2.

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Io e Nash abbiamo passato le prime due ore insieme, dato che anche lui dopo letteratura inglese aveva storia come me.

Ora ero arrivata all'ultima ora prima del pranzo, poi me ne sarei andata a casa anche se avevo un'altra lezione.
Cercai di concentrarmi su quello che cercava di spiegare il mio prof di matematica, ma era inutile non capivo niente, perciò dopo un po' mi persi a guardare fuori dalla finestra.
Ero così stanca di stare qui, mi ero stancata della scuola, dello studio, di tutto, volevo solo viaggiare, andarmene lontano, fare il giro del mondo, però dovevo aspettare di prendere il diploma e poi i miei mi avrebbero lasciata andare.

"Il primo giorno e già in ritardo Gilinsky?" Disse il prof risvegliandomi dai miei pensieri.

Spostai il mio sguardo sul ragazzo che era appena entrato, era lo stesso che mi aveva parlato stamattina.

"Sono stato impegnato." Si limitò a dire, ridacchiando un po'.

In quel momento entrò una ragazza alta, bionda, occhi azzurri, indossava una gonna che le copriva appena il sedere e una maglietta che metteva in mostra il suo seno. L'avevo vista anche stamattina davanti al cancello della scuola insieme alle sue amiche, non ci avevo messo molto a capire che erano le puttanelle delle scuole, mi era bastato sentire i loro discorsi.

Non mi ci volle molto nemmeno per capire in cosa era stato stato impegnato Jack e la zip aperta del suoi pantaloni non smentiva la mia teoria.

"Andate entrambi a sedervi." Disse il prof con tono esasperato.

La ragazza bionda si mise in penultima fila vicino a una sua amica.

Ora l'unico posto libero era vicino a me e quando lo vidi avvicinarsi a me alzai gli occhi al cielo. Non lo volevo vicino a me.

"Ciao di nuovo." Mi disse mentre si sedette, ma io lo ignorai e continuai a guardare fuori dalla finestra.

"Sono Jack, Jack Gilinsky." Si presentò e io continuai a ignorarlo.

"Tu non hai un nome?" Mi chiese ma non risposi.

Lo sentii ridacchiare e poi lo vidi girarsi e guardare il prof.

Guardai l'orologio sopra la lavagna, mancava mezz'0ra, mezz'ora e sarei stata libera.

Finalmente la campanella suonò. Raccolsi velocemente le mie cose e poi mi avvicinai a Jack.

"La prossima volta controlla la zip dei pantaloni." Gli dissi e vidi che abbassò lo sguardo e subito si alzò la zip.

Uscii dalla classe ridendo e mi avviai verso l'uscita della scuola.

Stavo per uscire dal cancello, quando qualcuno mi afferrò per il braccio.

"Dove pensi andare?"

Mi girai e mi ritrovai davanti a Jack.

"A casa, ora lasciami."

"Non mi hai ancora detto come ti chiami."

"Arabella e ora devo proprio andare." Dissi riuscendoci a liberare dalla sua presa e me andai.

Per fortuna l'appartamento che i miei mi avevano preso non era molto lontano dalla scuola, così ci misi poco ad arrivare.
Appena entrai in casa buttai la borsa per terra e mi cambiai, mi misi una maglietta extralarge è un paio di pantaloncini corti.
Andai in soggiorno, accesi la TV e cercai qualcosa da guardare. Alla fine decisi di guardare per la quinta volta la prima stagione di 'Orange is the new Black'.

Dopo aver finito di guardare tutti li episodi della prima stagione, uscii in balcone e mi accesi una sigaretta. Mi persi a guardare un punto fisso e stranamente la mia mente iniziò a pensare a Jack, non so perché ma quel ragazzo aveva qualcosa che mi attirava, anche se non l'avrei mai ammesso.
Quando me ne sono andata da New York avevo deciso che non mi sarei più innamorata e Jack non avrebbe rovinato i miei piani.

Erano già le 7.30 di sera e stavo morendo di fame, dato che avevo saltato anche il pranzo.
Decisi di andare a mangiare da Burger King.

Mi misi le mie Vans nere e uscii di casa senza preoccuparmi di cambiarmi, non mi interessava cosa pensava la gente di me e poi non avrei incontrato nessuno che conoscevo.

Camminai fino al Burger King e quando arrivai rimasi sorpresa nel vedere che era pieno, di solito il lunedì sera non c'è quasi nessuno.

Andai alla cassa e ordinai qualcosa da mangiare e da bere e poi aspettai che fosse pronto.

Presi il mio vassoio e cercai un posto dove sedermi, quando sentii qualcuno chiamarmi.

Asshole (J.G.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora