Capitolo 5

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Patrix lanciò ancora una volta un veloce sguardo in direzione del moro. Dopo che si era finalmente aperto con lui sfogandosi un po' erano entrati dei clienti ed era stato costretto il rosso a servirli quindi aveva lasciato da solo il moro. Per sua fortuna il ragazzo non se ne era andato ma si era semplicemente spostato dal pianoforte a uno dei tavolini bevendo con calma la sua cioccolata calda.

Patrix sorrise nuovamente in direzione della famiglia che dopo aver preso le loro ordinazioni si posizionò in un altro dei tavolini li presenti, parecchio distante dal moro, e il rosso prese un piattino con qualche pasticcino per andare nuovamente da quello che era l'ex di Jaxen.

-non hai dei clienti?- sussurrò Nathaniel quando vide il rosso sedersi perfettamente difronte a lui e porgergli i pasticcini.

-si ma li ho sott'occhio anche da qui. Sei tu quello che ha bisogno di me adesso- disse tranquillo Patrix.

-ma non ci conosciamo nemmeno- protestò debolmente Nathaniel.

-rimediamo no? Sono Patrix- e il rosso porse la mano all'altro che la osservò per un po' prima di stringergliela.

-Nathaniel-

-allora come vi siete conosciuti tu e Jaxen? Non ti ho mai visto a scuola nostra-

-vado in un'altra scuola in realtà- sussurrò Nathaniel che ci aveva provato in realtà ad andare in quella pubblica li presente, che essendo solo una era quella dove andavano la maggior parte dei ragazzi di quella città, ma il suo livello era troppo avanzato per il livello dei suoi compagni e i genitori erano stati costretti a mandarlo all'unica altra scuola li presente: quella privata dove era così pochi che sembrava quasi di essere alla stessa scuola di Darcy.

-vai alla Saint Luis?- domandò sconvolto Patrix visto che c'erano solo quelle due scuole -cavolo!-

-già, io sarei rimasto anche a quella pubblica ma i prof hanno detto che ignorarli mentre spiegano cose che già so gli dava sui nervi e o dovevo andare in una classe avanzata o alla Saint Luis. I miei non volevano farmi stare con ragazzi più grandi quindi eccomi alla Saint Luis dove comunque so più cose dei miei compagni e mi odiano tutti per questo- sbuffò Nathaniel.

-wow, un piccolo genietto?- domandò con un leggero sorriso Patrix e Nathaniel annuì nuovamente.

-comunque ho conosciuto Jaxen al conservatorio, entrambi siamo nella stessa classe di violino- e Nathaniel indicò con la testa in direzione della custodia del suo violino presente al suo fianco.

-e vi siete messi insieme- continuò Patrix davvero curioso di capire come avesse fatto il moro a riuscire ad entrare nel circolo delle amicizie di Jaxen, Jaxen che non lasciava mai che qualcuno gli si avvicinasse.

-be' c'è voluto un po' in realtà, il primo anno nessuno mi parlava perché ero troppo bravo rispetto al livello della classe e solo dopo un po' io e Jaxen ci siamo avvicinati. Prima eravamo semplicemente amici e poi si siamo accorti che provavamo qualcosa...io non lo capisco- sussurrò Nathaniel chiudendo un momento gli occhi -non capisco perché si è comportato in questo modo. Capisco che poteva essere nervoso per la valutazione di oggi ma chiamarmi puttana dal nulla...- e Nathaniel bloccò le sue parole sciugandosi velocemente le lacrime.

-è uscito fuori di testa non ci sono altre spiegazioni- sussurrò Patrix davvero confuso, certo non aveva mai immaginato che a Jaxen potessero piacere i ragazzi quindi si trovava un po' impreparato su quella situazione ma voleva comunque aiutare il moro -proverò a parlargli domani a scuola e cercare di capire perché è uscito di testa-

-non devi farlo-

-certo che devo. Ti ha trattato di merda e io non accetto un comportamento del genere- Patrix era serissimo -oltre a lui avevi qualcun altro con cui confidarti?-

-no- sussurrò Nathaniel.

-bene allora da adesso considerati mio amico- sorride Patrix.

-ma...-

-ma cosa? Hai bisogno di un amico che non sia quel coglione che ti ha appena lasciato malamente per nemmeno una ragione valida- il rosso sembrava davvero non voler sentire proteste e allora Nathaniel si arrese ad annuire anche se sotto sotto iniziava davvero a essere contento di quella strana piega che stava prendendo quella situazione. Oltre a Jaxen non aveva mai avuto nessun amico e ritrovarsi all'improvviso con Patrix che si autoproclamava suo amico era come tronare a respirare dopo tanto tempo.

-ma devi capire che ci saranno delle conseguenze- sussurrò dopo un po' Nathaniel.

-e quali?-

-che vorrò sapere tutti i tuoi turni qui per venire a darti fastidio e tediarti con la mia vita di merda- e a quelle parole Patrix scoppiò letteralmente a ridere in faccia al moro.

-sei il benvenuto qui quando vuoi soprattutto se ti metti a suonare come hai fatto prima- e Patrix indicò con la testa verso il pianoforte -sai il proprietario del locale lo ha messo li perché sperava di attirare qualche cliente dal conservatorio ma siamo fin troppo nascosti e quel piano è stato suonato per la prima volta da te dopo non so quanti anni. Almeno avrà un'utilità-

-oh okay- sussurrò Nathaniel sorridendo sinceramente verso il rosso che sorrise a sua volta.

-e mi devi insegnare-

-insegnarti?- domandò sorpreso Nathaniel -perché?-

-mi è sempre piaciuta la musica ma non so suonare e non ho nemmeno i soldi per permettermi di pagare il conservatorio- spiegò velocemente Patrix -figuriamoci comprarmi uno strumento-

-va bene ma quando vorresti farlo?-

-anche mentre lavoro tanto credo ti sia accorto anche tu che nessuno entra qui dento se non per caso- e Nathaniel fu costretto a concordare con quell'affermazione del rosso: anche lui era entrato li dentro per puro caso e prima di quel giorno non si era mai nemmeno accorto ci fosse un bar del genere da quelle parti. Ma quel bar era carino anche perché piccolo e quasi completamente vuoto: dava un senso di intimità che gli piaceva.

-allora siamo d'accordo ma se ti aspetti che io sia un maestro che pretende poco puoi anche non iniziare-

-non ti preoccupare, basta che mi dai il tempo di imparare a suonare prima di pretendere un'intera composizione-

Violin SymphonyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora