Incominciai a preparare le valigie aiutata da Erika. Wow, non potevo ancora crederci che fra 4 giorni sarei partita per Sidney per cambiare vita e realizzare finalmente il mio sogno. Quella notte sarei rimasta a dormire dai miei genitori per poterli salutare con calma, perché non li avrei rivisti fino a Natale. "Ancora non riesco a crederci che andrai a Sidney a lavorare ma dico, tu hai idea di quanti bei ragazzi ci sono in Australia? Mi raccomando, io devo farti da testimone al tuo matrimonio eh, mi aspetto di trovarmi un invito nella buchetta delle lettere" disse Erika dandomi una gomitata sul braccio "non voglio una relazione e tanto meno avere a che fare con qualche uomo. Credo proprio che diventerò lesbica" risposi sbuffando "vedrai che cambierai idea quando sarai lì" disse sogghignando "pensala come vuoi" risposi facendo spallucce "no ma dico, guardati! Sei bella, intelligente, atletica, ti piace il calcio, le moto, il rugby e qualsiasi cosa piaccia agli uomini. Hai tutte le qualità che piacciono ai ragazzi, perché non dovrebbero interessarsi a te scusami?" chiese confusa e irritata "Non dico che non devono interessarsi a me ma... Io sono un disastro e non un disastro di quelli che ti sconvolgono la vita in maniera positiva. Io sono un disastro con la D maiuscola. Con la mia acidità, la mia stronzaggine e con il mio cuore a pezzi che aspetta solo un abbraccio da una persona importante per ritornare a battere. Sono stanca di soffrire e di essere sempre triste per ogni casino che combino. Io sono un disastro di quelli che nessuno che mi conosce bene vorrebbe avere accanto. Io non piaccio a nessun uomo proprio perché sono io" risposi con determinazione "sei sempre stata troppo poetica. Smettila di leggere tutti quei libri sdolcinati e vai a rimorchiare qualche ragazzo!" disse tranquillamente "io non flerto con nessuno e non accetto nemmeno chi flerta con me" risposi seccata "e invece sbagli! Si va bene farsi correre dietro ma non farli scappare con la tua acidità morale" disse seriamente preoccupata "è il mio carattere devono accettarlo e poi non mi faccio desiderare. Voglio solo tenerli lontano dal casino che sono" risposi triste "oh tesoro, vedrai che troverai l'uomo giusto" disse abbracciandomi "come lo sai? E perchè ne sei così sicura?" chiesi con aria triste "perchè so come sono fatti gli uomini quando si innamorano" disse sicura di sé "e secondo te ne esistono ancora di uomini che si innamorano?" chiesi incuriosita "certo ma è difficile per loro ammetterlo. Hei, ti prometto che ne troverai uno talmente pazzo di te che ti seguirà perfino in bagno" disse cercando di tirarmi su di morale "ma smettila" la rimproverai "hei te l'ho promesso giusto? E sai che quando io prometto qualcosa, ho sempre ragione" disse con convinzione "certo certo sapientona" dissi tirandole un cuscino in piena faccia "troia! Sai che ho ragione!" gridò entusiasta "si va bene hai ragione" risposi con un sorrisetto, lei non rispose ma ebbe un sorriso vittorioso stampato in faccia per tutto il tempo finché non arrivó il momento per me di andare dalla mia famiglia.
"Divertiti stasera dai tuoi" disse Erika abbracciandomi sulla porta d'ingresso "certo! E tu divertiti stasera con Matteo" risposi sorridendole maliziosamente, lei mi colpì il braccio "dai su che c'è di male nel fare sesso con la persona che ami" dissi facendole l'occhiolino "ehm... ehm..." disse nervosa "hei che hai? Non l'hai ancora fatto con lui" risposi mettendomi a ridere mentre lei arrossiva imbarazzata "non l'avete ancora fatto?" chiesi stupita dato che lei mi dava consigli sul sesso e i ragazzi "pensavo di farlo stasera ma... ho troppa paura" confessò "hei tesoro, non devi avere paura devi solo sentirtelo. Io con Seba me lo sentivo ogni volta che lo vedevo per quello l'abbiamo fatto presto e ora eccomi qui. Ma non parliamo di me, è una bella cosa fare l'amore con la persona che ami e non c'è niente di male" risposi con dolcezza "g-grazie, le tue parole mi hanno aiutato" disse abbracciandomi forte "devo andare. Domani voglio i dettagli" le dissi con un sorrisetto malizioso stampato in faccia "sogna sogna" mi disse sorridendomi prima di chiudere la porta.
***I quattro giorni dai miei genitori sembrarono infiniti con cene dai milioni di parenti in giro per la regione e poi sopportare tutti i cuginetti pestiferi che ti attaccano alla sedia con la colla. Finalmente ritorno a casa da Erika e non appena entro nel vialetto noto che c'è un'audi rossa parcheggiata proprio davanti al nostro appartamento, spengo i fari per precauzione e mi avvicino ancora un po finché non decido di parcheggiare la macchina e fare il resto della stradina sterrata a piedi. Scendo dall'auto e mentre mi avvicino noto che le luci di casa sono spente, perfetto! Erika è fuori e io non ho neanche le chiavi di casa. Mi avvicino al portico, proprio davati alla macchina e noto che l'interno è vuoto, mi irrigidisco per la paura e incomincio a guardarmi intorno ma non appena vedo il dondolo di legno muoversi, realizzo all'istante che quella è la macchina di Seba e che lui è proprio lì vicino a me che aspetta una mia reazione. Lentamente volto la testa e vedo che lui è seduto sul mio dondolo con il cellulare in mano, molto probabilmente non mi ha vista così decido di indietreggiare e tornare verso la macchina "Sofia?" mi chiama mentre mi ero appena voltata "voglio solo parlare" dice con voce tranquilla ma roca "c-cosa ci fai qui?" chiedo furiosa "volevo parlarti" dice confuso per la mia stupida domanda "potevi telefonare" risposi incrociando le braccia al petto "so che non mi avresti risposto" dice mentre serra la mascella, aveva ragione, nell'ultimo mese mi ha chiamato più di cento volte e non gli ho mai risposto per paura che fosse la sua ragazza o un suo amico che voleva insultarmi "allora hai cinque minuti?" mi chiese "non voglio passare cinque minuti con te è diverso" risposi furiosa "ti prego. Voglio mettere una pietra sopra una volta per tutte a questa storia" mi disse con tono autoritario "una pietra sopra a questa storia? Già dovevo accorgermene molto tempo fa. Non ti è mai importato niente di me vero?" chiesi con un sorriso forzato ma lui non rispose "come pensavo" risposi mentre mi giravo per dirigermi alla mia macchina "dove stai andando?" chiese confuso e arrabbiato "a rifarmi la mia cazzo di vita! Si, quella che tu hai distrutto! Ora per cortesia, sali su quella cazzo di macchina e dimenticami!" gridai ma lui mi prese per un polso e mi fermó "lasciami!" gridai mentre mi dimenavo "no! Sono venuto qui per farmi ascoltare e non andrò via finché non avrai sentito ciò che ho da dirti!" gridò furioso "non voglio ascoltarti! Mi faresti solo soffrire! Lasciami subito o chiamo la polizia!" gridai in preda alla disperazione poi mi girai per non guardarlo ma lui mi prese per le spalle e mi obbligò a voltarmi. Quando mi ritrovai faccia a faccia con lui, gli tirai uno schiaffo fortissimo sulla guancia che lui fu costretto a togliermi le mani di dosso per portarsele alla guancia. "Se mi lasciavi andare non ti succedeva niente!" gridai con l'adrenalina che mi girava in circolo "se non mi vuoi ascoltare adesso, puoi starne certa che mi ascolterai un altro giorno perché ho intenzione di ritornare!" disse con voce ferma e composta "aspetta, non hai capito proprio un cazzo di quello che ti ho detto vero? Seba io me ne vado. Mi trasferisco. Scappo da te e dalla vita che mi hai rovinato. Non cercarmi perché non sarò in Italia. Andrò a Stoccolma. Quindi è finita Seba, addio" risposi triste ma mantenendo una posa ferma e decisa. Al sentire queste parole lui si girò e tirò un pugno sul cofano della sua auto "cazzo!" gridò in collera "cazzo! Cazzo! Cazzo!" gridò mentre sferrava pugni contro la vettura. Quando si calmò, si ricompose e si voltò a guardarmi "quando parti?" mi chiese con voce rotta e le mani buttate in tasca "domani" risposi anche io con voce rotta dal fiume di lacrime che stava per rigarmi il viso. Abbassò la testa e si portò una mano sulla nuca, visibilmente sconvolto per la notizia "allora, fa buon viaggio e ti auguro di trovarti bene" disse sforzando un sorriso falso. Rimasi impietrita dalle sue parole, taglienti come rame di un rasoio. Mi aveva spezzato il cuore una volta ma adesso era tornato per finire il lavoro e ridurlo in polvere. "Grazie. Allora, buona notte" risposi ormai priva di aria nei polmoni mi voltai e mi diressi verso la porta d'ingresso e quando misi le chiavi nella serratura, le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento finalmente sgorgarono fuori come un fiume in piena "Sofia?" mi chiamò all'improvviso. Mi fermai di scatto ma non mi girai. Sentii dei passi che venivano verso di me poi sentii la sua mano calda e rassicurante sulla mia spalla, mi girò dolcemente e mi accarezzò il viso. Piano piano il suo viso si avvicinò fino a quando non ci trovammo a qualche millimetro di distanza e senza dire una parola si avvicinò nuovamente e mi baciò. Quando si staccò mi accarezzò nuovamente la guancia e mi guardò dritta negli occhi "ti amo" mi disse a bassa voce, quelle semplici parole fecero scattare un meccanismo nella mia testa che non mi diede neanche il tempo di pensare alle mie azioni, così lo presi e lo baciai nuovamente. Quando mi staccai, avevo le braccia allacciate attorno al suo collo e lui mi cinceva le sue in vita. Lo volevo e lo volevo sentire mio per un ultima volta. "Fai l'amore con me un ultima volta" dissi e a quella mia richiesa così disperata mi baciò ancora ma con molta foga e desiderio. Mi appoggió contro la porta e girò la chiave. Mi prese in braccio e si portò in camera. Mi adagiò lentamente sul letto e incominciammo a spogliarsi a vicenda finché non rimase nessun vestito a separarci così si mise il preservativo ed entrò dolcemente in me. Provai un po' di dolore ma i suoi baci e il suo tocco delicato mi fecero distrarre dal lieve dolore. Ad ogni spinta mi baciava sempre con più forza e desiderio. Aveva bisogno delle mie labbra e io avevo bisogno delle sue. Scoppiammo in un orgasmo che lo fece spingere un ultima volta per poi distendersi di fianco a me e cingermi le braccia intorno alla vita per poi addormentarsi.
L'indomani sarei dovuta partire per Sidney e me ne sarei andata per sempre da lui.
***
Guardavo il mondo dove avevo vissuto per 23 anni della mia vita scomparirmi sotto i piedi. Mi riuscii quasi impossibile non piangere in aereoporto quando salutai la mia famiglia, i miei amici ed Erika. Stavo partendo per una nuova vita e andrà tutto bene mi ripetevo guardando la mia terra e la mia vecchia vita scomparire sotto di me. Ma dentro di me sapevo che non andava bene per niente. Ero distrutta dal pensiero di non rivedere più Seba e che dopo avermi detto 'ti amo' io l'abbia lasciato lì sul mio letto senza neanche dirgli esplicitamente addio. Sapevo di non potercela fare. Tirai fuori il mio computer dalla borsa e dentro di essa ci trovai un libro che non avevo mai visto. Era vecchio e impolverato con una copertina verde scolorita dal tempo. Lo presi fra le mani e lo aprii e con grande sorpresa vidi che le pagine vecchie e ingiallite erano vuote. Sfogliai il libro finché non trovai una scritta alla pagina uno e riconobbi subito la scrittura di Erika 'scrivi la tua storia. Perché se sei nata vuol dire che sei abbastanza forte per arrivare fino all'ultimo capitolo'. Erika aveva ragione, dovevo vedere che cosa mi spettava la vita in futuro e se per scoprirlo c'era bisogno di andare fino in Australia allora lo farò.
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RomantizmSofia, un'interprete appena laureata si trasferisce a Sidney per lavoro e abbandona famiglia, amici e ragazzo di cui è ancora follemente innamorata dopo aver avuto una storia. A Sidney incontrerà un ragazzo, dolce ma stronzo con le ragazze, che far...