Irlaviani, sergente maggiore Murrio Verdelli
Pianeta: Pritio Bis; città: Bredava, quartiere residenziale Nostres Dames
107M42Le facce dei Tiangtiani erano tese, pallide, gli occhi sottili innaturalmente aperti. Murrio, al vedere quella scena, si trattenne dal ridere.
Il lavoro in prima linea si era rivelato noioso e ripetitivo, e pareva anche senza fine. Chiunque avesse addestrato i "genieri" Pritiani, si era dimenticato la parte sugli esplosivi.
Quegli idioti non riconoscevano una mina da una granata, cosa che aveva fatto fioccare nuove battute sui "Formaggioni", come ormai chiamavano i carristi.
Per quanto riguardava i Tiangtiani, la faccenda era diversa. I loro reparti del genio erano minimi, della stessa entità della compagnia dove serviva Murrio; con la piccola differenza che il reggimento era quasi tre volte più grande.
Inoltre, pareva che l'addestramento su Tiang fosse a compartimenti stagni. I fucilieri sapevano solo sparare, i carristi solo guidare, e via dicendo. Lui stesso aveva parlato, poche ore prima, con un operatore vox che non aveva la minima idea di come usare una pistola
«Lei è... sicura di quello che fa?» domandò per l'ennesima volta il sergente Tiangtiano.
Basso anche per gli standard del suo mondo, con un serafico faccione rotondo pareva del tutto fuori posto nel caseggiato in rovina dove si trovavano. Sorridendo, Murrio annuì per l'ennesima volta.
Vav non avrebbe avuto problemi a smontare e rimontare un chimera, quindi disinnescare quell'ordigno arrabattato era più uno spreco del suo tempo.
«Sicura ora... diciamo che non è ancora saltata in aria» disse Murrio. La tecnoprete oggetto dei loro discorsi, per tutta risposta, borbottò un paio di insulti in lingua tecnis.
Anche quello fece sussultare i Tiangtiani.
Da ciò che Murrio aveva capito, nelle poche conversazioni, loro vedevano le donne o come psioniche o come soprammobili. Nel mezzo nulla. Che una ragazza potesse essere un tecnoprete andava oltre la loro comprensione. E, vista l'enorme religiosità dei Tiangtiani verso il Culto Imperiale, molti non vedevano proprio di buon occhio il Culto Mechanicus.
Mentre pensava a quello, Murrio alzò una mano verso un terzetto di fucilieri, che guardavano con sospetto Vav armeggiare con l'ordigno. Stavano vicino ad una breccia nel muro, in quello che secondo la mappa della città era un deposito per mezzi pubblici.
Peccato che i mezzi non c'erano, ma al loro posto c'erano grossi mucchi di macerie.
Murrio non aveva chiesto cosa ci fossero andati a fare i Tiangtiani là dentro, ma avevano trovato la bomba e avevano chiesto aiuto. Quindi la sua squadra li aveva raggiunti.
Lo sconcerto quando avevano visto la tecnoprete aveva fatto ridere più di un geniere.
La squadra di venti fucilieri era fin troppo numerosa per tenere sotto controllo tutti gli angoli dell'edificio, con ben sei soldati a ogni possibile ingresso. Anche così, però, Murrio aveva preferito far muovere i suoi tre uomini in gruppo, alla ricerca di altri ordigni, senza togliere soldati al sergente.
Il rischio che un Tiangtiano, per ignoranza, innescasse qualcosa era troppo alto
«Mi scusi, sergente maggiore» disse un Tiangtiano, più giovane degli altri «ma... ecco, la tecno sacerdotessa...»
«Vav!» disse l'interessata, con una nota di irritazione nella voce. Murrio la capiva; anche se era ben poco ingegnerizzata, al punto che solo un occhio bionico ne "potenziava" il volto, i Tiangtiani la guardavano come una specie di fenomeno da baraccone.
Il sergente maggiore non poteva lamentarsi, visto che aveva litigato più volte con gente interessata alle lunghe cosce e allo stretto bacino della sorellastra.
«Dimmi soldato» fece Murrio, sorridendo incoraggiante al ragazzo.
«Ecco, può parere strano ma... lei...» iniziò il Tiangtiano.
«Sì» disse Murrio «la ha»
Confusione e dubbio si diffusero sul volto del giovane soldato, mentre Bluetti, il loro operatore vox, sghignazzava
«La ha, signore? Cosa?» disse il ragazzo, in totale confusione.
«Quella cosa» rispose Murrio, con tono solenne.
«Quella cosa?» ripetè il Tiangtiano.
«Sì soldato, la cosa» si intromise Bluetti. Il povero ragazzo, ma anche il suo sergente e altri due fucilieri lì vicino, si guardarono straniti.
«La cosa, cosa?» provò ancora il giovane.
«Non la cosa, ragazzo mio, la cosa» disse Murrio.
«La cosa, signore?»
«Esatto, la cosa, quella cosa...»
«Quella cosa... ma cosa...»
«Cosa ragazzo mio, la cosa, quella e quell'unica cosa! La cosa che muove i soli e le stelle!» Murrio si diede un tono risoluto, solenne, come se stesse parlando di argomenti fondamentali all'essere umano.
«Ah! Ma quindi ha la cosa!» fece il sergente Tiangtiano. Sorrideva anche lui, aveva chiaramente capito che si stava scherzando con la sua recluta. Il ragazzo, invece, era nella confusione più totale.
«Ma che cosa...» disse il poveretto, ormai prossimo alla disperazione.
«Una mano metallica!» disse Vav, sollevando la protesi alla mano destra «e tanta voglia di usarla!»«Beh, personalmente preferirei usassi quella...» iniziò Bluetti, quando il dito della ragazza gli si fermò a mezzo micron dal naso.
«Di' "cosa"» scandì Vav, inviperita, per poi puntare il dito contro Murrio «di' cosa un'altra volta; ti sfido, ti sfido e ti risfido, di' "cosa" un'altra maledettissima volta, figlio di puttana, e ti mando in orbita a calci potenziati in culo!»
Murrio, per nulla intimorito da quello sfogo, aprì la bocca per pronunciare la parola proibita, quando il vox si illuminò.
«Vox, che succede?» disse Bluetti. Dall'altra parte gli rispose il caporale Verdoni.
«Squadra nemica con trasporto. Forse pattuglia. No contatto» fece rapido il sottufficiale.
«Attendi, riferiamo» disse Bluetti. Murrio gli fu subito accanto, mentre l'operatore già cercava la frequenza con il maresciallo. Visto com'era finita la conversazione, Vav poté solo incrociare le braccia, sbuffando irritata.
«Scacchiera, cavallo uno, vedo pedone veloce» il sergente maggiore parlò veloce, appena la linea si stabilizzò «domando presa». Poco dopo, il maresciallo autorizzò l'azione. Murrio fece comunicare a Verdoni, e imbracciò il fucile.
«Sergente maggiore» disse il sergente Tiangtiano «se le serve aiuto...»Controllando la sicura della sua arma, Murrio notò il tremolio nelle mani dei fucilieri. La stragrande maggioranza aveva la faccia pallida, e le spalle come scosse dal vento.
«Certo, rimanete qua a coprirci le spalle. Se serve aiuto, contatteremo via vox»
Detto questo, dopo che Bluetti ebbe preso in spalla l'apparecchio, Murrio si incamminò verso gli altri tre genieri. Vav aveva ancora il broncio, cosa che lo fece ridacchiare.
Angolo autore:
Chi trova la piccola "citazione" nel brano?
Ricchi premi e cotillion a chi la trova, quali saranno sarà definito al primo che la trova XD
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Le Guerre di Pritio - Il Dovere di un Soldato
Научная фантастикаIn riscrittura Storia ambientata nell'universo di Warhammer 40k Il pacifico mondo di Pritio viene sconvolto dalle fiamme della rivolta; stanchi del giogo dell'Imperium dell'Uomo, i suoi abitanti sono pronti a giurare fedeltà al Bene Superiore, l'ide...