Punti di vista

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Crowley cercò di mandare via i mortali tra di loro, promettendo poi di aggiornarli una volta che sarebbe tornato sulla Terra. Nina e Maggie insistettero per restare, conoscendo bene l’instabilità emotiva del Demone, ma quello le mandò via con uno schiocco di dita.

“Bene” disse, buttandosi in modo scomposto sulla poltrona di Aziraphale. “Cosa avevi in mente?” 

Saraquael lo squadrò per un paio di secondi, per poi lanciare un’occhiata a Gabriel. Ai due Arcangeli bastò quello sguardo per intendersi, per capire che entrambi stavano pensando la stessa cosa. 

Muriel li osservò curiosa, con la testa leggermente piegata, cercando di capire cosa avessero in mente, ma con scarsi risultati. 

“Crowley, quanto ti ricordi del tuo tempo in Paradiso?” domandò con un piccolo cenno di speranza nella sua voce. Il Demone la guardò con un leggero sorriso, cercando di ricordare il più possibile. 

Nel frattempo, in Paradiso, qualcuno si era finalmente svegliato dopo quella brutta botta in testa che aveva ricevuto e iniziò a battere le palpebre per vedere meglio. 

Quando aprì gli occhi e si sentì legato la prima cosa che lo sorprese era la forte luce, lo avevano legato con delle corde angeliche, in grado di bloccare qualsiasi Angelo fosse stato legato ad esse.

“Dove…Dove sono?” 

Si guardò intorno spaesato, il biancore delle pareti lo stava accecando,non era mai stato in quell’ala del Paradiso e, ad essere sinceri, non aveva nemmeno idea che ci fosse una stanza così.

Si trovava al centro della stanza, legato con delle corde d’oro a  mani e piedi, seduto su una sedia d’argento e con indosso il suo abito da Arcangelo Supremo.

Improvvisamente, la porta bianca a pochi metri da lui si spalancò e la figura dell’Arcangelo Michele apparve trionfante.

Aziraphale la squadrò con un’occhiataccia, sistemandosi i suoi calzoncini grigi fino al ginocchio, picchiettando nervosamente il leggero tacco delle scarpe perlate. 

“Bene, bene, bene. Il bell’addormentato si è svegliato!” esclamò battendo le mani, un sorriso trionfante in volto. 

“Michele, perché stai facendo questo?” il suo tono di voce era pacato, profondo, ma dentro di sé poteva sentire la rabbia ribollirgli nelle vene.

“Oh Aziraphale…sei sempre stato così ingenuo, così speranzoso, da vedere del buono in tutti.” iniziò Michele con tono cantilenante. “Ignorando cosa stesse davvero succedendo davanti a te” 

“Ascolta, so che sei arrabbiata, ma-” 

“MA NULLA! Sono uno dei Sette Arcangeli, io devo avere il tuo posto! Io!” 

“Va bene, allora” 

“Io dovevo-” si fermò all’istante, sgranando gli occhi a quelle tre parole. “In che senso va bene?!”

“Vuoi avere il mio posto? D’accordo, tienilo. A me non interessa più niente, ho tutto ciò di cui ho bisogno sulla Terra.”

I suoi occhi, ora violacei, avevano un bagliore di rabbia a mala pena visibile. Aveva percepito da tempo l’avidità di Michele per il potere e l’invidia che aveva sempre avuto nei confronti di Gabriel o, addirittura, di Crowley quando era ancora l’Arcangelo Raphael. 

Michele non riusciva a capire da dove venisse fuori tutta quella calma e fierezza del biondo, tratti che non aveva mai mostrato prima. 

Iniziò a capire perché il Metatron avesse scelto lui, ma non riusciva a mandarlo giù. Era un boccone troppo amaro da essere ingerito. 

A New Beginning {AziraCrow} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora