Irlaviani, maresciallo Macrino Sidonia
Pianeta: Pritio Bis; città: Bredava, comando imperiale, periferia cittadina
107M42Finalmente erano arrivati.
Macrino non ci sperava più, non dopo le ultime tre deviazioni.
Quando scesero dal chimera, i due veterani baciarono ostentatamente l'asfalto, avendo la massima cura che la pilota li vedesse mentre passava.
La ragazza, una giovane dalla chioma scarlatta e gli occhi color mare, li superò sbuffando, ma incapace di trattenere un sorrisetto.
«Avete fatto colpo...» commentò l'operatrice vox.
Il ragazzino salvato, ancora aggrappato alla sua uniforme, balbettò qualcosa in pritiano. Era venuto fuori che non parlava il gotico, e quindi la carrista si era improvvisata interprete.
Adesso, il marmocchio seguiva lei e Azzurrelli, sotto lo sguardo di Macrino e degli altri due veterani.
«Io vado finalmente a incontrare i comandanti» disse il maresciallo, stiracchiandosi «voi due lavativi cercate di non far danni»
«La pilota è mia!» disse Rossoni, allungando il passo dietro di loro.
«Non ci pensare nemmeno! L'ho vista prima io!» Rosselli corse dietro al compagno.
Ma fino scosse la testa, troppo stanco per riprenderli. Doveva anche provare a fare bella figura con i suoi omologhi.
Irritato dal sapere i suoi uomini combattere nella città vicina, mentre lui veniva scarrozzato in giro, il maresciallo si diresse ai quartieri degli ufficiali.
Doveva presentarsi a un colonnello tiangtiano, e per fortuna si era potuto appuntare il nome: Chon Chin Yiming.
Lui non aveva la minima idea di come pronunciarlo, e nemmeno quale fosse il nome e quale il cognome, ma erano problemi per un altro momento.
Il centro di comando era stato allestito dai soldati di Tiang, dal momento che gli ufficiali erano troppi per stare tutti in quello precedente.
Quei reggimenti non erano solo grossi tre volte quelli standard, ma avevano un quantitativo infinito di sotto ufficiali. E pareva che, almeno a partite dai capitani, tutti loro avessero almeno un servitore o due.
Anche Macrino veniva da una famiglia nobile, ma non aveva mai nemmeno pensato di portarsi un servo in battaglia.
Sapeva che le famiglie che pilotavano i Cavalieri Imperiali, quei meravigliosi prodigi antropomorfi del Mechanicus, in guerra erano accompagnati da scudieri e siniscalchi.
I servitori degli ufficiali tiangtiani, invece, sembravano essere impiegati in faccende slegate dall'ambito militare, come fare il the o leggere poesie ai loro signori.
Macrino lo aveva preso per uno scherzo, la prima volta che glielo avevano riferito.
Aveva raggiunto i quartieri degli ufficiali, trovando la bassa costruzione che era lo Strategium.
Si vedeva che l'avevano eretta gli abitanti di Tiang.
Sembrava una scatola appoggiata al suolo, col tetto leggermente spiovente dagli angoli arricciati verso l'alto. Attorno alle piccole feritoie erano stati tracciati complessi intrecci di linee multicolore, e avevano perfino laccato parti della porta in rosso scarlatto.
Esuberanze artistiche a parte, la struttura era presidiata ai quattro angoli da piccole postazioni chiuse da blocchi di cemento armato, con cannoni automatici e spazio per altri quattro fucili.
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Le Guerre di Pritio - Il Dovere di un Soldato
Khoa học viễn tưởngIn riscrittura Storia ambientata nell'universo di Warhammer 40k Il pacifico mondo di Pritio viene sconvolto dalle fiamme della rivolta; stanchi del giogo dell'Imperium dell'Uomo, i suoi abitanti sono pronti a giurare fedeltà al Bene Superiore, l'ide...