𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 14

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Kylie

Quella mattina la sveglia mi stava perforando le orecchie da circa mezz'ora.

«Kylie sei sveglia?» chiese mio padre dal piano di sotto.

«Purtroppo si!» esclamai svogliata.

Mi guardai allo specchio. Le mie condizioni erano pessime e non sarei andata a scuola in quel modo. 

Afferrai subito il telefono e trovai un messaggio da parte di Aaron:

Ti passo a prendere io sta mattina, ok?

Strizzai gli occhi per vedere meglio il messaggio. E ora cosa dico a mio padre?

Mi preparai velocemente, spruzzandomi due chili di profumo, e anche se non era da me, stesi un po' correttore sulle occhiaie violacee.

«Kylie sei pronta? Vi accompagno io oggi a scuola» mi avvertii mio padre appena mi vide scendere in fretta al piano di sotto.

Merda.

Scambiai un occhiata furtiva a Emily, nella speranza che lei potesse aiutarmi. Fortunatamente mia sorella era sempre stata una mia complice e ha sempre capito i miei segnali anche se, a volte, mi faceva arrabbiare così tanto che le avrei strappato i capelli a morsi.

Ad un certo punto sentii il suono di un clacson. Era Aaron. 

 «Papà io posso andare a scuola con Allyson. E...e tu Kylie dovevi andare con Lola...giusto?» intervenì improvvisamente Emily, vedendomi a disagio.

«Ma se volete posso accomp...»  mio padre non fece in tempo a finire la frase, perché Emily mi afferrò per un braccio e mi portò all'uscita.

«A dopo papà!» esclamò velocemente mia sorella, per poi chiudere la porta.

Okay, adoro mia sorella.

Restai impalata a guardare Emily, estrefatta, dimenticandomi che Aaron mi stava aspettando in macchina.

«Che hai da guardare tu? Mi ringrazierai dopo avanti, vai dal tuo cavaliere»

A volte penso che mia sorella sia più avanti di me per certe cose, dovrei preoccuparmi?

Mi fiondai in macchina di Aaron, che mi salutò con un leggero bacio sulla guancia.

Speravo che si fosse sia già scordato della sera prima, quando ero scomparsa dal nulla con Lola e Sarah.

Volevo scusarmi per il giorno prima, ma volevo evitare di fare questi discorsi di prima mattina. Non potevo dirgli che ero stata a una gara clandestina e oltretutto, con il suo nemico.

Per tutto il tragitto, un silenzio imbarazzante mi perforava le orecchie. Odiavo stare zitta. Quando finalmente arrivammo a scuola, salutai Aaron e lo abbracciai velocemente, poi raggiunsi Lola.

«Giorno Lola. Dov'è Sarah?»

«Ehi Kyl, Sarah sta male»

«Oh, mi dispiace»

Quando la campanella suonò, mi diressi in palestra insieme a Lola, anche se io a differenza sua, odiavo educazione fisica.

«Oggi giocheremo a pallavolo. Faccio io le squadre» ci avvisò il professore di educazione fisica, con aria svogliata.

Per fortuna non ero capitata nella squadra di Matthew. Iniziammo a giocare ma mi concentrai poco, perché lui mi guardava in continuazione con sguardo freddo e  tagliente. 

Presi un bel po' di pallonate in faccia e a fine lezione realizzai che non avevo neanche un minimo di muscoli nelle braccia, e che dovevo assolutamente iscrivermi in palestra.

𝐓𝐎 𝐇𝐀𝐓𝐄, 𝐓𝐎 𝐋𝐎𝐕𝐄 - 𝐆𝐥𝐢 𝐎𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐒𝐢 𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora