei sorrise prima di "Menomale che hai capito" dirmi, sollevata. "Ad ogni modo mamma, hai ragione c'è qualcuno"Alzò gli occhi al cielo, evidentemente sovrappensiero poi "Anche se siamo legati a Hannah, io e papà ti sosterremo, Louis" mi disse.

Lovers In The 80s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora