Irlaviani, Maresciallo Macrino Sidonia
Nave da battaglia Euribia, warp
107M42I due idioti entrarono nello Strategium. Non voleva sapere dove avessero trovato la tenente di vascello in mezzo a loro, né voleva sapere cosa avessero fatto.
La ragazza usciva adesso da un letto, era chiaro, mentre Verdelli e Biancheri no. Avevano solo rotto le palle a qualcuno più fortunato di loro.
Aggiustandosi il colletto con i galloni neri da maresciallo, Macrino Sidonia non se la sentì di rimproverarli. Non poteva ammettere che avrebbe fatto lo stesso, almeno non a voce e non davanti al suo omologo della marina. Si limitò a far vagare lo sguardo sull'ampia sala dove si trovavano.
Un alto abside a sesto acuto, con le vetrate rinforzate in alto sulle loro teste, da cui filtravano i giochi di luce della massa warp e del vetro dipinto. Servoteschi volavano ronzando, catturati dalla debole luce verde dei tavoli olografici spenti. Era difficile ricordarsi che si trovava su un'astronave, guardando solo l'architettura.Macrino lasciò che fosse il maresciallo Elerio a lanciare occhiatacce verso i giovani ufficiali. A ventitré anni, secondo Macrino avevano il diritto di fare qualche sgarro alle regole.
La situazione era abbastanza scocciante, e Macrino non vedeva il senso di sfogarsi con qualcuno.
«Ci siamo tutti, signor Lord Capitano» disse Macrino. La conta degli ufficiali, almeno per loro, era fin troppo veloce.
Erano una semplice unità di supporto. Un battaglione di granatieri, il che voleva dire un maggiore, tre capitani, dodici tenenti; più una compagnia di genieri, che sommavano una maggiore, due tenenti, un maresciallo e un sergente maggiore.
Quest'ultimo, in particolare, si posizionò alle sue spalle, sorridendo soddisfatto.
Macrino gli rivolse un veloce cenno del capo, Verdelli un sorriso veloce.
«Direi quindi di iniziare la riunione» disse il lord capitano Corvo.
L'uomo di mezza età si alzò dalla sedia, grattandosi l'occhio cibernetico con la protesi della mano destra; un rituale che annunciava problemi.
«Come vi è stato comunicato, siamo usciti dal viaggio warp dodici minuti fa, prima che potessimo eseguire il nuovo salto, il magos Gimel» iniziò Corvo, scandendo le parole. Lasciò che la notizia si diffondesse per la sala.
Se qualcuno aveva comunicato direttamente col magos, il tecnoprete anziano a capo della loro spedizione, doveva essere una persona molto importante. Ancora più preoccupante era che Gimel non fosse presente alla riunione.«Non mi dilungherò troppo: le nostre unità sono requisite per assistere nella liberazione di Pritio Bis» il lord capitano parlò in tono piatto, senza emozioni.
Mormorii irritati corsero tra granatieri e genieri, e perfino Macrino non contenne una smorfia infuriata.
Il maresciallo era un militare in carriera al servizio del Re d'Irlava, dislocato presso quell'unità per ordine regio, il resto degli ufficiali rispondeva ai ricchi mercanti delle gilde del Navis Nobilite; e la Gilda Marsias era stata ingaggiata per una sola missione di scorta, non per liberare un pianeta sconosciuto e dal nome difficile.
Capiva perché, col contratto già rinnovato oltre il dovuto, quegli ufficiali volessero capire che succedeva.
«Signor Lord Capitano» prese la parola Macrino «posso domandare chi ci ha "requisito"?»
Corvo sbuffò, lasciando intendere tutta la sua irritazione. Se perfino lo stoico lord capitano esprimeva il suo risentimento, la situazione doveva essere molto grave.

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Le Guerre di Pritio - Il Dovere di un Soldato
Science FictionIn riscrittura Storia ambientata nell'universo di Warhammer 40k Il pacifico mondo di Pritio viene sconvolto dalle fiamme della rivolta; stanchi del giogo dell'Imperium dell'Uomo, i suoi abitanti sono pronti a giurare fedeltà al Bene Superiore, l'ide...