Solo Due Satelliti

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"Non c'è posto
in cui può smettere
questo nostro pazzo
amore"

Mahmood

La serata cover è la serata più importante. Da qui, si capisce la versatilità di un artista, le sue capacità vocali e interpretative.

Ovviamente, sono in ansia per questa sera e in aggiunta, lo stress causatomi dalla situazione con Marco sembra aumentare il mio nervosismo.

Sono sfinito, distrutto addirittura e l'unica persona che forse potrebbe farmi sentire meglio non è qui. Anche se fosse, però, stare con lui non sarebbe una buona idea.

Continuo a ripeterlo. Ora che abbiamo, in un certo senso, chiarito, so che devo andare avanti. Dimenticarlo. Inutile dire che ci sto provando ormai da tempo e il risultato è sempre lo stesso: non riesco a farlo.

È un pensiero costante, penso a lui appena sveglio e quando vado a dormire. I suoi occhi e le sue labbra che pronunciano una parola semplice. Ha fatto di tutto per allontanarmi.

Ancora non riesco a capire perchè. Sa che può parlare con me, sa che io posso ascoltarlo. Capirlo.

Sbuffo. Questa situazione mi fa sentire impotente. Più ci penso e più mi viene voglia di prenderlo e prendermi a schiaffi.

Mi guardo allo specchio mentre la make-up artist finisce di ritoccarmi il trucco. Manca poco alla mia esibizone e mi sento sembre più emozionato.

«Sei pronto?», chiede la donna mentre opacizza la base con un pò di cipria. No, non sono pronto.
«No, per niente».

Ridacchia. La guardo attraverso lo specchio. I capelli scuri sono legati in una crocchia sulla nuca e qualche ciuffetto le ricade sul viso pallido. Alla vita, porta una cintura attrezzata di pennelli di vari tipi e forme.
Un improvviso trillio mi riporta alla realtà.

In bocca al lupo

Sorrido al messaggio di Marco. Come io non riesco a smettere di pensarlo, nemmeno lui riesce. Solo che lui ha il coraggio di fare qualcosa di concreto.

Ci eravamo detti addio.

Volevo solo augurarti
buona fortuna

Grazie

«Chi è? Il tuo ragazzo?» domanda la donna. Subito spengo il telefono, posandolo sul tavolo a testa in giù.
«No no, solo un...».

Un...? Amico? Possiamo veramente definirci amici? Non credo. Non dopo quello che abbiamo fatto. Come ci siamo guardati. Toccati.

«Tranquillo. Non devi spiegarmi niente», mi rassicura. Le parole mi si incastrano in gola.
«È complicato» dico soltanto, perchė è cosí. Dopo la conversazione di due giorni fa, sono rimasto con mille domande sulla punta della lingua e ancora più confusione di prima.

«Le cose complicate sono più facili di quanto tu ti aspetteresti». Si ferma un secondo e i nostri occhi si incontrano. Non mi sta giudicando. Il suo sguardo mi spinge a dire di più.

«Noi... stavamo bene insieme» dico soltanto ed è l'unica spiegazione che posso dare. Non c'è bisogno di darsi etichette inutili, di cercare un nome per quello che si prova.
«E poi lui se n'è andato».

«Hai mai saputo perchè?» chiede, con tono gentile. Parla come si parla a un bambino che non trova più la propria mamma.

«No. È successo e basta. E poi l'ho ritrovato qui, dopo anni. E ci siamo baciati» aggiungo. Un dettaglio, direi, molto rilevante.

Vorrebbe dire qualcosa, lo so. Forse un rimprovero. Magari un consiglio. Qualsiasi cosa sia, però, viene interrotta da un tecnico che fa capolineo nella stanza e mi chiama per l'esibizione.

«Buona fortuna» urla la donna prima che la porta si chiuda e io venga catapultato nello spettacolo di voci e luci.

Spengo tutto, svuoto la mente e controllo il respiro.
Si va in scena.

...

Sei stato bravo
Bravissimo

Marco

Hai ragione

Comunque grazie

...

I messaggi di Marco mi fanno sorridere. Vorrei ricordare a me stesso come mi sono sentito ieri sera e tutte le altre sere precedenti ma riesco solo a pensare alla conversazione con la make-up artist.

Dovrei capire perchè se n'è andato.
Perchè ci dev'essere un motivo.

E forse mi sto illudendo, ma so che qualcosa c'ė ancora. Sente le stesse cose che sento io.

Questa situazione mi sta mandando in tilt il cervello. Voglio solo andare a dormire.

Capitolo corto MA mi farò perdonare con il capitolo successivo...🤭

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