Capitolo 12

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Zejahar era riuscito a riunirsi ai compagni solo qualche giorno dopo l'inizio degli allenamenti. Fortunatamente Catherine gli aveva permesso di tornare prima della fine della colazione, così da non perdere le attività di gruppo del mattino.
In più era grato di non aver riportato nessun danno permanente, ma solo una frattura al gomito sinistro.

Si era appena seduto al suo posto quando uno dei capitani parlò: "Si alzino Silen e Soleyl, e mi seguano"
La voce era bassa ma facilmente udibile a causa del silenzio che aleggiava nel cortile interno.
Ascoltata la frase tutti rimasero quasi paralizzati per una manciata di secondi, poi cominciarono a parlottare tra di loro.
Nessuno era stupito per quanto riguardava Zejahar, ma Artemis era totalmente imprevedibile.

Tra le varie ipotesi avanzate c'era chi era convinto che stessero per accedere al ciclo successivo dato il talento di entrambi. Ma sfortunatamente i test non erano mai svolti dopo i Kastav, quindi non c'erano con i tempi.
Altri invece, che conoscevano bene il carattere di Zejahar intuirono che era successo qualcosa tra i due.
Certo era strano che Zejahar avesse picchiato Artemis, dato che non si parlavano neanche. Ma ancora più strano era che qualcuno fosse riuscito a far perdere le staffe a Silen, e farlo arrabbiare a tal punto da voler colpire qualcuno.
Dopotutto era una ragazzo educato e tranquillo.

Il vociare continuava a crescere a causa del probabile coinvolgimento del "soldato perfetto" in una probabile rissa.

Quando Artemis e Zejahar furono davanti a tutti non c'erano più dubbi: si erano picchiati anche se non troppo violentemente.

"Silenzio!"
Un secondo capitano impartì l'ordine.
Quella situazione stava creando troppo trambusto, e non si potevano permettere di compromettere la procedura.

A quel punto tra gli amici di Zejahar cominciarono a circolare alcune strane ipotesi.
"E se Zejahar lo avesse picchiato perché Artemis gli aveva rubato qualcosa, dopo tutto non possono avergli insegnato altro in quella famiglia?"
"Io dico che Artemis ha provato a baciarlo e Zejahar per il disgusto gli ha tirato un pugno".
A quell'ipotesi Zejahar, che non era molto lontano, distolse leggermente lo guardo.
Exer lo notò e provò a mostrargli il suo supporto dal tavolo.
Purtroppo anche Visni riuscì a scorgere un velo di vergogna sul suo viso. Lo attribuì, però, al fatto di essere stato colto con le mani nel sacco. E l'atteggiamento di Exer non fece altro che confermare la sua versione.

"Voi che continuate a parlare di fatti che non vi riguardano, volete per caso andare a fare compagnia ai vostri compagni?"
Il sarcasmo era tagliente e le parole molto dure, dette con voce ferma e il solito tono calmo. I capitani non alzavano mai la voce, dato che la loro parola era legge e chi trasgrediva, il base alla gravità, poteva svolgere mansioni che lo rimettevano in riga o venivano direttamente cacciati dal programma.

Quelli che avevano parlato fino a poco prima si zittirono immediatamente.
Poco dopo iniziò la colazione.

Artemis da quando si era alzato non aveva guardato minimamente Zejahar con l'intenzione di mantenere le apparenze.
Ma continuava a essere preoccupato per Soleyl: si chiedeva quante emozioni stesse cercando di sopprimere mentre si trovava davanti a tutti quelli sguardi giudicati. Quando vide il braccio fasciato di sfuggita si domandò se avesse riacquisito tutte le energie durante la sua permanenza nell'infermeria.
Si rincuorò del fatto che, quando iniziarono a camminare, avesse un andamento regolare, ciò voleva dire che non aveva bisogno di nessun supporto, che fosse fisico o emotivo.

Zejahar notò che non gli rivolse neanche uno sguardo e nonostante non amasse quel comportamento sapeva che era necessario.
Ripenso al fatto che lo aveva portato in quella situazione.
Si era arrabbiato con Artemis solo perché pensava che non gli importasse nulla di lui e perché era geloso.
Si sentiva tremendamente stupido ad aver pensato e agito in quel modo.

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