Capitolo 4

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Jaxen per miracolo si era ricordato di osservare quello che era il suo cellulare dove Nathaniel gli aveva scritto di essere in un piccolo bar nel vicolo dietro il conservatorio. Chissà da quanto tempo lo stava aspettando li visto che era stato il primo a fare quella valutazione ma un po' sotto sotto Jaxen iniziava a credere che se lo meritasse eccome di aspettarlo per tutto quel tempo.

Jaxen ci mise davvero un bel po' prima di riuscire ad individuare il bar anche perché molto piccolo e con un ingresso nemmeno tanto visibile cosa che fece chiedere al castano come mai l'altro si fosse andato ad intrufolare in un posto del genere ma la risposta gli fu chiara quando entrando notò il pianoforte presente su quello che era un piccolo palchetto e Nathaniel che lo stava suonando. Jaxen rimase un momento fermo ad osservare il moro suonare il pianoforte prima di guardarsi intorno e appurare che oltre a loro due, e quello che era un cameriere che stava dando le spalle all'ingresso mentre puliva i tavoli, sembrava non esserci nessun altro.

Ignorando completamente il cameriere che sembrava perso nel suo mondo Jaxen raggiunse velocemente Nathaniel palesando la sua presenza al ragazzo mettendosi seduto accanto a lui difronte al pianoforte. Nathaniel avvertendo che qualcuno gli si era avvicinato alzò un attimo lo sguardo e sorrise quando riconobbe il suo ragazzo interrompendo anche la melodia che stava suonando.

-ti hanno fatto entrare proprio per ultimo immagino- sussurrò Nathaniel -com'è andata?- chiese ancora innocentemente l'altro e Jaxen lo scrutò attentamente chiedendosi perché avesse così tanta voglia di scherzare su tutta quella situazione: non riusciva a capire che lo aveva letteralmente distrutto con le sue azioni.

-hai da dirmi qualcosa?- lo ignorò Jaxen, voleva dare al suo ragazzo un'altra possibilità prima di gridargli contro e sperava davvero che Nathaniel la cogliesse, almeno in caso contrario non avrebbero avuto tanto pubblico ad assistere a quella discussione.

-eh? Cosa dovrei dirti? Ah intendo dove dobbiamo andare ad appartarci?- chiese con il sorriso Nathaniel mentre Jaxen alzava gli occhi al cielo.

-sei davvero stronzo. Continui a far finta di niente- non riuscì a trattenersi Jaxen con lo sguardo di Nathaniel che di faceva sempre più confuso a sentire quelle parole -ti credevo il mio ragazzo e tu che fai mi pugnali alle spalle. Ti sei divertito spero a far finta di essere teso per una valutazione che sapevi di poter vincere-

-Jaxen cosa diavolo stai dicendo?- sussurrò Nathaniel non capendo minimamente quello che stava cercando di dirgli l'altro: sembrava davvero come se gli mancasse un pezzo del puzzle.

-ancora a fare il finto tonto? Nathaniel ormai ho scoperto tutto dovresti almeno avere la decenza di ammettere la cosa invece di cercare scuse inutili che non servono assolutamente a nulla-

-non so perché mi stai parlando in questo modo sinceramente Jaxen quindi non riesco a capire cosa io secondo te abbia fatto di male per meritarmi questo odio- e Nathaniel guardò preoccupato verso il ragazzo rosso che aveva posato un attimo la pezza e si era messo a fissarli fin troppo confuso e preoccupato dalla loro discussione.

-e continui...lo so cosa volevi fare con la storia del sesso, l'ho capito troppo tardi-

-Jaxen?-

-volevi distrarmi e forse credevi anche che il dire "facciamo sesso oggi" fosse una bella compensazione ma non lo è. Io non sono il giocattolino di nessuno Nathaniel e torna a fare la puttana con gli altri- urlò definitivamente Jaxen -in primis con il professor Carter-

-Jaxen cazzo stai dicendo?- chiese con voce tremante e occhi lucidi Nathaniel: perché lo stava attaccando in quel modo l'unica persona alla quale volesse realmente bene li? Jaxen però non gli rispose e si alzò dallo sgabello per dirigersi verso l'uscita di quel bar sentendosi anche meglio per essersi finalmente sfogato come doveva.

-ehi dove vai- ringhiò una voce a lui fin troppo conosciuta e solo dopo un bel po' si accorse che il cameriere lo aveva raggiunto e gli si era parato davanti.

-levati Patrix non sono cazzi tuoi-

-sto lavorando e tu hai appena trattato di merda un mio cliente per una ragione non apparente quindi gradirei delle spiegazioni- disse serio il rosso che ogni tanto lanciava sguardi preoccupati in direzione del moro che era rimasto immobile al pianoforte.

-non devo dare delle spiegazioni a quello che è semplicemente un mio compagno di classe. Okay stai lavorando ma la questione è fra me e quella puttana laggiù- e nel dire le ultime due parole alzò il tono di voce facendo si che Nathaniel lo sentisse: voleva ripagarlo con la stessa moneta.

-Jaxen- ringhiò Patrix che aveva visto come il ragazzo moro stesse tremando a quelle parole me Jaxen lo scostò di lato uscendo definitivamente da quel locale. Patrix sospirò e andò verso il bancone per riempire una tazza con della cioccolata calda che avevano sempre pronta e raggiungere il moro al pianoforte -tieni- gli disse e dopo un po' di incertezza il moro prese la tazza con le lacrime che gli rigavano gli occhi anche se non stava emettendo un suono -che è successo? So che Jaxen alcune volte da di matto ma questo non giustifica il modo in cui ti ha trattato-

-non è nulla- riuscì a sussurrare Nathaniel cercando di non crollare emotivamente del tutto.

-non puoi dire non è nulla quando ho visto quello che è successo. Sai da come parlavate sembravate...-

-era il mio ragazzo- lo bloccò Nathaniel -anche se lui non voleva farlo sapere e...e a quanto pare ho fatto qualcosa che non so che lo ha mandato in bestia tanto da farmi dire quelle parole- inizialmente il moro non voleva sfogarsi, ma proprio per niente, solo che vedendo come il rosso si fosse messo completamente in ascolto non aveva resistito oltre. Letteralmente oltre a Jaxen non era riuscito a legare con nessuno i suoi compagni di classe lo ritenevano semplicemente troppo genio per parlare con lui, e Nathaniel aveva davvero bisogno di sfogarsi.

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