Capitolo 9

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-dove sei stato così presto?- chiese Lucas quando vide rientrare il figlio a casa -è sabato e non avevi lezione-

-ma avevo le prove per il concerto- disse confuso Nathaniel -ve lo avevo detto ieri- aggiunse serissimo il ragazzo alternando lo sguardo tra il padre e la madre.

-concerto? Non ci hai detto niente ieri di un concerto-

-certo che ve l'ho detto- ringhiò Nathaniel verso la madre -due volte ma a quanto pare voi non mi ascoltate quando parlo. Questa sera ho il mio primo concerto come primo violino, alle ventuno nell'auditorium del conservatorio- disse nuovamente il moro sperando che i genitori se lo appuntassero da qualche parte -e ovviamente dovete esserci- continuò perché non aveva nessuna intenzione di fare il suo primo concerto senza la presenza dei suoi genitori. Aveva bisogno di loro come incoraggiamento o anche per fargli semplicemente vedere quanto si stesse impegnando.

-non possiamo- disse Mia con noncuranze.

-eh? Cosa avete da fare di così importante proprio oggi?- domandò iniziando ad entrare in panico il ragazzo: non potevano non andare al suo primo concerto!

-andiamo a trovare Darcy- rispose Lucas tranquillamente -fa spostare il concerto-

-non posso far spostare il concerto!- protestò Nathaniel -non sono io quello che lo organizza! Voi non potete rimandare?-

-potremmo ma abbiamo già avvisato tuo fratello che saremmo arrivati quindi non ci sembra corretto farlo per uno stupido concerto-

-uno stupido concerto?- domandò con voce tremante Nathaniel -è il mio primo concerto ed è importante per me!- protestò Nathaniel -immagino che dovete semplicemente andargli a fare un saluto che potete fare in qualunque momento ma non vale lo stesso per questo concerto-

-non vediamo tuo fratello da troppo tempo- disse tranquillamente Mia -dobbiamo andare da lui e il tuo concerto possiamo vederlo un altro giorno. Non fare i capricci come tuo solito-

-come volete, andate da quel bastardo. Di me non vi importa proprio nulla- ringhiò Nathaniel.

-EHI SIGNORINO NON PARLARE DI TUO FRATELLO IN QUESTO MODO- alzò la voce Lucas alzandosi anche dal tavolo -tu non mangi a pranzo per queste parole-

-va bene- disse tranquillo Nathaniel -non avevo fame visto che i miei genitori non pensano nemmeno un secondo a me-

-questo non è vero ti facciamo fare tutto quello che vuoi, se continui così non cenerai nemmeno-

-a che ora partite?-

-ehm dopo pranzo-

-allora la cena me la posso cucinare anche da solo, buon viaggio e mandate un bel vaffanculo a mio fratello- Nathaniel non diede nemmeno il tempo ai suoi genitori di rimproverarlo nuovamente per quelle parole che prese e andò a rinchiudersi in camera. -e vaffanculo anche a voi- sussurrò con gli occhi lucidi prima di prendere il suo cellulare e cercare nei contatti il numero di Patrix avviando la chiamata.

-ehi Nath tutto bene?- domandò il rosso sorpreso da quella chiamata e ringraziando anche mentalmente di essere uscito nel retro del locale per una pausa sigaretta. Sigaretta che aveva tra le mani in quel momento e che aveva acceso da poco.

-no- sussurrò Nathaniel con voce tremante.

-ehi ma tu stai piangendo...cos'è successo Nath?- e Nathaniel non faticò ad avvertire la voce preoccupata di Patrix.

-i miei hanno bellamente deciso che il mio concerto è una cosa inutile da vedere quindi non rimanderanno il maledetto impegno che si sono presi e che non è minimamente importante per venire a vedere il mio primo concerto- spiegò velocemente il moro non nominando suo fratello. Nessuno li infatti sapeva dell'esistenza di Darcy e non aveva nessuna intenzione di parlarne visto che sarebbero uscite fin troppe domande alle quali non voleva assolutamente rispondere.

-ma è il tuo primo concerto e non ti ricapiterà più nella vita. Prova a convincerli-

-credi che non lo abbia fatto?- sussurrò Nathaniel passandosi una mano sul viso -il risultato è stato che mi hanno detto che non potevo pranzare con loro e che stavo facendo i capricci come mio solito-

-gli hai solo chiesto di andare al tuo primo concerto non hai preteso che ti comprassero l'ultimo modello di un violino costosissimo- borbottò esasperato Patrix: come diavolo facevano i genitori di Nathaniel ad essere così insensibili nei suoi confronti?

-a quanto pare per loro io non esisto- "esiste solo Darcy" aggiunse mentalmente iniziando a guardare fisso in direzione della finestra di camera sua -per loro è già troppo avermi permesso di fare tutti i corsi che volevo al conservatorio-

-senti vuoi venire a stare da me per un po'? Non credo che stare a casa ti faccia bene in questo momento-

-tanto partono dopo pranzo non ti preoccupare e poi tu sei ancora a lavoro, anzi scusami per averti chiamato all'improvviso-

-ma scherzi?- Patrix sorrise -ti avrei risposto in qualunque momento e poi sono anche in pausa quindi non devi preoccuparti. Ma sono serio quando dico che se hai bisogno di stare da me i miei non faranno storie-

-se sto da te molto probabilmente Maxim mi esplode per la gelosia- ridacchiò leggermente Nathaniel mentre Patrix alzava gli occhi al cielo prendendo un tiro dalla sua sigaretta -mi passerà...avevo solo bisogno di sfogarmi con qualcuno-

-a cosa servono i migliori amici se non per sfogarsi?- domandò sinceramente Patrix -te l'ho già detto una volta e continuerò a dirtelo: chiamami tutte le volte che vuoi-

-lo stesso vale per te Patrix- si ritrovò a dire Nathaniel -se hai qualcosa che ti preoccupa puoi sempre parlare con me-

-lo terrò a mente Nath ma al momento sono fin troppo tranquillo- Patrix prese l'ultimo tiro dalla sua sigaretta prima di spegnere il mozzicone e buttarlo nell'apposito cestino -io rientro se hai bisogno di qualunque cosa non esitare a chiamarmi-

-certo Patrix- annuì Nathaniel -buon lavoro e ci vediamo questa sera- chiuse la chiamata il moro sospirando pesantemente per poi sorridere e andare nella chat con Maxim.

"ho scoperto che questa sera avrò casa libera quindi vuoi venire da me?" scrisse velocemente il messaggio sperando in una risposta affermativa da parte dell'altro.

"certo Nath anche se non posso prometterti di trattenermi se siamo completamente da soli"

"e tu non trattenerti" rispose con un leggero sorriso Nathaniel mentre poco alla volta le sue guance si arrossava al pensiero di quello che sarebbe successo quella sera.

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