10.

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Sospiro ancora

Sei disinformato sulla tua vita
Troppo occupato
a conoscere quella altrui
Gaia.S

•ℂ𝕒𝕥𝕙𝕪•

☆☆☆

Buio. Non vedo altro, se non il vuoto cosmico. Provo a muovermi, camminando in quello spazio deserto.

Un bagliore si espande improvvisamente davanti a me, socchiudo gli occhi, provando a capire di che cosa si tratti.

Inizio a vedere tutto sfocato e quella magia, inizia man mano a diventare sempre più potente. Più mi avvicino più respiro a fatica, ma la curiosità di lanciarmi al suo interno e comprendere che cosa ci sia dietro quella fonte di luce, mi spinge a volere delle risposte.

Passo dopo passo, i miei occhi si chiudono quasi del tutto e un senso di fastidio, si impossessa del mio corpo. Provo ad alzare le palpebre per scrutare qualcosa, ma sembrano pesare tonnellate e rimangono solamente sigillati.

Sento, improvvisamente, un canto leggiadro provvenire da ogni direzione. Volteggio su me stessa provando ad intendere la direzione, ma questa dolce melodia è dappertutto.

Mi rilasso definitivamente, è così armoniosa. La sento quasi come un calore, ipnotizza i miei arti rendendoli di ghiaccio. Mi siedo, respirando a pieni polmoni quel poco che riesco.

Quel calore così piacevole, d'un tratto finisce, iniziando a bruciare veramente. Mi alzo di corsa scottata, ma questo fuoco è rovente e mi brucia pian piano.

Non riesco a piangere, non ne sono in grado. Provo a liberarmi dalle fiamme che mi circondano, ma non ci riesco, è tutto così incandescente.

Una voce sciacqua via quel dolore, è come un'ondata fresca in una giornata calda. Così piacevole.

«Cathy...» mi chiama e io sorrido sentendomi meglio e al fresco. Allungo le mani davanti a me, scostandole subito, appena tocco qualcosa di rovente.

«Così ti fai del male... svegliati ti prego, colui che ti sfiora il cuore è di fianco a te. Non abbandonare l'impossibile, non nascondere l'introvabile, lasciati guidare, così non ti scotterai mai più» questa voce è la stessa di quella che cantava la melodia. Provo a dire qualcosa, ma cado. Cado di nuovo nell'oscurità, sembra un burrone, così ripido. Così enigmatico e infinito.

Apro di colpo gli occhi, guardando spaesata quella che riconosco sia la mia camera.

Delle braccia mi avvolgono il busto e io rimango immobile sentendo questo piacevole contatto. Solo ora noto che il mio viso, è fradicio dalle mie lacrime.

Guardo di fianco a me, colui che mi sta abbracciando. Kyle.

Noto con preoccupazione il suo volto rigato dalle lacrime. Lo fisso disorientata, socchiudendo leggermente la bocca «Kyle...» pronuncio a gola secca. La sento ardere come fuoco in un camino, arida come un deserto. Sembra quasi che non bevessi da secoli.

Immediatamente, mi passa un bicchiere ricolmo d'acqua fresca e io lo bevo, come se fosse la bevanda più buona del mondo. Senza nemmeno riprendere fiato, butto giù quella prelibatezza per la mia gola secca.

Le Stelle Non Piangono Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora