CAPITOLO 10

1.5K 137 24
                                    

Il giorno dopo, di mattina presto, salirono su una delle macchine di Rodrigo ed iniziarono il loro viaggio alla ricerca di Santiago. Reign impostò il GPS del suo telefono sullo spagnolo, con grande sorpresa di Minerva.

"Parli lo spagnolo?"

Non aveva rinunciato all'idea di dargli del tu. Reign la guardò di sottecchi. Quella mattina indossava un vecchio paio di jeans che le accarezzavano il perfetto posteriore e un top rosa che esaltava il suo tono di pelle.

Dopo il rischio di baciarla corso la sera prima, il suo corpo reagì come se avesse diritto di essere interessato, attratto, eccitato dalla sua innocente sensualità. Reign cercò di calmarsi. Sì, Minerva era attraente e lui era molto interessato a lei, ma solo dal punto di vista sessuale. Non funzionavano in nessun altro senso.

Minerva Martin doveva restare off-limits.

"Vuoi dirmi che tu non parli lo spagnolo?"

"Solo qualche parola qua e là, ma niente di significativo... purtroppo."

Un'altra ragione per cui l'attrazione che provava era ridicola.

"Non ti preoccupare. Rodrigo ha detto che suo figlio è cresciuto negli Stati Uniti, no?"

L'aria che entrava dal finestrino le spinse una ciocca di capelli sul volto.

"Hai deciso cosa gli dirai?" gli chiese lei sistemandosi i capelli.

"Gli dirò chi è, senza troppi giri di parole."

"Direi che stai per commettere un errore!" esclamò sconcertata.

Ecco qui... La vera ragione che provava che tra loro due non poteva succedere niente. Se lui voleva agire in un modo, lei preferiva l'opposto. Per questo motivo sapeva che non l'avrebbe mai baciata, che non avrebbero mai avuto una relazione, che il sapore delle labbra che tanto desiderava gli avrebbe solo creato problemi.

"Io non credo che sia un errore. Se mio padre mi avesse trovato, avrei voluto che me lo dicesse così. Diretto e onesto. Magari mi sarei arrabbiato all'inizio, ma poi avrei capito."

"Non siamo tutti uguali. Continuo a dirti che il tuo approccio mi sembra sbagliato."

"Chissà perché questo non mi sorprende..."

"Pensa un po'... E se il figlio di Rodrigo non fosse come te? Se fosse un tipo estremamente introverso? I tipi artistici, e secondo il dossier di Rodrigo, suo figlio è così, non sono come gli uomini d'affari."

"Sei un'esperta, quindi?"

Lei si strinse nelle spalle.

"Diciamo che ne so qualcosa. Tutti sanno che gli artisti non sono come gli uomini d'affari. Altrimenti sarebbero uomini d'affari, non artisti."

"Allora, se è un timido artista affamato e sentimentale, dammi un calcio e occupatene tu."

"Cosa? Io?"

"Be', Rodrigo ti ha voluto fortemente qui. Magari questo è il motivo."

E questa era la ragione che gli impediva di rimetterla sul suo jet e rimandarla al reparto contabilità della sua compagnia a New York. Rodrigo poteva far finta di essere alla mano e aperto, ma come ogni uomo d'affari, aveva i suoi segreti, il suo modo di capire le persone. Aveva visto qualcosa in Minerva ed ecco perché l'aveva voluta qui. Reign non poteva discutere questa scelta. Però, ne avrebbe approfittato.

Lei sospirò e si sistemò contro il sedile della macchina.

"Non mi dispiacerà darti un calcio, ma, se lo farò, sarà soltanto per farti cambiare marcia."

LA BELLA ASSISTENTE & IL CEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora