Confronti dolorosi

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Premessa: perdonatemi per la lunga attesa. Eccoci qua con il penultimo capitolo. Il prossimo chiuderà questa storia e non vedo l'ora di farvi leggere tutto. A presto :)

Massimo POV.

"Voglio la verità, adesso" esclama Carmine rompendo il silenzio mentre Beppe e Sofia sospirano sedendosi sul divano "Massimo stong parlann cu tte" dice alzando la voce quando vedo che non lo guardo negli occhi.
"Carmine staj esaggerann, calmt" interviene Wanda con voce dura
"E tu chi cazz sij p mme ricer chell c'aggià fa" urla lui avvicinandosi minaccioso e mi decido ad intervenire.
"Carmine, basta, siediti ti dico tutto" cedo sconfitto appoggiandogli una mano sulla spalla e costringendolo a sedersi vicino a Beppe, so che ne sentirà il bisogno dopo aver ascoltato tutto, mentre io mi siedo a tavola, seguito da sua madre.

Inizio flashback

"Wanda che ci fai qua? O saj ca si qualcuno ci vede va a finì mal ppe te e ppe me" dico esausto dopo aver aperto la porta ed essermi trovato davanti quella che tutti conoscono come Wanda di Salvo. Per me, sin da quando eravamo ragazzini è sempre e solo stata Wanda, la figlia del parrucchiere del quartiere. Siamo cresciuti insieme e da ragazzini abbiamo persino avuto una relazione, prima che lei decidesse che io ero troppo poco, che non voleva fare una vita di sacrifici come quella dei suoi genitori e mi aveva lasciato per cedere alla corte di Di Salvo, finendo per sposarlo e trasformarsi in una di loro.
"Massimo o sacc che a breve m venit a trová pur a mme" mi risponde con un sorriso ironico
"Per quanto a te t piac sognà nu mondo ideale, pure tra i tuoi ci sta chi ppe nu poc e sold parla, e parla bene" aggiunge facendomi capire che qualcuno gli ha rivelato che a breve ci sarà un blitz nei confronti del suo clan. Dopo la morte del marito è lei ad occuparsi degli affari ed è lei evidentemente a muovere i fili.
"Wanda t'o ripet n'ata vot, che vuò?"
"Voglio fare un accordo con te" ribatte seria, gettando la sigaretta sul pianerottolo e sorpassandomi per accomodarsi in casa mia, come se l'avessi invitata.
"Parla" dico freddo, chiudendo la porta
"A me nun m ne fott e ij in galera. O che smantellate o clan. Ma mi devi promettere che Carmine t'o puort cu tte lontano da qua"
"Wanda o saj che non se po fa. Carmine andrà in una comunità della città"
"E tu o saj che se lo mandate là prima o poi m'o acciren" esclama
"Nun poss fa nient"
"E invece si! Chiamm o magistrat, so sicura che deciderà di concedermi na piccola eccezion, dopo la mia proposta" risponde sicura e per l'ennesima volta, guardando i suoi occhi che mai come adesso mi sembrano gli stessi della ragazzina che tanti anni fa amavo, non posso fare altro che accontentarla.
"Sofia, sono Massimo. Vieni a casa e porta il pm, ho delle novità"

Fine flashback

E così continuo a raccontagli tutto, di come quella notte sua madre ha collaborato con noi ma non ha mai voluto ricoprire il ruolo di collaboratrice di giustizia. E così abbiamo messo su un piano per fingere di catturarla (quando in realtà era una resa concordata), in cambio lei ci aiutò a smantellare il clan e si fece promettere che suo figlio sarebbe stato affidato a me e che avrei dovuto crescerlo lontano da quel mondo e da Napoli, cambiando nome e identità. Vedo man mano lo sguardo di Carmine trasformarsi. Se poco fa era arrabbiato e agitato, ora vedo solo delusione.
"Mi hai preso in giro per tutti questi anni" sussurra guardandomi con uno sguardo che mai come adesso è identico a quello spietato che ho visto spesso negli occhi di sua madre.
"Carmine nun è accussi, tu si comm nu figlij" esclamo ferito dalle sue parole
"No, io sono la tassa che hai dovuto pagare per arrestare una criminale" dice duro alzandosi e dirigendosi di nuovo verso la porta
"Carmine nun te permetter" urla sua madre ma le faccio segno di lasciarlo andare. Ha bisogno di tempo.

Rosa POV.

"Rosa allora sei pronta?" mi chiede per l'ennesima volta l'avvocato d'ufficio che si sta occupando di Ciro.
"Si, andiamo" sorrido, superando insieme a lui gli enormi cancelli dell'IPM di Napoli.
Stamattina, dopo aver salutato Carmine e avergli dato forza per quello che probabilmente in queste ore sta facendo, cioè lasciare il lavoro che fino ad oggi per lui è stato casa, finalmente è arrivata l'autorizzazione del giudice per poter vedere mio fratello. E sinceramente non so se ne sono felice o terrorizzata. So che Ciro ora sa tutta la verità su mio padre ma probabilmente sa anche della mia relazione con Carmine, o almeno la versione che abbiamo dato alla polizia. Le voci corrono, dalla questura arrivano ai quartieri e dai quartiere alle case di ognuno e anche in carcere.
Entro nella sala colloqui vuota, a quanto pare i Ricci sono una famiglia troppo in vista secondo il pm per fare i colloqui insieme agli altri, potrebbero sorgere problemi o pericoli. E così mi ha concesso un incontro ad ora di pranzo, per essere sicuri che gli altri detenuti siano tutti in mensa. Non che mi lamenti, almeno avrò un po' di privacy in più con mio fratello. Sento che ne avrò bisogno.
"Sij semp a cchiù bell Rosellì" sento esclamare all'improvviso e voltandomi finalmente rivedo quello che sin da piccola è stato il mio porto sicuro. Ciro.
"Comm staj Cirù?" chiedo buttandogli le braccia al collo
"Tutto appost Rosa, c trattn buon cca" sorride ricambiando l'abbraccio "e tu invece? Ti si convint 'e turnà a danza?" aggiunge e lo guardo stupita
"E tu comm o saj che non ci stavo andando??"
"Silvia" sorride arrossendo leggermente e mi viene quasi da ridere a vedere mio fratello in questa veste.
Passiamo la successiva mezz'ora a parlare di tutto, del suo inizio di frequentazione con Silvia che continua tramite lettere e gli prometto che cercherò di fargli avere un colloquio con lei, della sua scelta di patteggiare e non farsi difendere dall'avvocato di famiglia. Parliamo di papà, di quello che ha fatto a nostra madre e del fatto che non ha mostrato il minimo pentimento.
"Nun ha chiest nemmeno una volta scus Rosellì, anzi t vulev fa passà a te pe pazz. Si nun foss stat per le prove che mi hanno fatto vedere durante l'interrogatorio, avrei continuato a credere a lui, e di questo ti devo chiedere scusa" sussurra stringendomi la mano
"Ciro nun te preoccupà, o sacc che nun è colpa tua, ci ha cresciuto in un certo modo, ci ha portato a non fidarci di nessuno se non con prove alla mano, o sacc comm te sient, mi è capitato pure a me" confesso e vedo i suoi occhi farsi attenti
"Ti riferisci a Di Salvo eh?" chiede facendo un sorrisino che mi fa arrossire immediatamente
"Esposito, fa di cognome Esposito" sussurro come a giustificarlo e a giustificare la mia scelta ma mi guadagno solo una risata di cuore da parte di Ciro.
"O saj pur tu che nu Di Salvo" ribadisce "ma nun è nu problem. Stann cca agg pensat assaj Rosa. E nun voglio divintà comm a chill" dice riferendosi a nostro padre.
"Quando esco voglio fa un corso di fotografia, m'è semp piaciut, o saj già" sorride ricordando probabilmente le mille volte in cui gli ho fatto da modella per i suoi scatti, di nascosto da papà "e voglio provare a cambiare vita. Quindi nun posso fermare te dal farlo."
"Ho il tuo permesso quindi?" chiedo speranzosa
"Comm si te servess, 'e semp fatt chell ca vuliv tu" ride "diciamo che non farò nulla per dividervi però nun me chiedere di essere amichevole. Semplicemente per quanto potrò lo ignorerò" scherza anche se so che dietro queste parole si nasconde un enorme sforzo che sta facendo per il mio bene
"Ragazzo il tempo è scaduto" ci interrompe una guardia
"Cirù grazie, ti voglio bene, e nun vedo l'ora di vederti fuori da qua tra un paio di mesi. Appena posso ritorno" esclamo con un po' di lacrime agli occhi al pensiero di lasciarlo qui
"Ij sto buon cca Rosa. Mi raccomando statt accort" mi ripete prima di lasciarmi un bacio sulla testa e seguire Lino nei corridori che lo riportano in cella.
Esco dall'IPM leggermente più serena di come c'ero entrata. Anche se Ciro faticherà ad accettare la relazione tra me e Carmine, non si è opposto e sta provando a cambiare. Questo, oltre a migliorare la sua vita, non può fare otto che migliorare le cose anche tra lui e Carmine in futuro.
Sorrido felice per come sta andando tutto e mi infilo nella funicolare, ho bisogno di vedere Teresa e ringraziarla per bene per tutto quello che ha fatto per me in queste settimane e soprattutto per vedere l'appartamento in cii si è trasferita con Edoardo, che finalmente è stato accettato dai suoi genitori.
Durante la salita mando un messaggio a Carmine, ora che ho parlato con Ciro, l'ansia per sapere come è andato il suo incontro è ritornata più forte di prima.

"Con Ciro tutto bene, ora vado da Teresa, ti aspetto qui, staremo più tranquilli rispetto a casa mia. Mi manchi, Rosa <3"

Quattro ore dopo

Il pomeriggio con Teresa è stato così divertente che per un momento sono riuscita a dimenticare tutti i problemi delle ultime settimane. Lei ed Edoardo si sono sistemati un piccolo attico in un palazzo poco distante dai genitori di Teresa ed è ovviamente di loro proprietà però è così carino che nessuno dei due è riuscito a rifiutare l'offerta di usare quella come prima casa.
"Allora ti fermi a cena con noi?"
È questa domanda di Edo che mi fa rendere conto dell'orario, ma soprattutto del fatto che Carmine non mi ha risposto ancora al messaggio. Inizio seriamente a preoccuparmi.
Proprio quando sto per chiamarlo, suona il citofono.
"Rosa ci sta Carmine giù, ha detto che ti aspetta, perché ti deve parlare"
Queste parole non mi fanno presagire nulla di buono, la paura inizia a farsi strada nel mio cuore, mentre saluto velocemente i miei amici e lo raggiungo.
Le porte delle ascensore si aprono e incrocio i suoi occhi. Si, qualcosa va definitivamente male.

Carmine POV.

Giro per Napoli sconvolto da tutto quello che mi è stato raccontato, è come se la mia vita fosse un'immensa bugia dalla quale mi è impossibile sfuggire. E in più, dovrò allontanare l'unica persona con cui mi sento a casa minimo per un paio di mesi, altrimenti non potremmo mai costruire una vita vera e sana insieme.
L'unica cosa che so è che ho bisogno di vederla, almeno questa sera. Prendo il cellulare e noto un suo messaggio di ormai quattro ore fa, sorrido nel leggere che tutto è andato bene con suo fratello e poi mi dirigo a casa di Teresa con il cuore pesante e la testa che mi scoppia.
Il suono dell'ascensore mi riporta alla realtà e la vedo comparire bella come sempre.
"Andiamo in un posto" le dico prendendole la mano e trascinandola al belvedere di San Martino, che è a pochi passi da qui. So che al momento non sta capendo molto di quello che accade ma ho bisogno di tempo e calma per raccontarle tutto. Arriviamo in cinque minuti ai famosi muretti dai quali si vede tutta Napoli e mi siedo su uno di essi, attirando Rosa tra le mie braccia.
L'abbraccio stringendola a me come se fosse la mia ancora di salvezza, l'unica cosa che al momento mantiene il mio corpo stabile e la mia mente sana. L'ossigeno di cui dovrò fare a meno per molto tempo. È come se il mondo intero ci volesse punire per aver sfidato il "sistema", per aver infranto la regola secondo cui il sangue dei Di Salvo non deve mai mischiarsi con quello dei Ricci.
Non me ne sono nemmeno accorto ma ad un certo punto ho iniziato a singhiozzare tra le sue braccia, mentre lei mi tiene stretto, sussurrando che tutto andrà bene, anche senza sapere il motivo di questa crisi.
È soltanto dopo più di dieci minuti che riesco a calmarmi e a raccontarle dell'incontro poco piacevole con mia madre e della verità che per tutti questi anni mi è stata nascosta.
"È comm sij a vita mij foss stat tutt na recit Rosa. Lui mi ha cresciuto perché doveva, per dovere e non perché ha visto qualcosa in me" sbotto
"Nun diver accussì, io l'ho incrociato poche volte ma si vede da come ti guarda che te vò ben comm si fuss nu figlij. Sì magari all'inizio era per dovere ma poi ti ha amato veramente" cerca di addolcirmi lei
"Pur si foss mi ha mentito tutta la vita"
"O capisc comm te sient" sussurra e la stringo nuovamente a me "però proprio perché ti capisco, capisco pur che le cose sono diverse. È vero, ti ha mentito ma forse l'ha fatto per il tuo bene. Tu con Massimo puoi ancora recuperare, nun ha fatt niente di irreparabile" aggiunge ma io inizio a scuotere la testa
"O sacc ora è difficile, ma mi prometti che almeno ci pensi?" ritratta dolce accarezzandomi
"Va bene" mi arrendo anche se entrambi sappiamo che per il momento non ci sarà alcuna possibilità di recuperare.
"Dai che i prossimi giorni ce ne andiamo un po' a Gaeta insieme. Teresa mi ha detto che possiamo starci quanto ci pare, ti farà bene" sorride lasciandomi un bacio sulle labbra.
"A proposito di questo Rosa..." sussurro temendo la sua reazione
"Carminè ci sta coccos ca nun m'e ritt?"
"Oggi sono andato a dare le dimissioni" inizio
e pian piano vedo i suoi tratti indurirsi. So già che sta pensando che ho cambiato idea e voglio continuare con la polizia e lontano da lei. Proprio per questo, nonostante lei cerchi di ritrarre la sua mano dalla mia, la tengo stretta.
"Rosa ij e te nun putimm sta insieme" butto fuori mentre la vedo sgranare gli occhi, feriti e già pieni di lacrime, e impallidire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21 ⏰

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