Alcune sere di febbraio,
Più o meno un anno fa,
Uscivo sul balcone,
Guardavo le persone,
Quando non c'era più il sole,
Passare tra le strade,
Rischiarate dai lampioni.
Le fissavo finché non se ne andavano,
Finché non ne rimaneva più nessuna,
Finché non rimanevamo solo io,
Le stelle,
E la luce della luna.
Attraverso le sbarre del balcone,
Che nella mia mente
Erano come una prigione.
Guardavo la strada sotto di me,
E alcune volte pensavo sarebbe stato meglio cadere,
Piuttosto che rimanere,
In quella macchia di buio
Da cui non riesco ad uscire.
Poi realizzavo il pensiero,
Rientravo scappando,
Con la paura che quel pensiero
Potesse starmi perseguitando.
Ogni volta parlavo
Con quella sfera brillante,
Che crea un po' di luce ogni notte
Anche nell'oscurità più disarmante.
Forse un po' di luce
Potevo crearla anche io,
Forse nel vuoto
C'era ancora qualcosa di mio.
Forse la luna
Non mi ascoltava davvero,
Ma lei non giudicava,
Nemmeno un mio pensiero più nero,
Forse è solo un sasso
Sospeso nell'aria,
Ma a raccontarmi a un oggetto,
Non son mai stata contraria.
Ora non lo penso più,
Di sparire nel nulla,
Ma ho paura ogni volta
Che la mia mente crolla.
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Per quando sarò uscita dall'Oblio
PoetryAttendendo un giorno più luminoso, forse leggendo ciò che scrivo anche altri sapranno arrivarci. Magari sono persone più tristi di me, che non riescono a vedere la luce nemmeno se gliela punti negli occhi. Magari non come me, ma ognuno ha i suoi dra...