Capitolo 19

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Patrix entrò in quella che era la cucina cercando di fare profondi respiri e calmarsi ma la cosa sembrava minimamente non funzionare. Nelle ore precedenti aveva completamente cancellato dalla testa le parole del biondo che aveva incontrato all'esterno e che gli aveva chiesto l'accendino solo e soltanto perché era stato troppo concentrato ad allestire i vari tavoli insieme a quelli che erano i suoi colleghi per quella sera. Era stato del tutto tranquillo anche ad inizio serata ma le cose si erano complicate quando aveva incrociato lo sguardo azzurro del biondo mentre serviva i calici di spumante e si era pietrificato sul posto.

Ovviamente aveva distolto velocemente lo sguardo e cercato nuovamente di concentrarsi sul suo lavoro ma aveva avvertito su di se lo sguardo del biondo e la cosa poco alla volta lo aveva mandato completamente in tilt: lo voleva.

-calmati Patrix devi lavorare, non cedere agli istinti- si sussurrò chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore. E stava quasi per calmarsi e quindi riprendere il vassoio che aveva in precedenza poggiato con ancora qualche bicchiere pieno sopra quando avvertì qualcuno entrare nella stanza -torno subito a lavoro- disse prontamente credendo fosse uno dei suoi capi ma quando si voltò con il vassoio in mano si trovò davanti il biondo di quel pomeriggio.

-non credo- ridacchiò lui osservandolo attentamente e Patrix lo maledisse mentalmente visto che tutto quello che aveva fatto per riuscire a calmarsi era letteralmente andato a quel paese in due secondi esatti.

-ehm in teoria non dovresti essere qui- sussurrò Patrix -sai se ti trovano finiamo nei guai- continuò il rosso posando nuovamente il vassoio sul tavolo perché stava diventando leggermente pesante da tenere con una mano sola.

-e allora non facciamoli entrare in questa stanza no?- domandò Darcy -e comunque nessuno si accorgerà della tua assenza per un bel po' visto che il direttore ha iniziato a fare il suo discorso e tutti sono impegnati ad ascoltarlo. Conosco i suoi discorsi e durano ore nel peggiore dei casi ma per noi potrebbe essere una cosa positiva-

-noi?- domandò con un sopracciglio alzato Patrix facendo finta di non capire quello che in realtà voleva l'altro, perché ormai aveva intuito le intenzioni del biondo.

-andiamo lo sai benissimo, sono stato fin troppo palese- rispose Darcy ridacchiando -ma almeno ho messo le cose abbastanza in chiaro prima di agire-

-posso almeno presentarci a vicenda o passiamo all'azione?- si decise a dire Patrix al quale non dispiaceva minimamente fare sesso con il ragazzo che aveva difronte.

-non mi dispiacerebbe passare subito al dunque ma capisco che tu voglia sapere che nome dire mentre impazzirai dal piacere- ridacchiò Darcy avvicinandosi al rosso e intrappolandolo tra il suo corpo e uno dei tavoli della cucina. Nel mentre Patrix aveva alzato un sopracciglio per quello che aveva appena detto l'altro ma non si sentiva nemmeno tanto sicuro da smentirlo -Darcy- gli sussurrò poi il biondo a pochi millimetri dalle sue labbra, labbra che Patrix rimase a fissare per un bel po'.

-bene Darcy però non credo davvero sia il caso di restare qui, potrebbe entrare chiunque- sussurrò Patrix mentre avvertiva il respiro del biondo mischiarsi al suo per via della loro vicinanza.

-nessuno verrà qui visto il discorso del direttore quindi non pensarci- ridacchiò Darcy e finalmente annullò le distanze tra loro baciandolo. E Patrix rispose immediatamente al bacio mettendo un braccio intorno a collo del biondo mentre l'altro lo piegava dietro di se per darsi un appoggio in caso Darcy avesse provato a spingerlo all'indietro.

-io comunque preferire spostarmi da qualche altra parte- riuscì a dire Patrix sulle labbra del biondo.

-dopo, adesso abbiamo dato inizio alle danze qui quindi continuiamo qui- rispose Darcy riprendendo poi il bacio che avevano interrotto momentaneamente per parlare. E Patrix decise di lasciar perdere le proteste sperando dentro di se che nessuno realmente entrasse in quella stanza e li beccasse perché altrimenti si sarebbero trovati in grossi guai, ma davvero grossi. Forse non Darcy ma lui di sicuro si visto che era in pieno orario di lavoro e quello non era minimamente lavoro. Darcy incurante dei pensieri che stavano realmente preoccupando il rosso che aveva incastrato tra se e il tavolo della cucina iniziò a sbottonare i quattro bottoni del gilet nero della divisa del cameriere e successivamente passò a quelli della camicia bianca sfilando la stessa dai pantaloni.

-hai davvero bisogno di togliermi anche la camicia?- domandò confusissimo Patrix avvertendo subito dopo le mani congelate del biondo sul suo petto cosa che gli fece correre un brivido lungo tutta la colonna vertebrale.

-altrimenti che gusto c'è?- gli domandò ridacchiando ancora Darcy che aveva spostato le attenzioni della sua bocca sul collo esposto del rosso -tu non mi hai ancora detto il tuo nome- gli fece notare poi fermandosi un momento a guardarlo negli occhi nocciola.

-Patrix- riuscì a rispondere il rosso prima che Darcy lo prendesse da dietro le cosce per farlo sedere sul tavolo della cucina. Patrix approfittò di quella posizione più stabile anche per spostare la mano dal tavolo al petto di Darcy ancora costretto nella camicia azzurra che stava indossando ma la ignorò scendendo delicatamente con la mano fino ad arrivare all'altezza della cerniera del jeans -non è giusto che io sia l'unico svestito-

-non ti ho ancora tolto niente Patrix- ridacchiò Darcy bloccando la mano del rosso solo per sporgersi a baciarlo nuovamente sulle labbra.

-e allora muoviti- il rosso morse leggermente il labbro inferiore di Darcy che ghignò.

-questo lo hai voluto tu quindi non lamentarti- e Darcy ebbe la lucidità di spostare di lato il vassoio con ancora i bicchieri pieni di spumante prima di far sdraiare di schiena Patrix sul tavolo -prima qui perché non resisto poi ti porto su un letto vero e mille volte più comodo- gli sussurrò con voce roca vicino l'orecchio e Patrix fu certo di star per morire per quelle parole.

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