Cap 9

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Mimmo li vide arrivare, percorreva il corridoio insieme a De Angelis e sentì la paura crescere. Cosa ci faceva la polizia? Ernesto aveva detto qualcosa?

Non era possibile che l'avesse visto in faccia, ma magari aveva sentito il suo nome chiamato da Simone; o forse avevano preso le impronte dal tubo metallico e lui era già schedato quindi ci avrebbero messo poco a scoprire che era stato lui...

"Mimmo, andiamo dai!" Lo riprese De Angelis e cercò di non pensarci più.

Ripensò invece al momento prima di recarsi a scuola. Molosso non si era arrabbiato con lui. O meglio, non aveva la faccia tipica di chi è arrabbiato, sorrideva, ma era quel sorriso falso che nascondeva ben altre emozioni. Gli aveva detto che non era successo nulla, mica era scappato con i soldi. Però, avrebbe dovuto recuperare il tempo perso e che doveva andarci quello stesso giorno, e Mimmo fu costretto ad annuire. Come aveva detto a Simone, non poteva evitarlo.

...

Manuel era agitato. Simone si stava mettendo dei guai per un ragazzo che aveva appena conosciuto e, dovette ammetterlo, gli ricordò che aveva cercato di fare la stessa cosa proprio l'anno prima con lui. Adesso Manuel si teneva fuori dai guai, o almeno cercava di farlo, ma questa storia era seria.

Ernesto era finito in coma e fortunatamente si era svegliato. Ma ora Simone era finito in mezzo perché è stato l'ultimo che, gli amici di quello stronzo, hanno visto con lui.

Quando erano venuti a chiamarlo per andare nell'ufficio della preside, il cuore di Manuel cominciò a battere più velocemente e non riusciva a deglutire senza sentirsi bloccato, come se avesse un groppo in gola. Guardò l'amico mentre usciva, cercando di trasmettergli con lo sguardo la sua preoccupazione.

Non riuscì a stare attento per il resto della lezione, soprattutto quando venne chiamato anche il professor Balestra.

Decise che doveva affrontare Mimmo e dirgli di stare lontano da Simone, e di costituirsi perché non era affatto giusto che un bravo ragazzo come lui finisse nei casini per un delinquente.

...

Mimmo stava sistemando i libri, grazie anche alla scala di cui la biblioteca era provvista e non si accorse della figura di Manuel che si avvicinava con decisione. Quando Manuel gli si mise di fianco, Mimmo sussultò.

"Oh, m'hai fatto cacà sotto..." disse, portandosi una mano al petto.

"Devi stare lontano da Simone" gli disse in modo secco e Mimmo lo guardò da subito confuso.

"Non ho capit-"

"Gli devi stare alla larga. Il guaio l'hai fatto tu e mò se beccano lui" incalzò e Mimmo fece un piccolo respiro prima di parlare. Voleva mantenere la calma con lui.

"Ascolta, devi farti i cazzi tuoi" gli disse e Manuel lo interruppe subito.

"Me sto a fa' i cazzi mie, e non è giusto che finisce nei casini mentre tu stai a nasconderti qua come un sorcio" lo provocò e Mimmo strinse un pugno.

"Io non ho chiesto proprio nulla a Simone"

"Ah sì? Io dico che sei un vigliacco..." concluse Manuel, prima che Mimmo passasse ai fatti. Reagì subito ricambiando la presa quando il Napoletano gli afferrò il colletto della felpa.

"Che vuoi fare eh?"

Mimmo lo fissò con le sopracciglia inclinate verso l'interno e digrignò poco i denti per il nervosismo, ma lo lasciò andare e Manuel si sistemò la felpa.

"Senti, io non so perché ti stai ergendo a paladino per Simone, ma io non voglio che finisca nei guai al posto mio..."

"Allora confessa, consegnate alla polizia" si avvicinò a Mimmo e gli puntò il dito sul petto.

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