Capitolo 5

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Irlaviani, tenente di vascello Navio Bianchieri
Nave da battaglia Euribia, orbita planetaria di Pritio Bis
107M42

Il lord capitano stava finendo di controllare le mappe astrali. E Navio stava trattenendo l'ennesimo sbadiglio.

Sembrava che i capitani della marina Pritiana dovessero ancora capire cosa fossero le astronavi.

L'altra cosa che non approvava era come stava evolvendo la situazione.

«Tenente Bianchieri» lo chiamò il lord capitano.

«Mi dica, signore» anni di esercizio gli permisero di non stropicciarsi gli occhi.
L'ufficiale sospirò, irritato.

«Che ne dice?» chiese, premendo qualche tasto.

La disposizione delle navi era segnata da piccole icone, verdi per gli alleati e rosse per i nemici, simboli bianchi segnalavano le navi del mechanicum e quella dell'Inquisitrice era una grossa icona nera.

«Non vuole tutti i miei commenti» disse Navio.

In confronto al lord capitano ne capiva poco, ma anche così notò una serie di follie nella posizione delle astronavi.

Navi leggere a grappoli nella bassa atmosfera, corazzate schierate senza scorte; almeno i Tau avevano collocato il grosso delle loro unità attorno alle lune del pianeta, cosa che permetteva di tenerle sotto controllo.

«Pare la gara a chi è più stupido» disse, quando il silenzio nella sala si fece troppo pesante.

«Mai supporre che il nemico sia stupido» disse il lord capitano «fin quando non l'hai messo alla prova, pensa sempre che ci sia una trappola»

«Sissignore» fece Navio. Il lord capitano Corvo non pareva dell'umore per scherzare, quindi era meglio omettere il suo soprannome.

Il "Temporeggiatore" era famoso per essere uno degli ufficiali più cauti della Marina Irlaviana, ma era anche quello che aveva perso meno uomini in battaglia, un record molto confortante.

«Signore, una chiamata per voi» fece l'operatrice vox, annunciando un lampeggiare di luci sulla plancia.

Sugli schermi comparve la grossa "I" nera, simbolo dell'Inquisizione. Navio non poté trattenere un brivido; la sua brutta sensazione si fece più pressante.

Corvo si aggiustò il colletto dell'uniforme blu, grattandosi rabbioso l'occhio bionico. La tensione nella sala era palpabile.

«A schermo» disse il lord capitano, sedendosi con fare solenne sul trono di comando.

L'immagine sfarfallò per qualche momento, con bande verdi e grigie che si sovrapponevano, poi la figura si stabilizzò.

Anche dall'immagine, si capiva quanto fosse alto l'uomo dall'altra parte, al punto che Navio si domandò come potesse vivere in un'astronave.

«Qui il Mastro di Guardia Fav'ha El'shan» disse l'uomo.

Indossava un lungo mantello che gli copriva tutto il corpo, assieme ad una maschera nera e liscia sul volto e un velo azzurro che gli scendeva fino al collo. Navio non vide neppure il minimo lembo di pelle.

Quello che vide, invece, fu il lord capitano Corvo che socchiudeva appena l'occhio.

Parlare con un ufficiale inferiore era un modo velato di offendere, oppure voleva dire che dall'altra parte dello schermo c'era un ufficiale molto in alto nella catena di comando.

Prendendo per buona la seconda ipotesi, Navio capì che, se aveva ragione, erano comandati da un ammiraglio o simile.

«Qui il capitano Corvo della Euribia, confermo ricezione del messaggio e attendo il permesso di parlare con il vostro ufficiale in comando»

Le Guerre di Pritio - Il Dovere di un SoldatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora