Two

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Monte Carlo, Monaco
Febbraio 2023

Camille

Monaco non mi era mai sembrata così bella come quella mattina, vista dall'alto dalla veranda del terrazzo dell'appartamento di mio fratello.

Me ne stavo lì su quel divanetto, avvolta da una coperta, a gambe incrociate e con una tazza di cioccolata fumante tra le mani, ad osservare il mare e a pensare a quanto mi fosse mancato quello spettacolo immenso.

Ero sveglia già da un po': avevo passato almeno un'ora a girarmi e rigirarmi tra le lenzuola cercando di riprendere sonno ma alla fine avevo ceduto, nonostante fosse molto presto. L'effetto del jet lag si faceva ancora sentire, eppure ero lì da quasi una settimana.

Eravamo tornati a casa la sera precedente, dopo la presentazione della macchina e alcuni impegni che Charles aveva dovuto sbrigare, ed eravamo completamente crollati, stremati dalla giornata e dal viaggio.

Io e mio fratello non avevamo avuto modo di parlare più di tanto né di trascorrere troppo tempo insieme, dati i suoi impegni e il fatto che durante il viaggio di ritorno in aereo ero precipitata nel mondo dei sogni dopo nemmeno cinque minuti, con la testa poggiata sulla sua spalla, e mi ero risvegliata solo al momento dell'atterraggio.

"Sei già in piedi?"
La voce, ancora impastata dal sonno, di Charles mi fece sussultare, riportandomi alla realtà. Mi voltai verso di lui e lo vidi poggiato allo stipite della porta-finestra mentre mi osservava, con aria assonnata ma con un sorriso sulle labbra.

"Non riuscivo a dormire." gli spiegai, mentre poggiavo la tazza sul piccolo tavolo in vimini davanti a me e mi alzavo, dirigendomi nella sua direzione.

"Vieni qui." mi sussurrò, allargando le braccia, e io ci sprofondai, poggiando la testa sulla sua spalla, senza smettere di sorridere. Mi beai di quel calore e dal modo in cui mio fratello mi stringeva capii che probabilmente avesse bisogno di quell'abbraccio più di me.

"Dio, sono così felice che tu sia qui. Non voglio mai più passare così tanto tempo senza vederti." disse serio e ciò mi provocò una fitta alla bocca dello stomaco. Avevo allontanato tutti per cercare di forzarmi a riprendermi in mano la mia vita senza l'aiuto di nessuno per poi capire che stavo inseguendo un sogno che non era il mio e che l'unico modo per stare bene veramente fosse avere accanto le persone che amavo.

Finalmente mi ero resa conto di quanto poco sano fosse il modo in cui avevo cercato di eliminare gli ultimi anni della mia vita, avevo capito che non potevo cancellare quello che era stato e che ci sarebbe sempre stata una parte di me che non sarebbe più tornata ad essere quella di prima.

Non sapevo bene come avrei fatto ad affrontare quel dolore che era ormai una parte di me e sembrava non voler più andare via ma la consapevolezza di aver sbagliato tutto fino a quel momento mi sembrava un grandissimo punto di partenza.

"Parliamo un po'?" gli chiesi, consapevole che fosse arrivato il momento di lasciarmi andare e che Charles fosse l'unica persona a cui potevo raccontare tutto quello che mi passava per la testa.

Mio fratello si staccò da me e per un attimo mi guardò, come se volesse dirmi qualcosa. Lo osservai boccheggiare per qualche secondo e poi chiudere la bocca e insieme ci spostammo verso il piccolo divano, dove ci accomodammo io a gambe incrociate e lui con le sue stese sul piccolo tavolino davanti a noi. Poi finalmente parlò.

I'M STILL ALIVE - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora