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CANZONE PER IL CAPITOLO: Hold me down By Halsey

Arabella's P.o.V

Il telefono mi cadde dalle mani.

Iniziai a tremare. Sentivo tutto il mio corpo tremare, soprattutto le mie ginocchia, succedeva sempre quando ero nervosa.

Non riuscivo a respirare e sentivo i battiti del mio cuore aumentare sempre di più.

Era un attacco di panico.

Non ne avevo avuto uno da quando ero venuta a vivere a Los Angeles.

"Arabella stai bene?" Mi chiese Jack.

Non riuscivo a parlare, era come se avessi la voce bloccata, l'unica cosa che riuscivo a fare era tremare.

Jack accostò la macchina, mi tolse la cintura e mi prese le mani.

"Arabella che cos'hai?" Mi richiese Jack preoccupato.

"Attacco...di...panico." Riuscii a sussurrare.

"Okay, okay, stai tranquilla e cerca di concentrati su qualcosa, non pensare a nient'altro."

"Non..ci..riesco." Sussurrai.

"Arabella guardami."

Girai la testa verso di lui e lo guardai negli occhi.

Cercai di inspirare ed espirare. Sentii il mio battito cardiaco rallentare e continuai a concentrarmi sugli occhi di Jack.

Il mio respiro ritornò normale e riuscii a tranquillizzarmi.

"Grazie." Dissi a Jack continuando a guardarlo negli occhi.

"Ti capita spesso di avere questi attacchi di panico?"

"Da quando mi sono trasferita qui a Los Angeles non ne ho avuto nessuno."

"E cosa te l'ha causato?"

Distolsi lo sguardo, non sapevo se dirgli il vero motivo o inventarmi qualche stupida scusa.

Rimasi in silenzio e Jack ripartì. Rimanemmo in silenzio finché non parcheggiò davanti casa mia.

In macchina avevo pensato a cosa dire a Jack ed ero giunta alla conclusione che per qualche strano motivo mi fidavo di Jack.

"Ti va di salire un attimo?" Gli chiesi.

Jack mi guardò con gli occhi spalancati e annuisce subito come se temesse che cambiassi idea.

Salimmo le scale che portano al mio appartamento ed aprii la porta.

"Ti va un té?" Gli chiedo.

"Sì, grazie." Rispose e mi feci seguire fino in cucina.

Mesi l'acqua a bollire e andai a cambiarmi velocemente mettendomi una maglietta larga e un paio di pantaloncini.

Ritornai in cucina e preparai due tazze di té, poi ne misi una di fronte a lui e mi sedetti affianco.

"Ho avuto quell'attacco di panico a causa di un messaggio che ho ricevuto." Dissi e Jack mi guardò confuso, così continuai a parlare, avevo deciso di raccontare a Jack la mia storia, o almeno una parte.

"Quando vivevo a New York avevo questo ragazzo, Sammy, all'inizio ci uscivo solo per divertirmi, sai ero una di quelle ragazze che pensavano solo ad andare alle feste, farsi qualche ragazzo ed essere conosciuta da tutti." Mi fermai e bevvi un sorso di té.

"Sammy l'avevo conosciuto ad una festa del fratello della mia migliore amica, avevo quindici anni e lui diciotto. Quando venne a parlarmi ero così felice che un tipo come lui mi avesse notata, dopo quella sera uscimmo un paio di volte come amici e poi mi chiese di essere la sua ragazza e io ovviamente dissi di sì." Mi fermai per guardare Jack.

Aveva le sopracciglia aggrottate, era concentrato sul mio racconto.

"Non pensavo di innamorarmi di lui e di certo non pensavo che lui si sarebbe innamorato di me, tutti mi dicevano che mi stava solo usando, ed io ci credevo un po'. Alla fine anche Sammy si era innamorato di me, però era anche cambiato, era diventato geloso, possessivo, mi vietava di uscire con i miei amici, era pazzo, psicopatico, avevo paura di lui. Diceva che ero la sua principessa, solo sua, e doveva proteggermi dagli altri, ma no si rendeva conto che era lui a farmi stare male."

"È per questo che mi hai detto di non chiamarti principessa, perché ti ricorda di lui." Disse Jack e annuii proseguendo il mio racconto.

"Poi successe qualcosa e Sammy finì in prigione, quel giorno mi sentii libera e decisi che dovevo cambiare e dovevo andarmene, così mi trasferii a Los Angeles."

"E cosa centra Sammy con il messaggio?" Mi chiese.

Prima di rispondere finii di bere il mio tè, non ero abituata a parlare di Sammy con le persone, anzi Jack era la prima persona con cui ne parlavo e sinceramente mi sentivo meglio.

"Qualche giorno fa la mia migliore amica mi ha chiamato e mi ha detto che hanno liberato Sammy, non hai idea di come mi sia sentita, il mio incubo era di nuovo libero e sai qual'è la parte peggiore?" Chiesi e lui scosse la testa.

"È qui a Los Angeles, ne sono sicura, forse era anche alla festa di stasera, è lui che mi ha scritto il messaggio, lui è l'unico che mi chiama principessa capisci? Di sicuro è lui." Dissi e sentii il bisogno di piangere.

Jack mi abbracciò.

"Non ti farà del male, ci sono io a proteggerti, te lo prometto Arabella, non lascerò che ti faccia del male." Mi sussurrò nell'orecchio.

Ed in quello momento capii che iniziavo a provare qualcosa per Jack Gilinsky.

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Finalmente si scopre qualcosa sul passato di Arabella!
Fatemi sapere cosa pensate della storia, votate e commentate ❤️

Asshole (J.G.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora