velvet

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Selene's POV.

Lo guardai mentre se ne andava, il suo passo deciso evidenziava una determinazione mista a rabbia.
Quando scomparve dietro l'angolo, rimasi lì immobile, le emozioni in tumulto dentro di me ed entrando nell'appartamento vuoto, le parole di Ghali risuonavano ancora nelle mie orecchie.

Era sbagliato, lo sapevo, il modo in cui aveva reagito perché non ne aveva nessun diritto.

Ma allo stesso tempo, vederlo realizzare che le possibilità di perdermi erano alte mi rendeva quasi soddisfatta.

Sedendomi sul divano, cercai di decifrare le emozioni che mi attanagliavano. Cosa aveva in mente? Quella sua ultima frase sembrava quasi una minaccia velata, come se stesse lanciando il guanto di sfida.

E io, confusa e inquieta, non sapevo se accettare o respingere quel gioco pericoloso che sembrava essere appena iniziato tra noi.
Eppure, non potevo negare che ci fosse qualcosa di elettrizzante in quell'ultimo sguardo.

Con un sospiro, decisi che fosse meglio lasciare da parte tutte le domande senza risposta per il momento. Ero troppo stanca e aveva bisogno di riposare.

Mi alzai dal divano e andai in camera da letto, cercando di liberare la mente da ogni pensiero tumultuoso.

Dopo essermi struccata e cambiata nel mio pigiama, mi stesi sul letto, avvolta dal tepore delle coperte, e chiusi gli occhi, addormentandomi velocemente.

Il giorno dopo mi svegliai con il suono insistente della sveglia che squarcia il silenzio della stanza.

Mi stirai nel letto, ancora stordita dal sonno, ma la consapevolezza che un nuovo giorno fosse iniziato mi spronò ad alzarmi.

Scesi dal letto dirigendomi verso il bagno, e dopo essermi spogliata entrai in doccia lasciando che l'acqua calda scivoli sulla mia pelle, sciogliendo via la tensione della notte precedente.

Dopo aver finito, mi asciugai e mi sedetti di fronte allo specchio iniziando a truccarmi, delineando gli occhi con cura disegnando una sottile linea di eye-liner, mascara e incollando dei brillantini nell'interno occhio.

Indossai poi un top bianco senza spalline, sentendo il morbido tessuto aderire alla mia pelle, e lo coprii con un cardigan bianco all'uncinetto, un capo fatto con amore dalle mani di mia madre.

La gonna lunga verde completò il mio outfit, conferendogli un tocco di colore in più, decisi poi di indossare degli stivali alti bianchi ai piedi per finire il tutto.

Guardandomi allo specchio, mi sentii pronta ad affrontare il giorno che mi attendeva con tutte le sfide e le incognite che poteva portare con sé.

Una di quelle era quella che temevo di più ma che allo stesso tempo non riuscivo a lasciar andare: Ghali.

Mentre preparavo la colazione infatti, il pensiero di Ghali continuava a frullare nella mia mente come un'ossessione persistente.

Mi chiedevo se quel giorno si sarebbe fatto vivo, se il suo nome sarebbe comparso sullo schermo del mio telefono o se il silenzio sarebbe stato l'unico compagno della mia giornata.

Cercai di respingere quei pensieri, di concentrarmi sulle mie attività quotidiane, ma era difficile.

Le ferite della mattina al motel erano ancora fresche, e il suo comportamento ambiguo non faceva che confondermi di più. Volevo capire cosa provasse, cosa volesse realmente da me, ma ogni volta che cercavo di afferrare una risposta, mi sfuggiva tra le dita come sabbia sottile.

Scuotendo la testa mi feci una promessa, ovvero di cercare di non pensarci, di lasciare che il destino decida il corso delle cose. Ma nel frattempo, il dubbio e l'incertezza continuavano a bruciare dentro di me, lasciandomi con un senso di vuoto e confusione che sembrava non avere fine.

FADE INTO YOU | ghali.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora