Il giorno successivo, a mezzogiorno, Minerva annunciò che stava andando a pranzo. Prese il suo zaino e chiamò subito l'ascensore. Ma prima che le ante si aprissero, il telefono sulla sua scrivania suonò.
Non volendo disturbare Reign, che era rientrato dall'incontro di lavoro del giorno prima silenzioso e infastidito e non le aveva ancora parlato, corse al telefono e rispose tutto d'un fiato.
"L'ufficio di Reign Keller."
"Sono Stewart, della reception. Ci sono qui un uomo e una donna che dicono di essere i suoi genitori."
Che cosa?
Arrossì e rimase senza fiato.
I suoi genitori?
Persino per i loro standard avevano passato il segno. Un conto era informarsi su di lei, un altro controllare Reign Keller.
Ma come potevano imbarazzarla così?
"Il signor Keller non permette di far salire nessuno nel suo ufficio senza preavviso e loro non sono sulla lista."
Ringraziò la provvidenza per quella regola.
"No, certo che no. Scendo subito."
"Dove?"
Sentendo Reign subito dietro di lei, si appoggiò una mano sul petto per tranquillizzare il cuore che le batteva all'impazzata, attaccò il telefono e si voltò per affrontarlo.
"A pranzo... Scendo per andare a pranzo. Si ricorda che l'ho avvisata?"
"Ho sentito che diceva qualcosa, ma prima che suonasse il telefono. Chi era?"
Cercare di manipolare le tempistiche non aveva funzionato. E lei non mentiva mai.
"Era Stewart."
"Sta facendo salire qualcuno?" chiese lui aggrottando la fronte.
Lei arrossì in un istante.
"No... Si tratta di qualcuno che non è sulla lista. Per questo scendo."
Lui tornò in ufficio.
"Lo richiami. Oggi ho un po' di tempo. Posso vedere chiunque sia."
Lei rimase immobile. Il sangue le si gelò nelle vene. Non sentendola rispondere, Reign si fermò a guardarla. Lei arrossì ancora più profondamente.
"Non c'è bisogno di chiamarlo, signore. Stewart mi ha già detto di chi si tratta."
Lui la guardò con aria interrogativa.
"Si tratta dei miei genitori."
"Oh."
Anche se era preoccupata, Minerva sapeva che a quel punto tanto valeva raccontargli tutto.
"Ho una mezza idea sul perché si trovano qui."
"Sentiamo questa mezza idea," aggiunse lui.
"Be', ecco... Loro sono qui per incontrarla, signore."
"Ah..."
Fece una breve pausa.
"E lei scende perché non vuole che io incontri i suoi genitori?"
"No! No!"
Cos'altro poteva dire?
"Non, signor Keller, non è quello."
"Allora dica a Stewart di farli salire. Se sono qui per vedere la città, posso prestare loro il mio autista e permettere loro di visitare le principali attrazioni in tutta tranquillità."
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LA BELLA ASSISTENTE & IL CEO
ChickLitL'amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona. L'Amore non è una passione. L'Amore non è una emozione. L'amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l'altro ti compl...