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Passai l'intera giornata chiusa in camera, con Lily.
Ero triste, ero ferita.
Non pensavo che lei potesse giudicarmi così, dopo tutti i mesi passati assieme... pensavo si fidasse.
Ma almeno ora era felice... no! Lei non era felice! Nessuno è felice da solo..
Mi addormentai di nuovo e mi svegliai dalla vibrazione del telefono.
Risposi: "pronto. " dissi ancora mezza addormentata. Che ore erano? Le 7.30... cosa?! Avevo dormito una giornata intera!
"Ehi... allora che fai?"
"Chi è? "
" sono Jared! " disse lui: dal suono della voce capivo che sorrideva.
"Ah Ciao! Scusa ma... sono solo le sette e mezza!"
"Vabbe... dai aprimi il portone, altrimenti viene troppo tardi poi per le brioche!"
"Ma dove sei?"
"Sotto casa tua. " era serio?
"Scherzi? "
"No, esci daii!! "
Mi alzai dal letto indossai una maglietta bianca e un paio di shorts di tuta e scesi.
Era vero: era fuori dal portone, con in mano delle ciotole, vari mestoli e altri oggetti da cucina.
"

Buongiorno. " disse entrando in casa come se fosse casa sua:"dov'è la cucina? "
"Ma sei pazzo?! " urlai guardandolo mentre si girava per trovare la cucina.
"Ah eccola! Comunque no, non sono pazzo, volevo solo provarti che pure io so cucinare. "
Lo seguii in cucina e cercai di aiutarlo a poggiare le cose.
"Allora: allergie o simili?"
"Si." Dissi.
"A cosa?"
"A te." Dissi ridendo e facendo il giro dell'isola.
Lui si fermò: "signorina... mi sta offendendo! " si mise una mano sul petto.
Io sorrisi e mi sedetti sullo sgabello di fronte a lui:"che mi cucini? "
"Brioche con la marmellata. "
"Non mi piace. "
"Che?"
"La marmellata. Non. Mi..piace." dissi lentamente, in modo che le parole entrassero nei suoi 3 neuroni impolverati.
Lui mi guardò sconvolto: "vabbe allora te ne Faccio un pochi vuoti e poi ci metti quello che vuoi, miss Nonmipiacelamarmellataesonoallergicaate." Disse tutto d'un fiato facendomi sorridere.
Dovevo ammeterlo, era bello stare li con lui, era simpatico.
Miranda entrò in cucina sorpresa: "buongiorno signorini...posso sapere cosa state facendo? "
"Cucino. Lei guarda " Miranda sbiancò improvissamente, nessuno cucinava nella sua cucina e io al massimo riscaldavo le cose già pronte.
"Ma signorino, se vuole faccio io, mentre voi andate di la in salotto a rilassarvi. " disse semprr più sconvolta.
"No no, voglio dimostrare alla Miss qui presente che so cucinare anche essendo un figlio di papà. "
Miranda se ne andò trascinando i piedi.
"Mi hai sconvolto la tata. " dissi guardandolo mentre trafficava con la pasta.
"Tata? Tu. Hai. Una tata? " scoppiò a ridere rumorosamente.
"Offendi Miranda e ti castro. Quando è pronto? " chiesi prendendo del succo dal frigo.
"Ora inforno. Sicura che non ci vuoi nulla dentro? "
"Si." Mi tornai a sedere al mio posto e lo guardai: aveva i capelli castano chiaro scompigliati, in una specie di mini cresta, una canottiera azzurra che gli metteva in evidenza l'abbronzatura e i pantaloni fino al ginocchio e le infradito. Era carino, sembrava un ragazzo normale, non ricco sfondato com'era.
Dopo più di mezz'ora il forno trilló avvertendoci che era pronto e Jared corse ad aprire e li mise su un piattino.
"Et voilà! " esclamó sedendosi.
"Se mi avveleni, ritorno dal mondo dei morti e ti porto con me."
"Che Cos'è questo buon odorino? Sem hai cucinato tu?" Entrò mia mamma in cucina ancora in vestaglia.
"Buongiorno mamma. No ha cucinato Jared. " sorrisi.
"Buongiorno signora. " salutó lui con la mano e mia mamma sbiancò.
"B-buongiorno, ma cosa ci fa lei qui? "
"Oh ma non mi dia del lei! Comunque Sem non mi credeva quando le ho detto che sapevo cucinare e allora le ho provato che si sbagliava. "
Mamma prese il caffè e uscì sorridendo imbarazzata.
"Perché fa così tua mamma?"
"Bo." Dissi io dando un morso alla brioche.
Erano buonissime, le migliori che avessi mai mangiato. Ma non glielo avrei mai detto.
"Allora,come sono?" Mi chiese bevendo.
"Buone dai... bravo. "
"Mi sento onorato! " Disse sparecchiando.

Dopo la colazione andammo a fare un tuffo in piscina.
"Perché mi fissavi in corriera? " chiesi a brucia pelo.
"Cantavate a squarciagola, tutti vi guardavano. "
"Ma tu soprattutto. Sapevi chi ero? "
"No." Disse secco e si buttò in piscina.
Io lo seguii e mentre risalivo lui mi venne vicino e mi prese per i fianchi, lo guardai scioccata.
"Che caspita stai facendo, giù le mani!! " urlai, ma lui mi sollevò fin sopra l'acqua e mi rigettò dentro.
Mentre mi rotolavo sotto il filo dell'acqua decisivi che dovevo vendicarmi, ma io ero piccola, debole e non riuscii a tirarlo giù nemmeno di un millimetro, mentre lui lo fece per più volte.
Mi divertii molto quella mattina e non pensai a nulla, se non a divertimi.
Ma quando lui, poco prima di pranzo se ne andò tornai a pensare ad Hell e tutto quanto mi si rivoltò contro, inghiottendomi in una morsa di tristezza, da cui non potevo uscire.
Mi sentivo sola e non era la cosa più brutta, la peggiore era che non potevo confidarmi a nessuno.
Certo, George era sempre pronto ad ascoltarmi, ma non avrebbe capito, siccome lui Hellen la odiava.
Ma chi allora? Conoscevo altre ragazze? Si ovvio, ero popolare a scuola, ma a nessuna avrei raccontato cose così private e allora decisi di fare una cosa, forse non avrebbe avuto un buon fine e nemmeno un inizio, ma decisi di farlo.
Presi la videocamera e piazzai il cavelletto di fronte a me, che ero seduta sul letto e la accesi.
Iniziai a parlare come se davanti avessi una persona in carne ed ossa.
Raccontai cosa mi era successo, senza fare nomi ovviamente e senza specificare troppo.
Finii con il raccontare la mia vita in grandi linee e poi tirai fuori la schedina e la misi nel computer... lo guardai e riguardai, senza motivo, ma solo così.
Nella mia vita non avevo fatto grandi esperienze, non avevo avuto grandi problemi, per ora... si, qualche tristezza, ma nessuna enorme.
I miei nonni materni erano mancati quando non ero ancora nata, quelli paterni li vedevo spesso ed erano in grande salute.
Improvisamente mi venne un'idea: sarei andata da loro, per qualche giorno.
Nella loro vecchia rimessa avevo sempre trovato pace e ora ne avevo bisogno.
Ero molto scossa e la ferita non ne sapeva di volersi chiudere, perché doveva essere così dura? Conoscevo Hellen da solo qualche mese e allora perché ci tenevo così tanto? Non ero mai stata una di quelle che si affezziona facilmente... eppure stavolta si.
Presi qualche vestito a caso dall'armadio, il telefono, le cuffie e un costume e pedali più in fretta che potei verso il piccolo paesino a 30 minuti da casa.
Ci arrivai in 40 perché mi fermai a prendere dei pasticcini.
Nonna fu sorpresa di vedermi e mi abbracciò forte.
"La scricciola ci degna della sua presenza!!" Nonno mi accolse.
"Ciao nonno" lo abbracciai.
Ero molto legata ad entrambi, stavo spesso da loro quando ero piccola, anche se avevo la tata.
Misi le mie cose nella mia camera, era piccola rispetto a quella che avevo a casa, ma la adoravo: c'era un letto enorme a baldacchino, un armadio con uno specchio, un comò con alcuni profumi e cosmetici e alcune foto di famiglia, un tappeto morbido e un bagno con la vasca con le zampe di leone.
Adoravo farmi i bagni li e da piccola facevo molti pigiama party con mia cugina... ora di lei non so quasi nulla, ci vediamo alle ricorrenze più importanti e basta.
Mi siedo sul letto enorme, lasciando le scarpe e la borsa in giro.
La nonna entra dalla porta e mi chiede se per cena mi va bene una pizza come ai vecchi tempi, Io accetto e le do un bacio mentre scendo in salotto.
"Nonno, ti va una partita a briscola?"
"Tanto ti batto." Dice versandosi del vecchio whisky come sempre e prendendo le carte da gioco.
Dopo 5 minuti di silenzio mi sorride: "allora... che problemi ti affliggono? "
Lo guardai, come faceva a sapere sempre quando qualcosa non andava?
"Nulla..."
"Non mentire al nonno che vince anche questa partita. "
Sbuffo e aggiungo:"tu imbrogli, comunque ho litigato con una mia amica..."
"Gi?"
"No nonno, quello è un maschio. "Rido.:"con Hellen, non so se te ne ho mai parlato. "
"Si si ora ricordo... la ragazza distaccata e fredda."
"Si lei." Risi ancora.
Gli raccontai tutto per filo e per segno e lui seppe consigliarmi ovviamente.
"Lasciala pensare per un pó... vedrai che quando capirà che persona fantastica ha perso, tornerà."
Gli diedi un bacio sulla guancia e andai ad aiutare la nonna.

Dopo cena andai a fare un giro in paese, con il cane dei nonni, Maciste, un cane enorme rispetto a Lily.
"Ciao Sem! Di nuovo dai nonni?" Mi salutò la panettiera del paese.
"Si!" Mi fermai.
"Come stai?" Mi chiese e notai che dietro a lei c'era un ragazzo, capelli scuri, occhi chiari e pelle dorata, proprio carino.
"Bene, tu?"
"Mai stata meglio! Comunque ti volevo presentare Edward, mio nipote. "
"Ciao" sorrisi e mi urlai per non aver indossato nulla di meglio di un paio di vecchi jeans corti e una t-shirt scolorita.
"Ehi." Disse lui pulendosi le mani.
"Mi è venuta un'idea!" Esclamò la panettiera con il suo accento pugliese.
"Zia... Io ora vado che sono stanco... ci vediamo domani."
"Ah va bene... allora ti dico domani." Mi fece l'occhiolino e io continuai la mia passeggiata con Maciste.

***spazio autrice***
Ecco qua il 3°capitolo... spero vi piaccia ^_^
Comunque la domanda è: cosa fate quando siete tristi per rallegrarvi???

Commentateeeeeeeeeee

Ps: lo so, non sono stata puntuale nemmeno sta volta...
Sorry=(

Ho già iniziato a scrivere il prossimo... spero che per la prossima settimana sia pronto *-*
Kisses&XO

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