Capitolo Nove

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... Sono la custode dell'isola.
L'isola ha una custode? E soprattutto da quando?

Questa donna è strana. Mi fissa con questi occhi grandi, luminosi che sembrano quasi dirmi: non avere paura, io sono tua amica.

Ma io non sono una sprovveduta. Questi giochi con me non attaccano. Lei è il nemico e io faccio parte della resistenza. Nessuno si burlerà di me, specialmente questa donna.« Oh Alexa. Sempre così guardinga - dice alzando le mani per invitarmi ad avvicinarmi di più - lo avevo notato, ma non pensavo fossi così attenta. Non devi temermi, io sono tua amica. Sono stata mandata per aiutarti a capire»

Ed è il modo in cui pronuncia "capire" che mi da conferma sul fatto che lei non è mia amica. Lo dice in una maniera subdola, accentuando il fatto che non sappia nulla. Ma io so tutto.

Tutto ciò che questo Governo ha fatto è stata solo una grande presa per il culo ai danni dei poveri. Cioè noi, gente comune, che abbiamo subito per anni e anni la bugia del ripopolamento, quando al di fuori del Recinto c'erano altre persone. Non eravamo soli. Non stava a noi sacrificarci per generare figli perché là fuori, i figli c'erano. Non saremmo stati costretti a prestarci a questo subdolo gioco. Se non fosse stata per la Resistenza, non avrei mai scoperto che il gioco delle coppie non era altro che una finzione. quanti corpi hanno contenuto quelle vasche prima del mio, chissà' se qualcun altro si è mai svegliato come ho fatto io.

Questo lei non lo sa. Non sa che io conosco il loro piano. Loro vogliono conquistare il mondo fuori dal recinto, diventare i padroni della vita e della morte. Distruggere chiunque o qualunque cosa si posi sul loro cammino. Essere i dominatori della scienza e applicarla senza nessuna restrizione, senza sentirsi in colpa nell'usarla per uccidere qualche povero bambino deforme innocente.

«La tua verità non mi interessa. Siete solo dei bugiardi.» La mia voce tuona nella radura. Il volto mi si scalda e penso che i miei occhi si sono accesi dalla rabbia. Inizio a tremare e stringo forte i pugni, infilandomi le unghie nel palmo.

Lei continua a guardarmi. Il suo sorriso non vacilla neppure un attimo.

«Le assomigli molto sai?»

A chi assomiglio?

«A tua madre. Non quella che hai conosciuto. L'altra. Uno spirito battagliero, come il tuo. Una grinta eccezionale, non si arrendeva mai, anche quando cadeva si rialzava. Lo ammirata tantissimo per questo e per altro.»

Mi si avvicina, piano come se avesse a che fare con un animale inferocito. Ma io sono umana, non ho nulla di animalesco, non sono una selvaggia. Quelli che credevo i miei genitori mi hanno cresciuta insegnandomi l'educazione e non scatteró per una frase del genere.«

L'ho amata molto, non come se fosse la persona destinata a me. Non avevamo quel genere di rapporto. Sarebbe stato fin troppo sbagliato.

Sai, lei non voleva tutto questo. Ho provato più volte a farle capire che questo era necessario. Tu non puoi capire, ma lei? Oh si! Aveva una mente così brillante, unica nel suo genere, la più intelligente di tutti.

Ma non capiva, non ci arrivava. Ho provato e riprovato ma lei si era chiusa e non capiva il mio progetto più grande. Poi ha conosciuto l'altra tua madre. Hanno poi avuto te ma ci dissero che eri nata morta. Volevamo studiarti, ma quella forse fu una benedizione divina. Gli abomini non devono rimanere vivi. Almeno fino ai tuoi sei anni...»Mentre mi racconta tutto questo i suoi occhi si scuriscono diventando quasi cattivi, la sua bocca si contorce. Sembra una pazza e io arretro, spaventata da questo suo modo di fare.

«Conosco la storia - le dico interrompendola - ha una conclusione? Sai, vorrei andare altrove.»

«Sei proprio come loro. Per questo l'ho uccisa. L'ho uccisa io tua madre. Ho ucciso la mia stessa famiglia. Ho ucciso mia sorella. Era la persona che più amavo al mondo. Ma l'ho fatto, dovevo, la mia ambizione superava anche l'affetto per la mia amata sorella e te, mia nipote.»

«Hai ucciso mia madre?» arretro sempre di più, avrei bisogno di sedermi. 

La rabbia evapora immediatamente, mi sento svuotata. Non provo più niente. Sapere questo mi devasta. La dottoressa Green, mia madre, non me l'ha detto.

«E comunque per me era già morta prima. Quando incontrò quella donna.» Mi disse sputando per terra.

Sono schifata da questa donna che a quanto pare è mia zia. Ho una famiglia allargata a quanto pare, ma io preferisco sempre quella dalla parte della Green.

Lei e Raph sono la mia unica famiglia stretta. Questa donna per me non e' niente e morirà per quello che ha fatto.

A costo di ucciderla io stessa.

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Mi scuso per il tanto tempo che avete atteso per questo capitolo. Ma gli impegni quotidiani mi hanno tenuta lontana dalla scrittura. Volevo farvi un piccolo regalo e cosí questa sera ho scritto questo capitolo e ve lo dono, nella speranza di farmi almeno un po' perdonare!!

Grazie immensamente a tutti voi per i commenti e i messaggi che mi avete mandato in questi anni, facendomi sentire la vostra vicinanza! Siete fantastici.

Questo capitolo (anche se breve) è per voi!

L'isola delle Coppie #2- Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora