Cap 6

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Sentì gli occhi appiccicosi e ci passò le dita più volte prima di riuscire ad aprirli del tutto. Una delle prime cose che notò fu che non sentiva quel leggero freddo che sentiva in cella. Infatti per questo dormiva sempre con la felpa.

La seconda cosa che notò, fu che c'era molta luce, malgrado la luce artificiale della camera non fosse accesa. E non c'era rumore.

Riuscì finalmente ad aprire gli occhi e si guardò intorno. Non ricordava molto del giorno prima, e non sapeva nemmeno come c'era finito in quel letto. Accanto a sé c'era un peluche di un cane. Lo prese tra le mani e lo guardò per un po'.

Venne distratto dal rumore sulla porta che veniva dall'esterno. Abbassò il peluche sulle coperte e alzò lo sguardo, "Avanti" disse piano, ma abbastanza forte da farsi sentire da chi si trovava dietro di essa.

La porta si aprì ed entrò una bambina che si fiondò sul letto, facendo muovere Mimmo per farle spazio, mentre osservava suo cugino arrivare dietro di lei.

"Coraggio, Marì, mica lo devi spaventare a tuo zio" le disse avvicinandosi anche lui al letto, "Cioè, forse sareste cugini, ma zio è meglio, non credi, Mimmo?" Chiese poi Carmine e Mimmo annuì.

La bambina fece spallucce e guardò prima suo zio e poi il peluche, "Allora? Olly ti ha aiutato?" Gli chiese e Mimmo aggrottò le sopracciglia, non capendo subito chi cavolo fosse Olly. Poi vide che stava guardando il cane e cercò di sorridere.

"Sì... Olly mi ha aiutato...grazie Maria" disse piano e la bambina sorrise soddisfatta.

"Visto papà?! Ho fatto bene a prestarglielo!" esclamò la bimba, rimbalzando sul letto da seduta.

"Certo che hai fatto bene, amore mio, ora però vai a fare colazione che dobbiamo andare a scuola" le disse e Maria scese dal letto.

"Marì, il peluche..." disse Mimmo, alzando Olly per mostrarlo alla bimba.

"Te lo presto, così per un po' dormi tranquillo, ma non te l'ho regalato, ok?" Precisò, impuntandosi e incrociando le braccia al petto.

Mimmo annuì e sorrise e tornò ad osservare il cane.

"Mimmo... oggi ti riporto in carcere, ma rispetto a quello che mi hai detto ieri... c'è qualcosa che ti turba che riguarda quel posto?" gli chiese delicatamente, non voleva mettergli pressioni.

"No... anzi, scusa per la scena di ieri... ero solo spaventato, ma va tutto bene..."

In realtà non andava tutto bene. Ancora non sapeva se Ernesto stava bene, non sapeva se Simone stava bene o se, per paura, avesse già detto tutto ai suoi genitori e magari i genitori erano andati dalla preside a denunciarlo.

Fece un respiro profondo e strinse il peluche alla faccia, strizzando gli occhi. Non si vergognava di farlo davanti a Carmine, aveva capito che aveva buon cuore e non lo avrebbe mai giudicato, altrimenti lo avrebbe già fatto quando gli aveva confessato di avere una cotta per un ragazzo.

"Ma secondo te va bene se vado direttamente a scuola? Poi torno subito in carcere, lo giuro" disse Mimmo, guardando di nuovo suo cugino e l'uomo sospirò, ma annuì.

"Contatto il carcere... ma dopo scuola dritto lì vai, ok? Non puoi avere altri problemi, altrimenti poi non mi permetteranno di farti stare un po' con noi"

Mimmo sorrise un po' di più e annuì.

...

"Certo ch'è proprio un bel livido" commentò Manuel che stava sdraiato sul letto di Simone e lo osservava mentre si guardava allo specchio.

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