Capitolo 5

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A volte impariamo di più sul perdono quando ci rendiamo conto di quanto ne abbiamo disperatamente bisogno noi stessi.
-Glad Munaiseche

Draco Lucius Malfoy, per la prima volta in quasi dieci anni di servizio, non aveva il coraggio di presentarsi al Dipartimento Auror. Si sentiva in colpa per aver messo l'ex Gryffindor, ancora una volta, in ridicolo. Il ricordo di McLaggen, del divanetto in pelle e dei suoi orrendi boxer babbani lo tormentarono tutta notte.

Era sinceramente dispiaciuto per aver deciso di vendicarsi in quel modo, ammettendo di essersi comportato come un perfetto coglione. Sua madre lo avrebbe preso a schiaffi se avesse saputo cos'era successo la sera prima.

Si fece in qualche modo coraggio, certo che l'improvvisa, quanto ingiustificata, assenza della bruna avrebbe dato il via ad una catena di pettegolezzi uno più falso dell'altro.

« Forza e coraggio. »

Disse, per nulla convinto, richiamando con un rapido gesto del polso la Metro Polvere. Sparì, avvolto da fiamme verdi, sapendo che se il gattaccio fosse stato sveglio, nonostante i croccantini extra, non lo avrebbe risparmiato da una nuova serie di morsi e unghiate.

Quel mattino, tutti gli occhi erano puntati su di lui, nel corpo di lei. A ogni passo lungo i corridoi che portavano alla scrivania della riccia, non fece altro che sentire bisbigli e mormorii seguiti da risolini più o meno acuti.

"Cazzo! Porca troia!"

Si maledisse per essere arrivato troppo tardi, immaginando che McLaggen avesse già raccontato, ad ogni anima viva e non del mondo magico, una versione quantomeno diversa e molto più peccaminosa del loro disastroso incontro.

Ne ebbe conferma, quando, arrivato davanti alla scrivania dell'ex Gryffindor, vide un post-it giallo attaccato alla sua tazza da caffè. Le parole "Troietta svergognata", scritte a caratteri cubitali, lo fecero, letteralmente, arrancare.

Non c'erano scuse per il suo comportamento, ma ormai il danno era fatto: l'impeccabile immagine di Hermione Jean Granger era rovinata, forse per sempre. Pur non sapendo come aveva bisogno di trovarla e scusarsi con lei.

"Sarà disposta a perdonarmi?"

Si domandò l'ex Mago Oscuro, lanciando la tazza contro il muro mandandola in frantumi. Si voltò verso gli Auror che lo stavano fissando, a occhi e bocca aperta, sentendo un moto di rabbia farsi strada dentro il suo petto, ma prima che potesse aprire bocca un'altra voce ruggì al suo posto.

« Non avete di meglio da fare?! »

Urlò spazientito Harry James Potter. Draco Lucius Malfoy, nei panni di lei, regalò un timido sorriso all'occhialuto Capo Auror.

« Grazie Harry. »

Disse nella sua direzione, andando poi alla disperata ricerca della Ragazza d'Oro.

༄༄༄

Hermione Jean Granger si svegliò, quella mattina, nel sontuoso letto di Malfoy Manor triste e persa. Si alzò faticosamente dal letto, evocando un piccolo specchio constatando i danni della notte passata in lacrime: il riflesso del biondo era spento, gli occhi gonfi ancora arrossati dal pianto e lunghe occhiaie nere si ergevano sul viso pallido.

Il "mostruoso biscione", intuendo lo stato d'animo della riccia, non si fece né vedere né sentire. L'ex Gryffindor era stanca, maledettamente stanca. Le mancava ogni aspetto della sua vecchia vita e, soprattutto, le mancava quella piccola palla di pelo del suo gatto. Lei e Grattastinchi erano legati da un profondo affetto; ora più che mai aveva bisogno di averlo al suo fianco.

ɪᴛ'ꜱ ᴀ ᴍᴀʟꜰᴏʏ 𝒢𝓇𝒶𝓃𝑔𝑒𝓇 ᴛʜɪɴɢ | 𝒟𝓇𝒶𝓂𝒾𝑜𝓃𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora