3 - Il patto dei lupi

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Rimanesti in silenzio per qualche attimo prima di tornare a sederti.

"Hai 45 secondi per spiegarmi cosa hai intenzione di fare per convincermi."

Lo informasti. Lui annuì compiaciuto dal l'avere la tua totale attenzione.

"La questione è molto semplice: tu togli il potere alle V e loro smetteranno di essere un problema."

"Credi che non ci abbia mai pensato?"

La stava prendendo alla larga e la cosa non ti piaceva affatto. Ti dava l'impressione di essere un burattino che danzava sul palmo della sua mano, proprio come lui voleva. Eri un'attrice, non una stupida marionetta, non avevi bisogno che qualcuno tirasse i fili per te.

"Se colpisci il cuore pulsante li destabilizzi. E ora ho una domanda per te: chi credi sia il cuore pulsante."

Alzasti gli occhi al cielo. Stava giocando, ma solo per questa volta avresti fatto finta di nulla e avresti giocato secondo le sue regole.

"Vox."

"Esatto, cara ascoltatrice! E ultima domanda per il pubblico: cosa brama di più?"

La risposta era così scontata che temevi si trattasse di una domanda a trabocchetto.

"L'attenzione."

Alastor emise un verso di approvazione per la correttezza della tua risposta.

"Continuo a ripeterti, però: credi che non ci abbia mai pensato? Hai ancora 15 secondi per convincermi."

Stava iniziando a spazientirti il suo modo di evitare la tua domanda.

"La questione è semplice: bisogna trovare qualcosa che distolga l'attenzione. Per esempio un hotel."

Il sorriso si arricciò facendosi quasi sornione, come se volesse lasciare a te l'onore di capire dove il suo discorso stava andando a parare. E sapevi la piega che quella conversazione stava prendendo. Tamburellasti le dita contro la superficie del tavolo in legno, ponderando i pro e i contro.

"Ricapitolando: hai bisogno che il tuo progetto abbia successo per togliere i riflettori da Vox per puntarli su di te. E io in cosa posso esserti utile?"

Sapevi come avresti potuto aiutarlo, ma quel gioco di domande retoriche e pianificazioni poteva essere giocato da due parti.

"Semplice! - esclamò lui allegro - Prendendo parte al progetto! Farebbe davvero comodo qualcuno che si occupi dell'immagine."

Ora che tutte le carte erano state scoperte non c'era più motivo di temporeggiare. Dovevi prendere una decisione.

"Oh, cara. Vedo quelle rotelline girare. Prenditi tutto il tempo per riflettere."

Non ti eri accorta che il demone radio, nel mentre, si era alzato affiancandoti. A quelle parole ti diede un paio di colpetti sul capo.

"Non ho alcuna fretta. Volevo farti sapere che l'offerta è sul tavolo."

Annuisti e ti alzasti nuovamente. Eseguisti un live inchino accompagnandolo con un sorriso.

"Capisco, Alastor. Ci penserò."

"Splendido!"

E con quell'ultima esclamazione il demone si tramutò in ombra, fondendosi con le sagome scure gettate al suolo dalla luce calda del bar e sparì dalla tua vista in pochi secondi.

***

Quando ritornasti agli Studios l'unica cosa che avresti voluto fare era chiuderti nel tuo ufficio e riflettere. La proposta di Alastor era così allettante che avresti voluto averla accettata seduta stante. Ma il successo che avevi ottenuto non era grazie all'imprudenza e all'avventatezza. Sapevi che ogni cosa aveva vantaggi e svantaggi. Il primo tra tutti gli svantaggi sarebbe stata la perdita di sicurezza. Certo, a piano ultimato ad avere il potere sareste stati tu ed Alastor, non avresti più dovuto manovrare qualcuno, niente più limitazioni e niente più servizi. Ma nel mentre saresti stata vulnerabile. Senza potere non si andava da nessuna parte. Afferrasti la prima bottiglia di liquore che trovasti e ne buttasti giù un sorso abbondante: era un buon rimedio per cancellare quella sensazione di essere impantanata.
A coronare il tutto di lì a poco avresti rivisto la causa dei tuoi problemi. Avere a che fare con Vox era l'ultima cosa della lista di cose che avresti voluto fare.

Quando bussasti alla sua porta e dentisti il comando di entrare prendesti un profondo respiro: le parole di Alastor dovevano restare fuori da quell'ufficio. Ora era il momento di recitare la parte dell' ubbidiente segretaria e collega.

"Oh, Zuccherino! Eccoti finalmente!"

Il tono allegro di Vox ti fece tirare un sospiro internamente: almeno l'incazzatura gli era passata. E per qualche motivo sospettavi che la ritrovata serenità fosse anche da imputare a Valentino che, con il capo abbandonato contro lo schienale, colorava l'aria con vivaci sbuffi rossi. Arricciasti il naso alla vista del demone falena: dire che tra di voi non scorresse buon sangue era dire poco. Decidesti di ignorarlo però, concentrandoti per poco sull'ambiente circostante. L'ufficio era ancora mezzo distrutto e il via vai di dannati che trasportavano schermi nuovi e rotti ti fece capire che i lavori di ristrutturazione erano iniziati da poco. Dovevi riconoscere però che con il passare del tempo questo lavori si stavano facendo sempre più efficienti e rapidi, probabilmente frutto delle innumerevoli volte in cui Vox aveva distrutto l'arredamento.

"Sei stata via per parecchio tempo. Già ci mancavi."

Non rispondesti, non ne valeva la pena: sapevi che ogni parola era falsa e vuota.

"Stanno per iniziare le riprese de "Fiamme culinarie". Dovresti essere sul set."

Gli ricordasti semplicemente, sfogliando l'agenda dove eri solita segnarti i suoi impegni. Una mano ungulata ti sollevo il volto, impedendoti di leggere il resto.

"Sei stata via per parecchio tempo, dov'eri?"

Ed eccolo lì: il grande Vox con un'altrettanto grande mania di controllo. Ma sapevi che non era tutta farina del suo sacco.
Alle volte era quasi comico come tu fossi in grado di controllarlo e manipolarlo a tuo piacimento per il tuo vantaggio. Sapevi instillarli i semi di idee che poi sbocciavano nella sua mente come idee personali. Ma, proprio per questo, sapevi quanto fosse facile anche per altri a lui vicini instillargli sospetti. Il tuo sguardo si spostò brevemente su Valentino, ora con lo sguardo fisso su voi due: ci avresti scommesso l'anima che ad instillarli il seme del dubbio e dell'incertezza fosse stato lui.

"A fare una passeggiata, caro. Dovevo schiarirmi le idee riguardo il ritorno del demone radio. Sai che non c'è niente di meglio di un po' di aria sulfurea e grida di disperazione per calmarmi."

A quelle parole Vox mollò la presa sul tuo volto e ti scostò una ciocca dal volto, fermandola dietro l'orecchio.

"Non hai niente da temere. I relitti sono condannati a restare sui fondali: non c'è niente che possa fare."

Ti trattenesti dal ridere: fino a qualche ora fa si lagnava come un bambinetto e ora pretendeva di giocare la parte di chi ha tutto sotto controllo. Ti limitasti invece a sorridergli con finta riconoscenza.

"Lo so. Hai tutto sotto controllo e niente può ostacolarti."

Valentino emise un verso di disgusto che ti fu facile ignorare, ma per una volta condividevi il suo sentimento: mai bugia più grandi furono dette da te e nemmeno di così tanto nauseanti.

L'unica cosa che volevi fare in quel momento era strappargli tutto e vederlo strisciare.

Fu allora che decidesti: avresti accettato l'offerta di Alastor.

Gli avresti strappato ogni goccia di controllo.

***

Salve dannati!

Let me know se il capitolo vi è piaciuto! ^^

L'offerta di Alastor sembra decisamente interessante e conveniente e la cara Y/n è molto facile da tentare.
Prima di salutarvi ci tengo a fare ulteriori precisazioni: ora che la prima stagione di Hazbin Hotel si è conclusa posso dire con certezza che ci saranno parecchie cosa che divergeranno dalla trama originale. Dannato avvisato, mezzo salvato.

Baci e bacini!

Zeph

Lights, Camera, Action! [Alastor x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora