Capitolo 15

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Kaeya's POV

La notte è silenziosa, la strada è buia, tutto è completamente immobile, tutto tranne due figure, piccole ed insignificanti, che si trascinano per la strada verso un luogo sicuro, l'uno appoggiato all'altro, entrambi sfiniti, seppur le stanchezze che provano siano diverse, una fisica ed una emotiva.

La notte è fredda, la strada è ghiacciata, ma le due figure sono riscaldate l'una dalla presenza dell'altra, calore portato dal contatto tra i corpi e dal legame tra le anime.

Quelle due figure siamo noi, io e l'Hero che lentamente ci dirigiamo verso la nostra base. L'uomo incappucciato non sembra avere alcuna fretta, anche se il liquido dello stesso colore dei suoi occhi scende ancora lentamente sulla sua fronte.

Io invece sono trasportato da emozioni contrastanti, la tranquillità e la gioia di aver posto fine a questo incubo, ma allo stesso tempo l'irrequietudine e la preoccupazione per il mio amico.

Quando finalmente arriviamo alla nostra destinazione sembra passata un'eternità, anche se in realtà la luna è ancora alta nel cielo, senza quasi essersi mossa da quando, alzato lo sguardo per trovare conforto, l'avevo vista prima quella stessa notte.

Ci addentriamo nella palazzina e saliamo rapidamente le rampe di scale che ci separano dalla nostra stanza. Varcata la soglia, l'Hero si accomoda sulla sua sedia, mentre io vado alla ricerca di un kit di pronto soccorso.

"Kaeya lascia stare, me ne occuperò io una volta tornato a casa." sento dire dalla voce metallica. Io mi volto verso di lui "Ti prego lasciamelo fare." lo supplico, guardandolo intensamente negli occhi.

Proprio in quel momento mi accorgo di un dettaglio che non avevo considerato prima.

"La tua identità... per medicarti la ferita devo togliere la maschera. È per questo che non vuoi che lo faccia?" gli chiedo, leggermente abbattuto dal pensiero che forse non si fida ancora di me, nonostante quello che abbiamo passato insieme, nonostante io mi sia messo completamente a nudo di fronte a lui, mostrandogli tutti i miei lati più deboli.

"Ti prego non fare quella faccia" mi sento rispondere, facendomi alzare lo sguardo che avevo inconsciamente abbassato. "Ti supplico non essere triste per causa mia." sento la voce continuare, con una punta di disperazione che non avevo mai sentito.

"Non vuoi perché non ti fidi?" chiedo io, facendomi coraggio ed esponendogli i miei dubbi.

"Non mi fido? Kaeya sei l'unico al mondo di cui mi fidi. Ed è per questo che non vorrei... deluderti. La persona che sono sotto la maschera... io... ho paura che mi guarderesti con occhi diversi, che in qualche modo deluderei le tue aspettative." mi risponde lui di rimando.

"La persona sotto la maschera e la persona con la maschera non sono forse lo stesso uomo?" gli domando sollevato.

Lui non mi risponde, ma mi guarda negli occhi per un lungo istante.

"La cassetta di primo soccorso è in quell'armadietto." è ciò che dice dopo poco, facendomi un lieve cenno con la testa. Mi dirigo verso la direzione che mi ha indicato e, presa la cassetta, mi vado a posizionare davanti a lui.

"Vorrei che lo facessi tu." dice con tono pacato "Vorrei che mi togliessi tu la maschera."

Mi avvicino a lui, così tanto da poter sentire il battito del suo cuore, o forse è il mio stesso battito. Lui mi guarda dal basso e io mi perdo nel suo sguardo, non riuscendo più a porre una briglia al mio cuore, che come un cavallo impazzito scalcia e si dimena difronte ad un crocevia, mentre il suo conducente è indeciso, tormentato, assolutamente incapace di prendere una scelta.

Cercando di non riflettere la mia confusione interiore allungo un braccio verso l'uomo seduto a pochi centimetri da me, mentre io, in piedi sopra di lui, resisto con tutto me stesso l'impulso di accarezzargli il volto.

Symphony of love~A Luckae storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora