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Apri gli occhi stupido idiota.
Sei sbronzo. Di nuovo.
Fatti passare la sbornia e apri questi cazzo di occhi da serpente.

“Buongiorno”
Caffé.
La voce di Aziraphale era miele, il serpente sorrise appena nell’udirla. Spostò una lunga gamba e sentì il corpo dell’angelo, era seduto accanto a lui, sul divano scuro. Gli porse la tazza, quella ridicola tazza bianca con il manico a forma di ali. Non aveva nemmeno una buona presa quell’affare.
Crowley aprì gli occhi, la luce dell’angelo illuminava la stanza
“Sei espressi”
Le labbra increspate, gli occhi brillanti, quegli occhi un po’ azzurri e un po’ grigi.
“Grazie, angelo”
Bofonchiò, con la bocca impastata dal sonno, dall’alcol, dal pianto.
“Hai bevuto di nuovo?”
Non c’era rimprovero sul viso dell’arcangelo, solo apprensione, forse un briciolo di colpa, o almeno a Crowley piaceva pensare che fosse così.
Di nuovo implica che a un certo punto si è smesso”
Rispose il demone, abbozzando un sorriso sarcastico. Rigirava la stupida tazza tra le mani e non riusciva a smettere di guardare il viso perfetto che aveva davanti. Ogni dettaglio. Lo conosceva a memoria e continuava a rimirarlo come fosse la prima volta. Dall’inizio del Tempo.

Aziraphale sorrise, difficile dire cosa pensasse in quel momento, la sua espressione era serena, le labbra sorridevano, ma gli occhi no.
Gli occhi no.
Sollevò una mano curata dal grembo e gli sfiorò uno zigomo spigoloso. Era come vento. Era come essere accarezzati da una nuvola. Una sensazione che ricordava bene.
“Andrà tutto bene, caro”
Continuava a sorridere, ma non era credibile, non per lui.
Conosco ogni tuo sorriso.

Crowley chiuse gli occhi e assaporò la sensazione di quella carezza.
Solo un altro momento. Ti prego.
Svegliati.
No.
Aprì di nuovo gli occhi, era sdraiato sul divano, nessun odore di caffè, nessuna luce nella stanza, solo bottiglie di liquori sottomarca.
Sospirò.

**

St. James Park era sempre lo stesso. Faceva freddo. Doveva essere... marzo? No, forse era ancora febbraio. La luce del giorno stava già sparendo, nonostante fosse ancora presto. Gli esseri umani erano infagottati nei loro giacconi, tranne qualche temerario in ghingheri per la serata. Non aveva nevicato, strano.
Ma chi se ne frega poi.
Le anatre erano ancora tutte lì, non migravano da molto, non le anatre di St. James Park. Non erano in acqua, solo qualche coraggiosa continuava ad avvicinarsi agli avventori.
Amo quelle coraggiose.
Crowley le tirò un po’ di mais e la guardò mangiarlo avidamente. Un’altra, trovato il coraggio dopo aver visto la compagna, si avvicinò a sua volta
“Beh, dovevi pensarci prima, no? Le scelte si pagano, mia cara”
“Sei ridotto a parlare con le anatre?”
Non sussultò nemmeno. Shax non sarebbe mai riuscita a prenderlo alla sprovvista.

La granduchessa infernale era accanto a lui, nel suo bellissimo cappotto rosso, ben truccata, impeccabile, come sempre.
“Che vuoi?”
“Come granduchessa infernale...”
Oh, quanto amava ripeterlo. Quanto.
Ad. Ogni. Singola. Frase.
“...sono addolorata nel vedere tanto potenziale sprecato. Per quale motivo poi? Il tuo fidanzato ti ha lasciato, non è questo il momento di... come dicono gli umani? Tirare fuori le unghie e darti da fare?”
“No”
Crowley si strinse nelle spalle. Cazzo se faceva freddo.
“Sai cosa hanno in mente di fare? Il tuo angioletto sta pianificando tutto per bene secondo le nostre fonti”
Era implacabile.
Crowley digrignò i denti, non voleva saperne nulla, non voleva sentirlo nominare.
Non. Voleva. Nulla.
Si voltò verso di lei e si tolse gli occhiali. Due occhi gialli la puntavano carichi d’odio.
Shax non aveva mai avuto paura di Crowley, per un lungo periodo lo aveva quasi considerato una specie di amico, qualcunque fosse la concezione che i demoni come lei avessero di questa parola.
In quel momento, eppure, la granduchessa sentì la gola seccarsi. Si ricordò quanto potente fosse quel sentimentale demone.
“Levati dalle palle, Shax. Per sempre. Lasciatemi stare. Volete ammazzarvi e distruggere la Terra? Fatelo, non mi interesssssa”
Sibilò, carico di rabbia.
Si rimise gli occhiali.

“Non ci crede nessuno, Crowley. La fine sta arrivando, non potrai scappare. Non ci sarà un luogo dove scappare. Sta progettando la distruzione totale e alla fine sarai costretto a combattere”
Alla fine avrebbe dovuto schierarsi, e questa volta non si sarebbe schierato con quell’idiota di un arcangelo e questo era già un bene. Portarlo dalla loro parte era essenziale. Il paradiso sarebbe già stato un avversario difficile e l’inferno era in grave carenza di manodopera. Crowley sarebbe stato un alleato fondamentale se solo fossero riusciti a incanalare la sua rabbia nella giusta direzione.
Crowley pensava che se davvero doveva arrivare la fine totale, beh, che arrivasse. Non era un suo problema.

Aveva lottato. Aveva perso. Tutto.
Aziraphale voleva fare del suo meglio, voleva cambiare le cose ed era stato così stupido da credere che sarebbe stato possibile.
Si trovava nei guai? Era una possibilità.
Se stava progettando ciò di cui parlava Shax sicuramente non era stata una sua idea, sicuramente non sapeva come tirarcisi fuori. Sicuramente aveva un piano. Sicuramente.
Sicuramente non gli importava un fico secco.

Se non fosse più stato in sé? Se fosse cambiato? Se lo avessero cambiato?
Chissenefrega.
Aziraphale aveva scelto il suo destino.
Le scelte si pagano, mio caro.

My Season 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora