Benvenuto a casa Ricci

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Carmine POV.

"Sofia siamo sicuro che non è troppo rischioso?"
Eravamo nello studio del mio superiore, Sofia Durante, che Massimo conosceva bene essendo stati anni prima colleghi e amici.
"Massimo, Carmine è addestrato bene, è cambiato tantissimo da quand'era piccolo, nessuno lo riconoscerebbe e corrisponde perfettamente a cosa i Ricci stanno cercando. Abbiamo un gancio che può proporlo a don Salvatore e siamo certi accetterà. Non possiamo sprecare questa occasione" gli risponde Sofia paziente. Massimo era iperprotettivo con me ma io avevo studiato e mi ero preparato anni per questo, a 24 anni avevo l'occasione di mettere in pratica tutto quello che mi era stato insegnato e aiutare a smantellare da dentro i Ricci, facendogliela pagare nel modo giusto, non era possibile rinunciare.
"Massimo, Sofia ha ragione, non possiamo farci scappare questa opportunità. Ho studiato, sono pronto e sono l'unico tra quelli disponibili ad essere adatto. Stai tranquillo" intervengo e lo vedo guardarmi rassegnato. Capisce che deve cedere in questa battaglia.
"Va bene va bene, però voglio che ci sia il massimo livello di allerta e sicurezza Sofì"
"Massimo lo sai che considero Carmine un nipote. Ci sarà il massimo dell'attenzione" lo rassicura lei prima di illustrarmi il piano.
Alla polizia era giunta voce che Don Salvatore cercasse a tutti gli effetti un bodyguard per sua figlia Rosa, doveva stare con lei da quando usciva la mattina per l'università fino alla sera e anche oltre se la ragazza si tratteneva in giro. La guerra tra i Ricci, i clan emergenti che volevano prendere il posto dei Di Salvo e i fedeli di mia madre si stava intensificando e il padre voleva a tutti costi proteggere sua figlia. La voce era stata poi confermata dal gancio di fiducia interno al clan e la scelta era ricaduta su di me che avevo tutte le caratteristiche richieste: non troppo grande per non insospettire le persone, non affiliato a nessun clan, della zona ma non di Napoli, ben piazzato e allenato, discreto.
Ed ecco che la polizia aveva creato la mia identità perfetta: Carmine Esposito (il nome l'avevano lasciato uguale, una combinazione molto diffusa in Campania che avrebbe reso difficili ricerche approfondite ai Ricci), 24 anni, nato a Catellammare, emigrato a Genova per studiare scienze politiche e con un ottima esperienza come bodyguard nei locali più importanti della Liguria (questo aveva richiesto più tempo, visto che le referenze inesistenti dovevano essere prodotte con un certo impegno). La verità è che a poco serviva tutto questo, a Salvatore Ricci sarebbe bastata la parola del nostro gancio e quella ce l'avevamo già assicurata.
"Martedì prossimo ti fai trovare all'hotel Continental alle 11, questo è il nostro gancio, Mario" dice Sofia mostrandomi la foto di un uomo di mezza età "ti passa a prendere lui e ti porta dai Ricci per presentarti. Di solito i Ricci ai loro danno i propri cellulari, quindi il tuo lascialo nella stanza del Continental che sarà la nostra base, quando la notte la passi fuori dal loro quartier generale dormi là e ci scrivi ma comunque ogni 15 giorni ci incontriamo lì per fare il quadro. Verremo o io o Massimo che ci supporterà in questa indagine" conclude lei con un sorriso rivolto a quello che considero mio padre.
"Perfetto, ci vediamo presto allora" abbraccio Sofia e li lascio nel suo ufficio mentre io vado dai miei colleghi per preparare al meglio la mia copertura, ogni dettaglio deve essere studiato e memorizzato, dalle cose più banali a quelle più importanti, ogni cosa può risultare fondamentale e ho solo una settimana per prepararmi, è il massimo del tempo che il gancio è riuscito ad ottenere da Don Salvatore per trovare un uomo di fiducia e dobbiamo farcelo bastare.

Rosa POV.

"Ij nun teng bisogno di un babysitter" sbotto quando per l'ennesima volta mio padre tenta di convincermi a portarmi dietro uno dei suoi scagnozzi.
"Rosa mo bast" esclama battendo il pugno sul tavolo mentre lo guardo sconvolta. Con me non ha mai usato un tono così duro, a differenza dei miei fratelli, e mi ha preso in contropiede.
"Ascoltami" dice in modo più tenero mentre io tengo lo sguardo puntato verso Ciro, in attesa che dica qualcosa per dissuadere papà. "Le cose si stanno facendo un po' più serie Rosa e tra una ventina di giorni io e Ciro faremo avanti e indietro da Rovigo dove stiamo aprendo l'altra azienda" continua a dire come se io non sapessi che queste fantomatiche aziende servono solo a ripulire i soldi sporchi che guadagna con gli affari illeciti a Napoli. Ma loro continuano a trattarmi come una bambina che deve essere protetta e io fingo di credere che queste aziende abbiano qualche altro scopo.
"Non posso lasciarti in questa casa da sola con Alina e le cameriere" continua come se Alina e le cameriere fossero davvero una compagnia. Ad Alina voglio un gran bene, è stata la figura materna che non ho mai avuto ma appunto una figura materna non può essere anche un'amica mentre le cameriere parlano il minimo indispensabile e si fanno vedere anche meno.
"I miei uomini devono stare giù a controllare la situazione"
"Intendi nelle piazze per assicurarsi che non ce le fottano" sputo fuori e vedo mio fratello alzare gli occhi al cielo.
"Rosa non è chist o mod 'e parlà a papà. Stiamo cercando di proteggerti, dici che hai 18 anni e sei matura? Bene accetta sta decisione senza fa tanti capricci" interviene proprio lui mentre io lo trafiggo con lo sguardo, traditore gli mimo con la bocca mentre mio padre sorride soddisfatto.
"Ho ascoltato tutte le tue richieste, agg cercat qualcuno non dipendente nostro così che mo che inizi l'università ad ottobre nun te sient in imbarazzo e l'ho fatto venire 15 giorni prima della partenza nostra in modo da essere sicuri che è apposto e nun fa cocc strunzat. Tu mi puoi fare il favore di dire per una volta nu semplice si?"
"Vabbuò" sbuffo "ma se nun m piac addà sparì" aggiungo e li vedo entrambi annuire seri.
Questa è la mia vita, alcuni mi invidiano perché secondo loro ho tutto. In realtà ho solo cose materiali ma mi manca tutto ciò che riguarda la sfera emozionale. Certo amo da morire mio padre ma il nostro rapporto pian piano si è incrinato e sento che sto perdendo anche quel forte legame che avevo con Ciro. Avendo solo un anno di differenza da piccoli eravamo inseparabili, alcuni addirittura ci scambiavano per gemelli. Subito dopo la morte di Pietro però lui ha preso il suo posto e lo vedo sempre meno.
E praticamente a causa del mio cognome non ho amiche vere. I Ricci, grandi imprenditori edilizi ufficialmente ma ufficiosamente tutti sanno cosa fa mio padre e quindi mi tengono buona davanti ma alle spalle si prendono gioco di me, mi odiano, mi temono. E io mi accontento di incutere timore con il famoso sguardo Ricci e restare sola. Come dice mio padre meglio pochi ma buoni peccato che i miei pochi siano praticamente nessuno se non conto la mia amica del liceo Teresa. Lei è veramente un angelo ma è del Vomero e suo padre, un magistrato, non vuole che frequenti casa mia quindi la vedo raramente, le poche volte che convinco Ciro ad uscire dai quartieri per accompagnarmi da lei.
Magari con il cane da guardia che mi stanno imponendo potrò uscire da qui più spesso e almeno frequentarla di più.
Dopo questa discussione non abbiamo più aperto il discorso e i giorni passano per la prima volta troppo velocemente, a breve inizierò la facoltà di giurisprudenza, come voluto da papà, anche se la mia vera passione è la danza, e a brevissimo dovrò incontrare il suo nuovo burattino che deve controllarmi. E quando dico a brevissimo intendo domani.
Sbuffo rigirandomi nel letto e tentando di scacciare via l'angoscia che provo nel sapere che tra meno di 12 ore dovrò rinunciare anche a quel poco di privacy che prima avevo.

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