La guardò a lungo. Provò a fare un passo verso di lei, verso di loro, ma si sentì come bloccato da una forza invisibile. Non poteva intromettersi, non era la sua famiglia. In più, non sapeva niente delle famiglie, di quel tipo di perdita... Non sapeva cosa dire o cosa fare. La sola cosa alla quale Reign poteva pensare era prenderla tra le sue braccia e stringerla forte.
Dopo un tempo che gli sembrò un'eternità, Minerva si staccò dai suoi famigliari e si voltò verso di lui. Aveva gli occhi arrossati mentre il naso le continuava a collare. Quell'immagine gli spezzò il cuore.
Reign sentì la propria impotenza riempire ogni angolo del suo essere e si sentì male fisicamente.
Era un sentimento che lo spaventava.
Lo faceva vergognare di fronte a lei.
Cosa si doveva fare o dire in una situazione del genere?
"Mamma, papà, Nate..."
Le tremava la voce, rauca per colpa del pianto.
"Vi ricordate del mio capo, Reign Keller?"
Anche se sembrava strano essere presentato come il suo 'capo', Reign si fece avanti per stringere la mano al padre di lei. Minerva sorrise, ma il sorriso non era dei più felici.
"Adesso non mi dispiacerebbe quella bottiglia d'acqua che mi avevi proposto al nostro arrivo all'aeroporto..."
"Molto bene, andrò subito a prendertela. Qualcun altro vuole qualcosa?"
"Oh, io... Ecco... Non mi dispiacerebbe un caffè," rispose la madre.
Suo padre si passò le mani sul collo.
"Un caffè farebbe piacere anche a me, se non è troppo fastidio."
"Per me invece, una bibita," aggiunse Nathan. "Ma la accompagno al bar, perché il caffè delle macchinette è veramente pessimo."
Quasi gli sfuggì un sospiro di sollievo mentre uscivano dalla porta. Non sapeva se era più contento di portare il caffè ai genitori di lei o di uscire dalla stanza.
"Allora... Ha portato Minnie qui... dalla Spagna."
"Non è stato un granché. È abbastanza semplice quando si ha un jet privato."
Nathan fece una smorfia.
"Sì... Immagino di sì..."
Guardò Reign negli occhi.
"Mi sono reso conto che lei piace moltissimo a mia sorella."
Provò un'ondata di sollievo, ma anche una strana sensazione che non aveva mai provato prima. Minerva lo trovava attraente nel suo mondo, però ora erano nel mondo di Minerva e lui era piuttosto incerto. Non riusciva a starle accanto come si deve.
"Bene, perché anche a me piace moltissimo tua sorella."
Rimasero in silenzio. Reign notò i rumori dell'ospedale, delle macchine, degli zoccoli di gomma degli infermieri, le conversazioni sottovoce. Sembrava un altro universo.
E lui era lì... ancora con lo smoking addosso.
Reign e Nathan si fermarono di fronte ad un ascensore e quando entrarono, Nathan premette il bottone del secondo piano. Reign si schiarì la gola.
"Quanti anni hai? Sedici?"
"Quasi."
"Hai già dei piani per il college?"
Nathan sbuffò.
"Per fare cosa? Andarmene come Minerva e lasciare i miei da soli?" domandò Nathan e poi scosse la testa.
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LA BELLA ASSISTENTE & IL CEO
ChickLitL'amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona. L'Amore non è una passione. L'Amore non è una emozione. L'amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l'altro ti compl...