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Selene's POV.

Dopo aver ricevuto la posizione di Ghali, saltai fuori dal letto mettendomi addosso velocemente dei leggings neri, una felpa rossa e le vans.

Non avevo una macchina quindi l'unica soluzione per arrivare al motel era chiamare un taxi.
Mi chiedevo come mai fosse lì e non a casa sua.

Aprii la porta della camera, senza far rumore non volendomi far sentire da Vanessa con cui tra l'altro non avevo spiaccicato una parola dopo essere tornata, e poi uscii fuori casa.

Chiamai il taxi che sarebbe arrivato in dieci minuti.

Aveva iniziato a piovere e faceva freddo, così mi riparai sotto il palazzo prima di entrare dentro il taxi quando arrivò.

"Salve." Dissi con voce flebile, poggiando la testa contro il finestrino mentre l'uomo alla guida accese il motore.

"Salve." Rispose con voce roca, aveva i capelli bianchi, i baffi ed indossava un giubbotto nero. Sembrava essere sulla sessantina.

L'ansia mi serrava lo stomaco mentre il taxi procedeva per le strade di Milano.

Le immagini delle parole angosciate di Ghali al telefono si susseguivano nella mia mente, alimentando il mio timore per quello che poteva essere accaduto.

Mentre ci avvicinavamo sempre di più al motel, l'autista mi guardò brevemente dallo specchietto retrovisore.

"Signorina, mi chiedo cosa la porta a quest'ora della notte in questo motel?" Chiese con gentilezza.

Sospirai leggermente cercando di nascondere l'agitazione, "Devo incontrare un amico. È una faccenda urgente."

L'autista annuì comprensivo, parcheggiando di fronte al motel, ma poi aggiunse con aria preoccupata, "Stia attenta, questa zona non è proprio sicura di notte, girano brutte persone. Meglio non starci a lungo."

Lo guardai con un sorriso teso, apprezzando il suo avvertimento.

"Grazie." Gli diedi i soldi per poi scendere.

Mi ritrovai di fronte al motel, notando quanto fosse malmesso, le luci al neon sbiadite vacillavano nell'oscurità della notte, l'insegna arrugginita e le pareti scrostate davano l'impressione di un luogo dimenticato dal tempo.

Il parcheggio era deserto, ad eccezione di qualche macchina decrepita e di un lampione tremolante che proiettava ombre spettrali lungo il marciapiede sporco.

Mi guardai intorno con un senso di inquietudine, stringendomi le braccia attorno al corpo, come se servissero a proteggermi.

Nonostante tutto, sentivo l'urgenza di incontrare Ghali e capire cosa fosse successo.
Così con passo deciso mi avvicinai alla porta principale, sperando che dentro ci fosse la risposta alla mia preoccupazione.

Mi avvicinai alla reception, vedendo una donna seduta dietro il bancone.

"Ah Dio, non si può avere un po' di pace stasera." Borbottò vedendomi entrare, "Come posso aiutarla?" Finse di essere gentile, come se non avessi sentito il suo commentino.

"Mi scusi, sto cercando un ragazzo che alloggia qui, si chiama Ghali. Sa per caso in quale stanza si trovi?" Chiesi con un briciolo di speranza.

"Non c'è nessun Ghali qui."

Aggrottai la fronte confusa, "Ma come...mi ha detto che si trova qui. È un ragazzo alto, moro, ha i capelli lunghi, porta i dread e..."

"Ah, lui. Secondo piano, stanza 215." Mi liquidò con un gesto della mano, tornando al computer. La ringraziai per poi dirigermi verso l'ascensore.

FADE INTO YOU | ghali.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora