Sai che

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"Sai che
ho cercato un modo
per dimenticare
ma di contro c'è il mio
volerti bene
che è ancora
più grande
di me"

Mengoni

C'è un altro mondo dietro al palco e qui regna il casino. Mi faccio spazio tra lo staff, scusandomi per le gomitate che sto probabilmente dando.

«Ei, Mengoni!» urla una voce che conosco bene. Emma si sbraccia in fondo al corridoio delle quinte, sulla soglia della stanza dove si può sostare.

Mi stampo un sorriso smagliante sul volto e mi dirigo verso di lei. Prima di abbracciarlami guardo intorno, scrutando l'ambiente.

«Che fai? Cerchi qualcuno?» sghignazza. So che lei sa, che lui le ha raccontato un piccolo capitolo della nostra storia. Scuoto la testa e le faccio cenno di entrare nella stanza.

«No figurati», rispondo. La stanza non è grandissima e ci sono decisamente troppe persone. Alcuni cantanti, come Il Tre e Sangiovanni, sono seduti sui divanetti a chiaccherare. Altri sono in piedi, cercando di smorzare la tensione che alleggia nell'aria.

Di nuovo mi guardo intorno, scrutando l'ambiente. «Oh Marco, non c'è bisogno di fare il misterioso con me». La guardo di sottecchi. Il fatto che lei sappia mi spaventa un pò perchè ho paura che si sia fatta un idea sbagliata di me.

È vero, sono stato io ad allontanarmi e ad allontanarlo, ma non per questo sono il cattivo della situazione. Ogni volta che penso a lui, penso a quanto io lo abbia ferito e a quello che potrebbe pensare di me adesso... ho fatto di tutto per farmi odiare e alla fine sí, ci sono riuscito.

«Senti Emma...»
«Non l'ho detto a nessuno e mai lo farò. Voglio bene ad Ale, solo per questo».
Sorrido. Il fatto che lui sia circondato d'amore mi rende meno triste.

«Sono felice che abbia un'amica come te». Sospira, soppesando una possibole risposta: «Come amica di Ale, vorrei veramente prenderti a schiaffi... ma come spettatrice, so che sei ancora innamorato».

Detto questo, gira sui tacchi e si dirige verso BigMama. È vero, non ho mai smesso di amarlo. Ma allontanarlo e stata la scelta migliore per lui, per il suo futuro.

Da due anni a questa parte sono stato solo e pieno di rabbia nei miei confronti, perchè so quanto io sia stato stronzo. Ma d'altra parte, ho fatto quello che dovevo.

«Ei Ale!», la voce di Ghali risuona nella stanza e subito mi imobilizzo. Da una seconda porta entra lui. Indossa ancora il completo usato per l'esibizione. I capelli gli sono cresciuti rispetto all'ultima volta che l'ho visto e i suoi lineamenti si sono come... addolciti, come se il passare del tempo l'abbia fatto diventare un uomo nuovo.

Non posso fare a meno di pensare alle notti passate assieme, pregne di sentimenti mai detti e conversazioni a fior di labbra. Ci siamo aperti l'uno all'altro e ricordo ancora le sue parole.

"Per molto tempo, ho avuto paura"
"Adesso ci sono io, Ale."
"Non ci sarai per sempre"
"Anche quando non mi vedrai, sarò al tuo fianco"

Come se riuscisse a sentire il flusso dei miei pensieri si volta verso di me. I suoi occhi penetranti si legano ai miei. Sembra incupirsi e io mi maledico mentalmente per la persona di merda che sono stata.

Inclino leggermente il capo, sfidandolo a mantenere il contatto visivo. Può sembrare strano, ma è il suo punto debole. Sul palco è sicuro di sè ma nella vita privata è un uomo quasi timido, ma sempre sensuale.

Deglutisce visibilmente e io sogghigno per quella sua reazione. Si volta e cammina a testa alta verso l'amico. Si abbracciano e iniziano a parlare animatamente, ma Ale non manca di lanciarmi qualche occhiata attenta.

Ti sto ancora guardando, sí.

Prima, quando ci siamo incrociati e io l'ho trattenuto, avrei voluto scusarmi. Farmi perdonare. Ma per me e sempre stato difficile esprimere a parole quello che provavo.

Adesso però voglio parlargli. Non sono un tipo geloso, sia chiaro, eppure vederlo anche solo parlare con una persona -maschio o femmina che sia- mi provoca un senso di... invidia. So che lui non vorrà più parlare con me.

Quando Mahmood si volta per l'ennesima volta nella mia direzione, decido di avvicinarmi un pò. Voglio che sappia che le cose che ho detto sono sempre state vere.

"Ti starò sempre accanto"
"Non ci credi nemmeno te"
"Vedrai"

Faccio un cenno ad Emma e mi avvicino al suo gruppetto. BigMama è subito entusiasta della mia presenza, stessa cosa vale per Angelina. Emma ne sembra, come sempre, infastidita e Annalisa è indifferente. A quakche metro da me, Ale e Ghali discutono di non so cosa.

«Ma l'avete sentita l'ultima?», inizia BigMama. Curioso, mi volto verso di lei.
«Ma di cosa?», chiede Emma, esternando la domanda di tutti noi.

«Ho sentito che Ale si frequenta con un certo Noah! Il tipo che era a cena ieri sera!», aggiunge, rivolta ad Emma.

Rimango spiazzato. Ovvio, può frequentarsi con chi vuole. Noi non stiamo insieme e non lo siamo mai stati. Eppure... in un certo senso speravo che primo poi ci saremmo potuti ritrovare.

Espiro rumorosamente, attirando l'attenzione delle donne attorno a me.
Mi guardano tutto con fare interrogativo.
«Ne sai qualcosa?»
«Io? Oh, no no» rispondo, forse troppo velocemente. Sembrano sempre più incuriosite.

«Come no? Eravate grandi amici».
«Sí infatti. Eravamo grandi amici».
BigMama si avvicina lentamente.
«Eravate? Cosa è successo?»
«Noi...» balbetto. Da quand'e che non riesco a parlare? Questa situazione mi sta veramente mettendo alle strette.

Si è parlato tanto di noi, diciamo cosí e non sarei sorpreso se le voci fossero arrivate anche a loro. Però non voglio -e non credo nemmeno lui voglia- confermsre la cosa. Alla fine della giornatat, non abbiamo mai fatto niente di concreto.

«Marco! Devi salire sul palco, veloce!», un tecnico mi tocca la spalla e io mi ricordo solo ora che devo continuare con il mio lavoro di co-conduttore temporaneo.

Saluto le ragazze, lasciando il discorso senza una fine e onestamente meglio cosí. Non avrei proprio saputo cosa rispondere. Prima di uscire dalla stanza mi volta verso Ale e noto solo ora che mi sta guardando. I suoi occhi sono cupi, tristi.

Che mi abbia guardato per tutto il tempo?

Sorrido a quel pensiero e poi, voltandomi, esco dalla stanza.

Il suo sguardo angosciato, però, rimane nella mia testa per tutta la sera e non mi lascia un secondo di pace.

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