le ninfee

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Disgusto come mai provato prima. Si attacca alla sua pelle come un liquido denso e vischioso. Si sfrega sul braccio con le unghie, fino a far uscire il sangue.
Ancora non basta.

Passata l'euforia data dal vino, rimane solo il rimorso.

La prima luce del giorno tinge il cielo di viola [1].
Sdraiato sul tappeto del pavimento colmo di polvere, fissa il soffitto prima di chiudere gli occhi.
Si concentra sul proprio battito, incessante, ritmico come rintocchi di una campana.
Tum.
Tum.
Vorrebbe si fermasse e cancellasse il senso di colpa che gli si è attaccato al corpo come un'orrenda piovra.
Magari batte apposta per ricordargli quanto sia vivo e capace di provare vergogna.
Un vortice di pensieri lo avvolge, facendogli girare la testa.

Vincent Duvall capisce di non essere pronto per l'amore.
O meglio, non era pronto a fare l'amore. È fatto per osservare da lontano, lui, vedere la vita attraverso gli occhi degli altri.
Per questo dipinge.
Non sarà mai all'altezza di Fleur.

"Mai" è una parola dura. Mette un punto definitivo alla sua domanda. Non sarebbe in grado di soddisfarla, non sarebbe in grado di mentirle e dirle che no, non è stata la sua unica amata.
No, non ama nessun'altra ma ha compiuto il gesto più intimo di tutti su una ragazza che non era lei. Una che non le somigliava per nulla.
Perchè ha scelto apposta una donna così diversa da Fleur? Aveva paura che il viso del suo fiore si sovrapponesse a quello di un'erbetta di campo? Un tulipano e una margherita.
Un qualcosa che tutti possono avere perde valore, in fin dei conti. Una prostituée [2] vende a tutti quello che di più prezioso ha una donna da offrire. La sua innocenza, il suo ventre.
Ma non è poi vero che quelle ragazze fanno un lavoro come un altro? Lui, che più di tutti si pone a paladino della libertà, dell'Arte, dell'espressione del corpo, si permette di giudicare?
Sì, perchè lui si sente sporco. Lui sente che non avrebbe dovuto.
Critica aspramente sé stesso.
Tutti sono prostitute, che vendono ciò che hanno da offrire.

Animale immondo, figlio del demonio.
Vedi il peccato a cui sei tentato come inutile, brutto e insopportabilmente peccaminoso.

Vincent si ritrova a pensare a Dio.

Si alza in piedi. Raccoglie in fretta i suoi pennelli e i colori, afferra una tela ancora bianca e infine il cavalletto di legno. Dipingere il suo disagio renderà i pensieri più limpidi.

Esce all'aria del primo mattino, frizzante e inaspettatamente tiepida. Tutto è silenzioso sulla collina, solo dal centro della città provengono rumori di vita. Vincent non cambierebbe la pace tetra di Montmartre per nulla al mondo.
Decide che si sarebbe diretto verso Argenteuil[3], almeno fino a raggiungere la Senna e a sistemarsi in un piccolo spazio tra i cespugli. È a un'ora di cammino, circa, ma non gli dispiace apprezzare l'umile periferia della maestosa Parigi.
Inoltre, Argenteuil è dove Monet e Renoir vanno a dipingere. Magari, si sussurra, diventerà come loro.
Renoir, ha chiesto in giro, è in Italia adesso. Un viaggio che Vincent vorrebbe fare con Fleur.
Ha sempre sognato di accarezzare le rovine di quello che fu il punto di maggior esplosione artistica della storia. Girare per Roma, bere un caffè sotto le colonne dei templi. Il Louvre, sebbene ci sia stato solo una volta, non permette di afferrare appieno il potenziale dell'arte classica.
Trova che Fleur starebbe perfettamente insieme alle sculture delle divinità latine. Bella da assomigliare a una dea, così bianca da sembrare di marmo.
Ma lui non è un poeta, infondo, le parole non gli rendono possibile descriverla.

Con il cavalletto sotto braccio e la tela in mano, Vincent passa prati costellati di fiori colorati, campi coltivati e piccole strade di campagna. Lì si sente veramente vivo, il disgusto lo abbandona facendo spazio alla calma.
I timidi raggi del sole colorano gli alberi di un verde acceso e passano tra le fronde creando affascinanti chiazze di luce che risaltano sull'erba ancora bagnata di rugiada mattutina.

Si ferma solo quando raggiunge l'acqua torbida della Senna, che percorre il suo letto quasi come un serpente che si muove sull'erba. Scivola via, ondeggiando.

Posa il cavalletto vicino a una piccola spiaggetta sabbiosa, tira fuori la tavolozza e ci spreme i colori dai tubetti di pére Tanguy[4].
Dipinge, passionalmente immerso nella ricostruzione del paesaggio, a cui aggiunge una colomba bianca che passeggia, leggera, su uno dei tronchi abbattuti degli alberi circostanti. Quella è Fleur, per lui. L'animale simbolo di Afrodite, della purezza ed eleganza.
È più forte di lui, non riesce a non esprimere la gioia che prova nel pensare a lei.

Datemi del pazzo, pensa, ma io la amo.

Ultime pennellate sulla tela, ha la camicia macchiata di azzurro. Tira fuori dalla tasca un portasigarette in alluminio. Se ne è preparato alcune mentre cercava di distrarsi nel buio della sua mansarda. Ne accende una, aspirando il fumo con calma. Gli era mancato dipingere all'aria aperta. Da quando dipinge pensando a lei sente di star creando vere opere d'arte.

Finisce la sigaretta e si toglie la camicia, poi i pantaloni di tela vecchi e sgualciti, rimanendo con la biancheria. Si avvicina all'acqua ed entra con i piedi, rabbrividendo per il freddo. Man mano il suo corpo si abitua all'acqua gelida del fiume e al contrasto con il calore del sole primaverile. Si immerge, cercando di raggiungere l'annullamento dei pensieri grazie all'atmosfera ovattata che c'è sott'acqua.

Quando riemerge, come se si fosse bagnato nel fiume Lete [5], si sente purificato, pulito.
Ora, può tornare a casa a vedere la sua Musa.

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[1]:il viola è il colore della spiritualità, ma anche della fascinazione erotica.
[2]: tradotto, "prostituta".
[3]: piccolo comune vicino a Parigi ed è un luogo importante dell'impressionismo.
[4]: Julien "pére" Tanguy è stato un mercante d'arte e collezionista d'arte francese. Il suo negozio, al 14 di rue Clauzel a Parigi, fu un luogo fondamentale dello sviluppo dell'impressionismo. Tanguy fu uno dei primi a collezionare e vendere i quadri dei pittori impressionisti.
[5]: Nella mitologia greca, il fiume Lete è associato all'oblio e alla purificazione dei ricordi terreni, permettendo all'anima di iniziare una nuova vita nell'aldilà.

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