pregiudizi

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Selene's POV.

Cercai di stare al suo passo, ma le sue gambe lunghe camminavano veloci, mi ritrovai quasi con il respiro affannato.

Ero pazza a seguire una persona sconosciuta, per di più un uomo, che avrebbe potuto farmi del male da un momento all'altro? Sicuramente si.

La vocina nella mia testa, quella razionale, mi rimproverò e mi ordinò di tornare indietro, ma diedi ascolto a quella più spensierata, lasciandomi trasportare.

Ghali si girò per guardare dietro, controllando se effettivamente lo stavo seguendo. "Sei lenta."

Sbuffai accelerando il passo, finalmente trovandomi accanto a lui, "Si può sapere dove mi stai portando?"

"Non fare domande." Rispose guardando avanti, prima di svoltare a destra, imboccando una strada che non avevo mai visto prima.

Continuammo a camminare ancora, lui mise le mani in tasca e lo sentì canticchiare sotto voce.

Non conoscevo la canzone e non ne capivo le parole, ma la melodia mi attirava.

Non parlammo e rimasi ad ascoltare la sua voce riempire il silenzio tra noi, e stranamente, nonostante le mille domande che volevo fargli, feci tesoro di quel momento, decidendo di non rovinarlo con la mia curiosità.

Non capivo però questa sua decisione di portarmi con lui, sembrava quasi che stesse camminando senza una meta precisa, perso nei suoi pensieri.

E non capivo perché avessi accettato di seguirlo, non ero obbligata, eppure qualcosa mi aveva trascinata.

Accese una sigaretta, e mentre inalava il primo tiro mi guardò per la prima volta dopo tutto il tempo passato a camminare insieme.

Non sapevo cosa stesse pensando, non aveva un'espressione leggibile in viso, ma mi osservava come se stesse cercando di trovare qualcosa dentro me.

Finsi un sorriso, imbarazzata da questo suo modo di fare. "Cosa?"

Lui alzò le spalle, per poi guardare l'asfalto.
Mi mandava in confusione.

Iniziai a pensare alle parole di Vanessa, al modo in cui mi aveva detto di star attenta, di non pensare minimamente di frequentare una persona come lui.

Non mi aveva mai detto direttamente i motivi, quello che avesse intorno, ma in quel momento con lui non vedevo tutta quella negatività di cui parlava.

Era davvero così pericoloso come dice lei? Lo descriveva come un mostro, ma non facevo altro che pensare e percepire qualcosa di più, qualcosa che teneva nascosto e che non voleva far vedere a nessuno.

Lo avevo notato dal suo sguardo che dietro il suo apparente menefreghismo aveva tanto da dire.

Iniziò a far buio, la strada che avevamo preso era illuminata da una luce soffusa, non c'era nessuno intorno a noi se non qualche macchina che passava velocemente e una serie di palazzi in rovina, decorati da murales.

"Mi puoi dire che stiamo facendo?" Chiesi con un tono pacato non volendo rovinare il momento, ma ero sfinita dal passeggiare senza un motivo.

"Stiamo camminando." Diede la risposta più ovvia del mondo, che mi portò a guardarlo male.

"Devi dirmi dove stiamo andando. Non ho avvisato nessuno, si sta facendo tardi e in più devo studiare, sto perdendo tempo per niente. Veramente spero tu abbia qualcosa da farmi vedere oppure-" Iniziai a blaterare, inchiodando gli occhi sulla sua figura, riuscivo a vedere solo la sua schiena ma notai da come sospirò che ne avesse abbastanza del mio parlare.

Si girò di scatto, interrompendomi all'improvviso a causa della sua vicinanza al mio corpo, le sue labbra quasi sfioravano le mie, e sentì il mio respiro fermarsi. "Ma sei sempre così rompipalle?"

Nel dire quelle parole si soffermò ad osservare i dettagli del mio viso.

"E tu sei sempre così stronzo?" Gli risposi trovando non so dove il coraggio, prendendolo alla sprovvista.

Alzò le sopracciglia con fare di superiorità prima di rispondere, "Si, abbastanza."

Mi lasciai sfuggire una risata amara, scuotendo la testa, "Allora hanno ragione." Sussurrai tra me e me.

Ghali mi sentì e mi rivolse uno sguardo perplesso, "Chi?"

"Le persone e quello che dicono di te. Che è meglio starti alla larga." Finii di parlare e mi girai per tornare indietro, ma la sua mano afferrò il mio polso, bloccandomi.

"Tu non sai un cazzo di me." Disse a denti stretti, aveva la mascella serrata e gli occhi socchiusi.

"Con il tuo comportamento non posso dargli torto." Ci fissammo per qualche minuto, la sua presa intorno al mio polso non diminuì.

"Se pensi questo allora perché mi hai seguito?" Questa volta il suo tono era più calmo, ma notai una punta di delusione e subito iniziai a pentirmi di aver detto quelle cose.

Non mi aspettavo questa domanda, distolsi velocemente lo sguardo dal suo e cercai di non fargli notare il mio imbarazzo. Non volevo fargli intuire la mia attrazione. "N-Non lo so. E non so se lo penso."

Non mi capivo neanche io.

Finalmente Ghali lasciò libero il mio polso e mi sorpassò, riprendendo la via che avevamo percorso per arrivare qui, "Ti accompagno a casa, è tardi."

"Non voglio tornare a casa." Restai immobile, non volevo tornare ora, non quando finalmente potevo capire di più di lui.

"Mi hai rotto il cazzo. Se non vuoi tornare, resta lì, io me ne vado." Si fermò per un secondo per dire queste parole freddamente, per poi darmi le spalle un'altra volta.

Perché non riuscivo mai a stare zitta?

FADE INTO YOU | ghali.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora