One lie after another + 18 || COMPLETA

_Capitolo 31 • Brutti ricordi_

HERMAN POV'S
Sono in limousine, ci sono: mio figlio, la sua ragazza Sophie, Lorenz e Noah, guardo il paesaggio che scorre dal finestrino, per avviarci verso la nostra grande villa e preparare il piano di arrestare Stephen, e no! Non ho. Cambiato idea sull'arresto.

Perché secondo me il mio demone non è morto veramente, penso che lo stiano nascondendo da me.

Ho visto a sua rabbia è iniziata crescere, e lo so, perché lo conosco molto bene com'è fatto, e so anche che mi odia così tanto, perché l'ho reso la persona più crudele che lui possa essere odiare.

In passato l'ho reso il ragazzo così crudele e malvagio, che lui voleva scappare così tante volte da me, ma non ha potuto, perché l'ho ricattavo sempre, lo ricattavo: con i suoi due migliore amici, la sua famiglia, la sorella e anche dicendogli che sarebbe andato carcere se non avesse seguito i miei ordini, Oh si! Che ci sarebbe andato, perché lui da me non poteva scappare, non aveva alcuna via d'uscita, era imprigionato tra le mie mura, lo avevo tenuto in ostaggio per 12 anni.

La prima volta che l'ho visto con il bastardo di suo padre, l'ho guardato pensando "questo ragazzo, ha qualcosa che a me serve, il suo carattere, lo posso far diventare tutt'altra persona" lo volevo per il suo carattere, perché sapevo, che lui poteva diventare un demone senza anima, e la prima volta che mi ha guardato, era spaventato, era terrorizzato di me, sentiva quella paura che lo potessi portare via dalla sua famiglia, dalla sorella a cui lui voleva bene, dagli amici.

Lo volevo a tutti i costi.

Un giorno l'avevo rapito e portato al quartier generale, lo misi nel camion e per farlo calmare gli iniettati un sonnifero leggero e dopo un'ora si svegliò

Appena lo misi nella sedia dissi ai miei uomini di toglierli il cappuccio, loro eseguirono i miei ordini.

INIZIO FLASHBACK
Si svegliò dopo un'ora, aveva una faccia da cane spaventato, dovevate vederlo, era troppo bello per non ridere, quando mi vide, chiese con voce spaventata che tremava.

Si vedeva da kilometri che aveva paura.
«Dove sono? Perché mi hai portato qui? Cosa vuoi da me?»

Presi una sedia che stava sul tavolo, e mi misi davanti a lui, rispondergli a tutte le domande che voleva.
«Sei nel mio quartier generale di Los Angeles, dove organizzo tutti i rapimenti: di droghe, feste illegali e scambio di merce...»

Continuo la frase precedente.
«Ti ho portato qui, perché mi servi per i miei affari»

Finisco rispondendo alle sue domande.
«E cosa voglio io da te, semplice, ti cambierò in un ragazzo senza sentimenti, con il cuore gelido, che se ne frega della gente e serve un ragazzo per mia figlia e so, che tu saresti perfetto per lei, che ne dici? Ah una cosa, una volta entrato nel mio mondo non può uscire, perché se proverai a farlo, ti ricatterò in mille modi, perciò non hai altra scelta»

Vede i suoi occhi pieni di rabbia che diventavano infuocati, ecco cosa volevo. La sua rabbia, il suo essere forte indominante, quello che non poteva essere dominato da nessuno, solo da me, il suo carattere testardo e pieno di ira, questo mi serviva di lui, e sapevo che potevo tenerlo in pugno se lo ricattavo in ogni modo che volevo.

Lui guardandomi pieno d'ira e digrignando i denti per poi guardarmi sottecchi.
«Anche se non voglio devo farlo comunque, ma lo faccio solo per accontentare te e non pensare che io sia contento che sia qui, perché vorrei in un altro posto tranne che qui, volevo essere con mia sorella a giocare, ma devo stare con te e eseguire i tuoi cazzo di ordini, sei uno psicopatico!«

Io mi alzo per poi avvicinarmi a lui deciso e autoritario facendomi rispettare.
«Non ti permetto di parlami così, sei un bambino del cazzo, perciò porta rispetto, perché sono adulto e sono più grande di te, quindi d'ora in avanti non devi rispondermi male, perché sai dove vanno i bambini che si arrabbiano e mi rispondo male?»