7.

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La sveglia continuava a suonare, ma io non riuscivo a spegnerla.

Ero come paralizzata a letto.

Ormai erano ore che ero sveglia, forse non avevo dormito tutta la notte. Le parole di Maggie continuavano a rimbombarmi in testa.

'Sammy è stato liberato.'

'È determinato a ritrovarti.'

Conoscevo bene Sammy e sapevo che non si sarebbe arreso finché non mi avrebbe trovata.

Feci un respiro profondo e mi alzai dal letto.

'Iniziamo un'altra giornata meravigliosa.' Pensai sarcastica.

Decisi di farmi una doccia, per rilassarmi un po' e liberare la mente dai pensieri.

Molte persone pensano che la doccia sia un posto fantastico per pensare, fare delle conversazioni profonde con la propria mente, per me non è così.

Io ascolto solo il rumore dell'acqua.

La mia mente non pensa a niente, come quando sei in una situazione stressante e non ti passa niente per la testa.

Mi lavai i capelli, mi depilai gambe e ascelle e poi mi risciacquai.

Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano, poi andai in camera e mi vestii.

Indossai un paio di leggins neri e una felpa grigia, lascia che i capelli si asciugassero da soli e mi truccai usando solo il mascara.

Non avevo tempo per fare colazione a casa, così presi una mela da mangiare per strada.

Dato che non avevo voglia di camminare, decisi di prendere la mia macchina.

Collegai il mio telefono con il cavo AUX e feci partire una canzone a caso.

In dieci minuti ero arrivata a scuola e avevo anche il tempo di fumare una sigaretta.

Mi avvicinai al cancello, mi misi nello stesso punto in cui ero il primo giorno di scuola.

Accesi la mia sigaretta e lascia che il fumo mi invadesse i polmoni.

Ricordo ancora il giorno in cui avevo provato. Avevo quindici anni ed ero con Sammy, è stato lui a farmi provare.

Uscii dalla scuola seguita dalle mie migliori amiche.

Non vedevo l'ora di vederlo e come ogni giorno, Sammy era lì, fuori dal cancello della scuola, con la sua solita sigaretta in mano e il suo solito sorrisetto sul volto ad aspettarmi.

Sorrisi non appena lo vidi.

Aumentai la velocità del mio passo.

Non vedo l'ora di abbracciarlo.

"Ciao principessa." Mi disse appena lo abbracciai.

Mi chiamava sempre principessa, da quando mi ha conosciuta.

Io e Sammy non stavamo ancora insieme, non sapevo nemmeno cosa eravamo, a me bastava stare con lui.

Mi mise il braccio attorno alle spalle ed iniziammo a camminare.

Arrivammo al parco dove andavamo tutti i giorni dopo che finivo scuola.

Ci sedemmo su una panchina e Sammy si accese un'altra sigaretta.

Lo osservai mentre se la portava alla bocca e aspirava il fumo, poi l'allontanava dalle labbra e lasciava uscire nuvole di fumo.

"Vuoi provare?" Mi chiese.

No sapevo cosa dire, ero curiosa, ma allo stesso ero impaurita.

"Dai prova." Mi disse.

Presi la sigaretta dalle sue mani e me la avvicinai alle labbra.

"Ora aspira."

E io aspirai.

Sentii il fumo nei miei polmoni e poi lo lascia uscire.

Cercai di trattenere i colpi di tosse, ma non ci riuscii.

Sammy ridacchiò e io sentii le mie guance diventare rosse.

"Non male per una principiante." Mi disse alla fine sorridendo.

E non potei fare a meno di sorridere anch'io.

Mi risveglia dal mio flashback.

Notai che non c'era più nessuno fuori ed io ero di nuovo in ritardo.

Butti quello che era rimasto della mia sigaretta a terra ed entrai di corsa.

Raggiunsi la classe di biologia un secondo prima del prof.

Andai a sedermi nel mio posto in fondo alla classe.

Guardai fuori dalla finestra, il cielo era tutto coperto, sarebbe piovuto oggi.

Sentii qualcuno che si sedeva accanto a me.

Mi girai e mi ritrovai vicino un Jack sorridente.

"Buongiorno principessa."

Rabbrividii al suo principessa, se prima amavo essere chiamata così, ora lo odiavo.

Decisi di ignorare Jack e di concentrarmi sulla lezione del professore Evans.

'Perché mi stai ignorando?' Scrisse Jack su un foglietto.

'Non ti sto ignorando.' Gli risposi scrivendo.

'Io dico di si.'

Alzai gli occhi al cielo, perché era così fastidioso?

'Se ti stessi ignorando, non stai scrivendo ora.' Scrissi velocemente e poi gli passai il foglio.

Lo sentii ridacchiare.

'Perché mi odi?' Scrisse.

'Potrei farti la stessa domanda.'

'Ti va se proviamo ad essere amici?' Mi chiese.

Mi girai verso di lui.

Cosa stava cercando di fare? Perché all'improvviso voleva essere mio amico?

Sinceramente avevo altro a cui pensare e alla fine essere sua amica no mi avrebbe uccisa.

'Allora?'

'Va bene, possiamo essere amici." Scrissi.

Le prime ore passarono abbastanza in fretta e finalmente era arrivato il momento del pranzo.

Stavo morendo di fame, dato che ha colazione non avevo mangiato niente in pratica.

Andai verso la mensa e misi del cibo che mi sembrava commestibile suo mio vassoio.

"Arabella!" Sentii qualcuno chiamarmi.

Mi voltai e vidi che Cam che mi stava chiamando.

Andai verso di lui per vedere cosa voleva.

"Hey Cam!" Lo salutai.

"Siediti con noi." Mi disse e si spostò un po' per farmi sedere accanto a lui.

Mangiai in silenzio, non avevo voglia di partecipare ai loro discorsi sullo sport e sulle ragazze.

"Allora Arabella, domani vieni alla festa di Zoe?" Mi chiese Jack.

Tutti lo guardano stupiti come si avesse chiesto di sposarlo.

"Che c'è? Ora siamo amici!" Disse Jack.

I ragazzi sembrarono ancora più sorpresi e non potei fare a meno di ridacchiare per la loro reazione.

"Allora verrai?" Mi richiede Jack.

Stavo per dire di no, ma Matt mi interruppe.

"Dai Arabella vieni, non potremo divertirci se tu non ci sei!" Esclamò.

"Va bene, verrò a quella festa."  Dissi.

Alla fine una festa non mi avrebbe fatto male.

Asshole (J.G.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora