Dopo aver lasciato Hellen davanti a casa sua, Jared passó da me e scese dalla macchina, so passó una mano tra i capelli nervosamente:"ehm senti... devo dirti una cosa... anzi no chiederti."
"Certo dimmi " dissi io prendendo un'aspirina.
"Hellen è fidanzata? C'è giá qualcun altro nella sua vita?"
Lo guardai ridendo, era così imbarazzato da sembrare un bambino, quasi dolce, ridendo dissi: "no no. Solo... è una ragazza stupenda e non ha ancora trovato qualcuno degno di lei."
"Ti spiace se le chiedo di uscire?" Si tocca ancora i capelli.
"No, a patto che non la fai soffrire o la tratti male."
Lui inizia a saltellare e se ne va contento.
Ridendo torno in camera e mi stendo a letto,pensando a come riavere la mia pouchette.Una cosa molliccia che mi toccava la guancia mi risveglia del mio sogno, apro gli occhi e mi ritrovo Lily davanti tutta felice e scodinzolante. Le feci qualche carezza e poi le diedi da mangiare.
Tornai in camera, presi i vestiti da palestra e andai a fare un pò di pesi.
Papà aveva deciso di costruirla perché così risparmiava l'abbonamento alla palestra che costava molto unito all'abbonamento per il trasporto e il personal trainer.
Alle medie ero stata vittima dei bulli e così nell'estate tra la prima superiore e la terza media avevo deciso di darmi da fare, iniziando a fare esercizio fisico e mangiando sano, in modo che nessuno mi potesse più chiamare "grassa".
A mezzogiorno Miranda venne a chiamarmi per il pranzo.
Prima di raggiungere i miei a tavola andai in camera e guardai i messaggi: 1da Gi, 1da Hellen e uno da Jared.
Dissi a Gi di passare da me dopo le 15, mentre ad Hellen le dissi di venire a dormire da me, per un pigiama-party.
-Matt mi ha detto che ha lui la tua borsetta, cosa gli dico?-
•Digli di riportarmela.•
-come fa?! 1 il suo orientamento fa schifo, 2 non è di qua, quindi non troverebbe mai casa tua, anche se è enorme.-
•Dagli il mio numero allora!•
Lasciai il telefono sul letto e scesi dai miei genitori.
"Buongiorno!" Esclamai entrando.
"Buongiorno Sem. Ti sei allenata oggi?" Mi chiese mio padre.
"Si. Voi cosa avete fatto?" Chiesi guardandoli.
Erano una coppia strana, si amavano, lo si vedeva quando si guardavano, ma fin da piccola non ho ricordi di un loro bacio. La mamma è piuttosto estroversa mentre papà è un uomo chiuso, ma si vede che si amano alla follia nei piccoli gesti, come le carezze che papà fa alla mamma prendendole la mano oppure nel modo in cui la mamma sistema i vestiti su papà prima di una riunione importante.
Papà disse che era andato in ufficio pr una questione importante mentre la mamma non era stata chiamata all'ospedale, ma il suo turno iniziava alle 15.00.
Il pranzo passò tranquillamente come il solito, parlammo un pò di tutto, ni chiesero della festa del giorno prima e io gli dissi della nia pouchette.
"Speriamo te la riporti... come hai detto che si chiama questo ragazzo?" Mi chiese papà.
"Matt qualcosa, mi pare."
"Mmm..."Muguló mamma.
Aiutai Miranda a sparecchiare e poi andai in camera mia.
Il telefono iniziò a vibrare proprio quando entrai; lo presi al volo e risposi "pronto?"
"Sei tu... Summer?" Disse una voce roca maschile dall'altro lato.
"Si. Lei chi è? "
"Non darmi del lei, mi fai sentire vecchio. Dimmi dove abiti così vengo a portarti la boserttina."
"È una pouchette, non una borsettina. Comunque in Via Rose 19."
"Mi scusi, signorina. Ma la via dove si trova?"
Gli spiegai per filo e per segno dov'era e Matt mi disse che avrebbe cercato di non perdere la mia "borsettina".
Irritata dal suo comportamento andai a farmi una doccia veloce e indossai un paio di jeans e una canottiera bianca, infilai le mie adorate superga grigie e iniziai a spazzolarmi i lunghi capelli castani.
"Posso entrare?!" Urlò Gi da dietro la porta.
"Si!!" Quando entrò si buttò subito sul letto ed esclamò: "sono stancooo!! Le vacanze sono così spossanti!!"
Risi e tornai a concentrarmi sui miei capelli.
Il telefono inizió a ronzare sulla scrivania, lo presi e dal numero sconosciuto capii che era Matt.
"Allora? Ti sei perso? Ti vengo a prendere?"
"No, aprimi la porta non trovo il campanello!"
Ridendo andai alla porta, ma non vi trovai nessuno:"Matt... sei nella casa sbagliata."
Uscii in strada e lo trovai qualche casa più avanti ed iniziai ad agitare la mano in aria per farmi vedere.
"Ora puoi anche smetterla, non sono cieco." Disse venendomi incontro.
"Ah no?"
"No. Tieni questa fottuta borsa. " me la porse, io la presi e controllai i soldi, lui lo notò e disse:"non sono un ladro. Non l'ho nemmeno aperta."
"Bene. Vuoi entrare a bere qualcosa?" Dissi senza pensare e subito dopo mi resi conto di aver detto una assurdità.
"Va bend, un attimo che prendo la moto."
Gli feci mettere la moto nel vialetto e lo portai in casa.
"Wow. J non mi aveva detto che abitavi in un castello."
"Non è un castello, è una semplice casa. Quella di Jared non dovrebbe essere molto diversa."
"Non sono mai stato a casa sua, una volta l'ho riportato a casa dopo una festa ma era troppo buio per vedere bene."
Il ragazzo mi seguì fino in cucina, dove trovammo Gi che prendeva qualcosa dal frigo.
"Si fa pure, serviti." Dissi io sedendomi su uno sgabello.
"Grazie, l'avrei fatto anche senza il tuo consenso. Senti dopo andiamo in pisc-ciao!Io sono George!" Disse lui imbarazzato per non essersi accorto prima della presenza di Matt.
"Lui è Matt, è venuto a ridarmi la pouchette che ho perso alla festa. Prendi una birra."
"Non per me, grazie. Non bevo." A quelle parole scoppiai a ridere e quasi caddi dallo sgabello.
"Tu... non... bev?" Dissi ancora ridendo:" ma se sei stato il primo ad andare a prendere da bere."
"Non c'è solo alcol da bere alle feste sai? Ho preso dell'acqua." Rimasi sconvolta da quelle parole, lui lo notò e continuò a guardarsi intorno, mentre Gi mi versò l'acqua.
"Wow!! I tuoi sono conti o qualcosa del genere?"
Gi scoppiò a ridere ed io lo fulminai con lo sguardo,non sapevo perché facevo così solamente non volevo che Matt si sentisse a disagio, anche se stronzo come lo era lui nessuno meritava di sentirsi a disagio o di stare male.
"No no, mamma è la vice direttrice dell'ospedale Saint Denis mentre mio padre è un imprenditore o un qualcosa di simile."
"Non sai che lavoro fa tuo padre?" Chiese lui incredulo, quasi quanto me alla scoperta del suo essere astemio.
"Si ma non so spiegartelo. I miei genitori comunque sono amici di quelli di Jared, ci siamo conosciuti così io e lui."
"Ah bene." Disse continuando a guardarsi intorno, poi passò a squadrare Gi che a disagio lo guardò male.
"Bene, che facciamo?" Dissi alzandomi, fermando quello scambio di sguardi assassini.
"Io direi che posso andare, ho di meglio da fare." Disse Matt prendendo le chiavi della moto:"da dove esco?"
"Dalla porta!" Esclamò Gi sorridendo falsamente guadagnandosi un'altra occhiataccia.
"Vieni ti accompagno" dissi superando il ragazzo alto e guidandolo alla porta.
"Bene, salutami Jared quando lo vedi ed arrivederci."
"Non scommetterci tanto." Disse lui infilandosi il casco.
Rimasi a guardarlo mentre si allontanava finché George non mi richiamò alla realtà.
"Ti piace." Affermò mentre salivamo le scale per andare in camera mia.
"No!! Ieri alla festa pensava che stessi ballando con lui solo per scoparlo! È così volgare e diverso da me!!"
"Sai... gli opposti si attraggono." Mi piaceva quando mi teneva testa così,lui ed Hellen erano gli unici che ci riuscivano.
"Pensala come vuoi, per favore esci così mi metto il costume?"
"Scherzi?! Ti avrò vista in reggiseno milioni di volte!! Dai!! E poi io mica me lo posso mettere in corridoio!" Disse lui togliendosi i bermuda che indossava.
Aveva ragione, io e lui eravamo amici da poco, ma eravamo diventati subito diventati molto uniti. Con lui non mi vergognavo di fare nulla, non avevo più paura di fare qualcosa che non andasse.
Comunque lui ancora non capiva la differenza tra l'essere in lingerie e l'essere nudi.
Decisi di andare in bagno per non litigare ancora, ne uscì poco dopo con un costume azzurro cielo che stava davvero bene con il mio colorito, aveva delle frange sul reggiseno.
"Pronta?"
Annuii e lo seguii in giardino.
"A chi arriva primo alla fine della vasca?" Disse con aria di sfida.
Annuii ed iniziai a correre, scordandomi del fatto che nessuno avesse dato regole o un via. Lui rimase indietro di qualche passo e io fui la prima a buttarmi, ma lui sapeva benissimo che non ero così brava a nuotare e quindi mi superò senza problemi una volta in acqua. Alla fine vinse lui.
"Schiappa!" Mi canzonò.
Gli feci la linguaggia ed iniziai a schizzarlo, luimi prese per i fianchi, mi gettò sulla sua schiena ed una volta arrivato al bordo mi fece uscire dall'acqua per portarmi sul trampolino e gettarmi da lì. Risalii in fretta scioccata:"ti odio!!"
"Si si certo!" Urlò gettandosi in acqua a bomba.
Continuammo a giocare per ancora dieci minuti,finché Miranda ci interruppe dicendomi di andare nella hall perché c'era un ragazzo che chiedeva di me.
Uscii e presi l'asciugamano giusto per asciugarmi un po' i capelli e il corpo, entrando in casa mi chiesi chi potesse essere, forse Jared...
Quando vidi chi era rimasi scioccata, perché era tornato?
"Se avessi scommesso ora sarei miliardaria!" Esordii io avvicinandomi a lui.
"Perché,non lo sei già?" Ironizzò lui con un ghigno.
"Perché sei tornato? Hai dimenticato qualcosa?" Incrociai le braccia al petto con in mezzo l'asciugamano.
"Ho dimenticato il cellulare sul tavolo della tua cucina."
"Vado a prendertelo." Andai a prenderglielo e ne approffittai per guardare cosa stesse facendo George:stava tranquillamente prendendo il sole su un materassino gonfiabile a forma si pizza.
"Eccotelo." Dissi fredda porgendogli l'oggetto.
"Hai sbirciato?"
"No!! Nemmeno sapevo fosse lì!"
"Va bene..."
" ciao!" Lo salutai io e lui ricambiò con un gesto della mano prima di sfrecciare via con la sua moto.
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summer
Teen FictionEstate: inizia a fare caldo, il mare, i capelli si schiariscono, le giornate si allungano, la notte si accorcia, i sorrisi si moltiplicano, le feste, la spiaggia, le prime scottature, le lucciole, la pelle diventa più scura, gli amici... Summer (se...