1. Nightmares

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Il sogno si presentó di nuovo.

Akaashi si ritrovava aggrappato ad un ramo, sotto di lui solo il vuoto piú assoluto. Le braccia iniziavano a fargli male e nonostante fosse solo un sogno era tutto talmente realistico che quando scorse una figura avvicinarsi a lui per poco non pianse di gioia.

Era un ragazzo sui 18 anni, aveva i capelli sparati verso l'alto, neri alla radice e di un grigio chiaro nelle lunghezze. I suoi occhi erano color ambra e ricordavano quelli di un gufo 

 Si avvicinò al precipizio dove era sospeso Akaashi e lo squadrò preoccupato con i suoi occhi ambrati  "Keiji!" Il ragazzo disse il suo nome come se si conoscessero da una vita, nonostante Akaashi fosse sicuro di non averlo mai incontrato prima. Il ragazzo gli tese una mano per aiutarlo a tirarsi su, ma quando fu sul punto di prenderla, il ramo si spezzo lasciandolo a cadere nel vuoto senza fine. 

Ogni volta si aspettava di schiantarsi al suolo e di spaccarsi tutte le ossa ma lui cadeva... e cadeva...  e cadeva...

Mentre cadeva, però, continuava a sentire la voce di quel ragazzo che gridava disperatamente il suo nome. 

Si sentiva come se una forza invisibile lo stesse tirando verso il basso, e man mano che scendeva sentiva il suo cuore rallentare e il respiro mancargli sempre di più. 

Ogni tanto scorgeva degli spiragli di luce che peró superava subito, rimanendo nuovamente al buio.




Anche quella mattina Akaashi si sveglió con zero voglia di vivere. 

Era ancora scosso per il sogno, ormai era la settima volta che si presentava e iniziava a preoccuparsi. Aveva paura che si trattasse di un cattivo presagio.

Si preparó e uscí di casa per andare a scuola. Mentre camminava mangiava un biscotto che egli aveva preparato la sera prima. Aveva usato la ricetta della sua defunta nonna, con cui, da piccolo, adorava passare il tempo e che gli aveva insegnato tante cose. 

Raggiunse ben presto l'istituto, andó nella sua classe e si sedette al suo banco in ultima fila.

 Akaashi arrivava sempre in anticipo ma rimaneva da solo nel suo banco senza parlare con nessuno. Non perchè i suoi compagni non volessero essere suoi amici, era lui che trovava tutti dei grandissimi rompipalle che si credevano simpatici perchè si urlavano addosso insulti e si prendevano a colpi. 

Akaashi non aveva mai capito come mai quei "giochi" li affascinassero tanto, ma a volte anche a lui sarebbe piaciuto picchiare quei cretini. 

La giornata passó lenta come sempre. 

Akaashi era bravo a scuola, studiava e faceva sempre i compiti, probabilmente perché non aveva altro da fare.

Finite le lezioni tornò a casa, dove sua madre stava tranquillamente seduta sul divano a guardare la televisione, "Keji" disse la madre invitandolo ad avvicinarsi "devo parlarti" Akaashi si accomodò vicino a lei "dobbiamo trasferirci" 

"Di nuovo?"

"Sì"

"Quando?"

" tra due settimane, inizia a sistemare la roba"

"Ok"

Akaashi ormai era abituato alla freddezza della madre. Prima della morte di suo marito era stata una donna gentile e affettuosa, ma poi era diventata sempre più triste. Dopo la morte di sua  madre, peró, era come se non riuscisse piú a provare emozioni.

Anche per questo il figlio non amava socializzare, non era abituato a fare conversazione. Era sempre stato solo ed era dell'idea che lo sarebbe sempre rimasto.








Spazio autrice:

Hey hey hey,

Grazie di aver letto questo primo capitoloooo

Scusate se è un po' noiosino ma bisogna iniziare in qualche modo no? È la prima ff che scrivo perciò se ci sono degli errori o avete dei suggerimenti non esitate a farmelo sapere!!! 

Non preoccupatevi Bokuto arriverà presto e allora le cose si faranno più interessanti... Ho, ovviamente, tutti i miei piani malefici da mettere in atto...

Grazie grazie grazie ancora, stay tune per il prossimo capitolo.

Ciauuu <333 

➛ 𝙵𝚊𝚕𝚕𝚒𝚗𝚐 𓅓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora