Le due di una notte qualsiasi, questa.
Sono sveglia da poco.
Le due, come è possibile arrivare all'alba stando nel letto?
Fa caldo, è piena estate.
Forse domani sarà una bella giornata, buio pesto, le due di notte non sono un buon orario, è ancora notte, è ancora il giorno passato, non si intravede il nuovo giorno, resto a letto, dovrei provare a prender sonno, dovrei, con ostinazione, insistere, il sonno verrà, mi dico.
Forse mi alzo, pongo fine a questo calvario, le due sono un brutto orario, davanti hai tutta la notte, per arrivare all'alba manca ancora una manciata di ore che sembrano non poter passare, sembra che l'orologio si fermi alle due, che resti lì.
Sono le due, non le quasi quattro, quasi cinque, le quasi un nuovo giorno, sono un orario nemico, ostile, aggressivo, per alzarsi alle due di notte bisogna avere coraggio.
Devi già sapere che farai quando ti alzerai, non vagare per casa, ma avere un piano, devi sapere cosa fare, fare il caffè; che si pensa alle due di notte dopo un sonno breve e tormen-tato, dopo un sogno che non si ricorda ma che ti ha fatto male? Eri li, ora sei qui, eri in un posto strano, ora sei salva, non sei costretta a nulla tranne che a guardare l'orologio e leggere ancora: DU E !
Le lancette sono ferme, c'è una barriera che non va ol-trepassata, devi decidere se alzarti e cominciare un giorno, questo giorno di questa estate, o provare a dormire.
C'è ancora sonno dopo il sonno che ti ha fatto svegliare?
C'è ancora altro dopo un sogno che non ricordi ma sai che c'era?Alle due di notte cosa c'è che non siano le due?
Dove trovo il coraggio di alzarmi?
O potrei riuscire a prender sonno?
Ho la mia intera vita che mi aspetta, basta mettere i piedi a terra, non guardare più l'orologio, alzarmi e basta, non pensare a niente tranne che andare in avanti, ho più tempo da vivere, più tempo per tutto.
Mi vesto, fingo che sia mattina, fra poco faccio colazione, non è presto, sono solo le due ma potrebbe essere qualsiasi orario, un tardo lungo pomeriggio d'inverno, non accendo la luce, lascio tutto come l'ho trovato al risveglio, così era, così resta, non ho il coraggio di cambiare questa mia strana notte, non ho il coraggio di fare niente, solo d'alzarmi fingendo che siano le sei.
Pantofole, vestaglia, direzione cucina per il caffè, non voglio svegliare nessuno, io sono abbastanza sveglia per tutti quelli che dormono, io da sola reggo l'intera notte sulle mie spalle, mi curvo, ne sento il peso, non riesco a fendere la notte neanche con una piccola luce, un compromesso con il giorno, in fondo voglio che passino i minuti, le ore, i giorni, voglio che passi la mia vita.
Vado a fare il caffè per me e per Jack, dorme, per lui non sono le due, lo sono solo per me, le posseggo, sono mie, conto: uno, due, smetto di contare.
La notte non dovrebbe esistere, non mi è mai piaciuta, devi stare distesa su un letto, chiudere gli occhi che vuoi tenere aperti, devi smettere di ascoltare i rumori del mondo, tutto si trasforma in un silenzio, il mio silenzio.
Non sai perché, non sai come, ma ti sei addormentata.
Un piccolo calvario, devi smettere di pensare, se riesci sogni, ma poi ti svegli e lasci il sogno, non sai dov'è andato, vorresti che ti facesse compagnia ancora un poco, vorresti che continuasse la tua vita insieme, non è forse tuo e solo tuo il tuo sogno?Nel sogno hai visto il volto di non sai chi, ma era lì, sembrava vero, non lo era forse, poi chissà perché sono arrivate le due e mi sono, senza chiederlo a nessuno, svegliata.
Non le tre, non le quattro, ma le maledette due.
Devi alzarti e fare il caffe, tanto caffè, bevendolo forse allontani la notte e riesci ad avvicinare il giorno, il tuo giorno.
Cosa t'aspetta oggi?
Che non hai già vissuto, pensato, sentito?
Devi accettare cosa trovi, forse non sai neanche cosa fare.
Raggiungi la cucina, metti la macchinetta del caffè sul fornello del gas, aspetti.
Nella vita si aspetta sempre, c'è sempre un dopo che deve arrivare.
Ne bevi una tazza.
La seconda la berrai insieme a Jack, senza dirgli che è ancora notte.
Lui la berrà, abbozzerà un sorriso, si girerà dall'altra parte e tornerà a dormire, riprenderà la notte dove tu l'hai lasciata.
Metti la tazzina sul comodino e cerchi le sue labbra, magari prima un bacio può far bene a entrambi, conosci bene
il loro sapore.
Hai il sapore del caffè in bocca.
Congiungi le tue labbra alle sue, stranamente fredde.
troppo fredde.
Lo scuoto e dico più volte:
- Jack, Jack!
Non risponde.
Non risponde più.
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Raccontami
Kısa HikayeUn killer professionista sta braccando la sua nuova vittima. È un uomo, lo segue nel suo girovagare notturno, ne scruta ogni movimento, in attesa del momento giusto per piantargli due pallottole in mezzo agli occhi. Non ha mai sbagliato un colpo...